Domanda accolta

Francia, concessa la libertà vigilata a Sarkozy | L'ex presidente: "Il carcere è un incubo"

La Corte d'Appello di Parigi ha accolto la domanda dell'ex inquilino dell'Eliseo. Meno di tre settimane fa aveva iniziato a scontare una pena di cinque anni per associazione a delinquere finalizzata al finanziamento della sua campagna elettorale del 2007 con fondi provenienti dalla Libia

10 Nov 2025 - 14:03

Nicolas Sarkozy sarà messo in libertà vigilata. Lo ha deciso la Corte d'Appello di Parigi, accogliendo la sua domanda di essere rimesso in libertà dopo la detenzione. In carcere dal 21 ottobre, l'ex presidente della Repubblica francese aveva iniziato a scontare una pena di cinque anni per associazione a delinquere finalizzata al finanziamento della sua campagna elettorale del 2007 con presunti fondi libici. L'ex inquilino dell'Eliseo lascerà in giornata il carcere della Santé. A Sarkozy sarà vietato contattare il ministro della Giustizia, Gérald Darmanin e non potrà lasciare il territorio francese, ha aggiunto la Corte. 

La vita in prigione di Sarkozy

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La richiesta della procura: libertà vigilata e limiti ai contatti

 La procura generale aveva chiesto che all'ex presidente francese venissero imposte misure di controllo e limitazioni nei contatti, in particolare con gli altri imputati e i testimoni della vicenda. L'obiettivo è quello di garantire la regolarità dell'inchiesta ed evitare qualsiasi rischio di inquinamento probatorio. Nel richiamo all'articolo 144 del Codice di procedura penale francese, la procura aveva evidenziato che la misura della custodia cautelare deve essere giustificata solo se esiste un concreto pericolo di pressione sui testimoni o di alterazione delle prove, e non in funzione della gravità delle accuse. Tale posizione, definita "tecnica e indipendente dal peso politico del caso", era stata interpretata come un segnale di apertura al rilascio controllato.

Le parole di Sarkozy davanti ai giudici: "Il carcere è un incubo"

 Durante l'udienza, Nicolas Sarkozy aveva preso la parola per difendersi, definendo la sua detenzione "un incubo". "Voglio che ci si convinca di una cosa: non ho mai avuto l'idea folle di chiedere al signor Gheddafi qualsiasi finanziamento", ha dichiarato, respingendo ogni accusa di aver ricevuto fondi libici. "Mai riconoscerò qualcosa che non ho commesso", ha aggiunto, sottolineando di aver sempre "risposto scrupolosamente a tutte le convocazioni" del tribunale e di non rappresentare alcun rischio di fuga.

L'ex presidente ha descritto il periodo trascorso finora nel carcere di La Santé come una prova durissima: "Non avrei potuto immaginare di raggiungere i 70 anni per conoscere il carcere". E ancora: "Questa prova mi è stata imposta: l'ho vissuta. È dura, molto dura. Lascia il segno su ogni prigioniero perché è estenuante. Voglio rendere omaggio al personale penitenziario che ha dimostrato un'umanità eccezionale e che ha reso sopportabile questo incubo". Infine: "Sono consapevole della gravità delle accuse a mio carico, ma tre settimane al carcere di La Santé non cambieranno il mio atteggiamento. Sono francese, signor Presidente, la mia famiglia è in Francia. E rispetterò tutti gli obblighi che mi sono stati imposti". Sarkozy si trova nel carcere parigino, a seguito della condanna a 5 anni di carcere per associazione a delinquere.

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