L’ex comandante Nato in Europa, generale Sir Richard Shirreff, in un'intervista al Daily Mail ha lanciato un monito inquietante: la Russia avrebbe la capacità di travolgere il continente in 5 giorni. Uno scenario che riaccende i timori di un conflitto globale, tra escalation militari e vulnerabilità europee
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La Nato torna al centro dell'allarme internazionale. A preoccupare è la valutazione del generale britannico Sir Richard Shirreff, già vicecomandante supremo alleato in Europa, che al Daily Mail ha delineato lo scenario più estremo: in meno di cinque giorni la Russia potrebbe devastare l'Europa. Una proiezione che, pur non condivisa da tutti gli analisti, riaccende il dibattito sulla reale prontezza dell'Alleanza Atlantica e sul rischio di una nuova guerra mondiale. A confermare la gravità del quadro è anche il contesto geopolitico segnato da tensioni crescenti: dallo stallo in Ucraina al sostegno di Cina e Iran a Mosca, fino agli incidenti sempre più frequenti ai confini Nato.
L'Alleanza Atlantica, già impegnata da oltre due anni nel supporto militare e logistico all'Ucraina, osserva con crescente apprensione le mosse di Mosca. Le ultime manovre militari russe, spesso condotte insieme alla Bielorussia, sono state lette come un messaggio diretto all'Occidente. Violazioni dello spazio aereo e operazioni di droni hanno alimentato il timore che il Cremlino voglia testare la prontezza dei sistemi di difesa Nato.
Il segretario generale Mark Rutte ha ribadito che l'Alleanza "è pronta a difendere ogni centimetro del territorio dei Paesi membri", ma gli analisti segnalano ritardi negli investimenti e nelle forniture, soprattutto in Europa.
Il generale Sir Richard Shirreff, intervistato dal Daily Mail, ha tracciato una simulazione inquietante: un attacco russo a sorpresa potrebbe travolgere le linee difensive europee in appena 100 ore. "È uno scenario estremo, ma non impossibile" ha spiegato, richiamando la necessità di un rafforzamento immediato della deterrenza.
Shirreff, che ha guidato la Nato in Europa fino al 2014, ha sottolineato che le forze convenzionali russe, nonostante le perdite subite in Ucraina, restano consistenti e in grado di mettere sotto pressione i Paesi baltici e l'Europa orientale.
Secondo l’ex generale Nato Sir Richard Shirreff, se Mosca lanciasse un'offensiva improvvisa, la Nato e l’Europa non avrebbero il tempo materiale di organizzare rinforzi, spostare truppe e proteggere le infrastrutture critiche. In poco più di quattro giorni, le prime linee difensive potrebbero cedere, lasciando scoperto un territorio vasto e densamente popolato. Il concetto di "100 ore" quindi non descrive come l'attacco avverrebbe sul piano tecnico, ma quanto velocemente gli effetti potrebbero manifestarsi: collasso delle difese iniziali, caos nei trasporti e nelle comunicazioni, pressione psicologica e politica su governi e opinioni pubbliche.
Diversi rapporti internazionali confermano che l'Europa deve ancora colmare ampie lacune. L'IISS (International Institute for Strategic Studies) ha segnalato che, nonostante gli impegni di spesa, permangono ritardi nella produzione di armamenti, carenze logistiche e difficoltà di coordinamento tra i diversi eserciti.
Gli Stati Uniti restano la colonna portante dell'Alleanza, ma anche Washington ammette limiti: la disponibilità di sistemi di intelligence, sorveglianza e ricognizione in Europa non è sufficiente a garantire un allarme rapido contro possibili manovre russe. Un gap che, in caso di escalation, potrebbe risultare decisivo.
La Russia, nonostante le sanzioni e le perdite sul fronte ucraino, ha aumentato la produzione militare, concentrandosi su artiglieria, droni e missili a medio raggio. Secondo il comandante supremo delle forze Nato in Europa, Christopher Cavoli, Mosca dispone oggi di scorte di munizioni superiori a quelle combinate di Stati Uniti ed Europa.
Gli esperti mettono però in guardia: più che una guerra totale su larga scala, il Cremlino potrebbe ricorrere a una strategia "ibrida", fatta di cyberattacchi (come quello recente agli aeroporti europei), sabotaggi a infrastrutture critiche, disinformazione e operazioni clandestine. Questi strumenti permetterebbero di destabilizzare l'Europa in tempi rapidi, senza dover necessariamente affrontare una guerra convenzionale aperta.
Molti analisti restano scettici sull'ipotesi di una guerra lampo capace di travolgere l'Europa in meno di cinque giorni. Le carenze logistiche russe, la difficoltà nel sostenere un'offensiva simultanea su più fronti e la capacità di reazione Nato rappresentano ostacoli rilevanti.
Tuttavia, lo scenario delineato dal generale Shirreff non è privo di fondamento: serve da monito per non abbassare la guardia e per accelerare il potenziamento delle difese europee. La possibilità di un conflitto globale appare remota, ma l'instabilità crescente impone prudenza e prontezza, perché errori di calcolo o provocazioni potrebbero comunque trascinare il mondo verso un confronto diretto.