questione di soldi

Lei britannica, lui italiano e tre figli: la storia della famiglia di Perugia separata dalla Brexit

Sarah Douglas è in Italia dal 2007. Nel 2010 sposa Matteo Ricci e hanno tre figli. Ora vorrebbero trasferirsi in Gran Bretagna. Ma non è loro permesso: ecco perché

17 Giu 2025 - 12:36
Sarah Douglas e Matteo Ricci con i loro tre figli: Alba, 13 anni, Mirryn, 10 anni e Arthur, 5 anni  © Dal suo blog ufficiale

Sarah Douglas e Matteo Ricci con i loro tre figli: Alba, 13 anni, Mirryn, 10 anni e Arthur, 5 anni  © Dal suo blog ufficiale

Sarah Douglas vive in Italia dal 2007, molto prima della Brexit, quando si trasferì dal Regno Unito per insegnare inglese. Tre anni dopo, sposa Matteo Ricci, italiano, sviluppatore di software. Vivono a Perugia, dove allargano la famiglia e ora hanno tre figli: Alba, 13 anni, Mirryn, 10 anni e Arthur, 5 anni. Il fatto è che da sempre progettavano di andare a vivere in Inghilterra e ora, con i genitori ultra 70enni di lei che non stanno bene, volevano preparare il trasferimento. Che però si è rivelato impossibile, a meno che decidano di separarsi. Ed è tutta colpa proporio della Brexit.

Immigrazione post-Brexit

 Il fatto è che secondo l'attuale regime di immigrazione post-Brexit, Sarah dovrebbe guadagnare più di 29 mila sterline e avere un impiego che prevede tale retribuzione da almeno sei mesi nel Regno Unito prima di poter richiedere un visto familiare, che a quel punto consentirebbe a Matteo di trasferirsi. L'alternativa è che lei possieda almeno 88.500 sterline di risparmi in contanti, una cifra che è stata alzata lo scorso aprile: fino ad allora era di "sole" 18.600 sterline e Sarah e Matteo avevano quasi raggiunto la soglia. Ma il requisito è stato alzato di due volte e mezzo, troncando le speranze della famiglia. E il reddito del marito? Non conta nulla: sebbene lui guadagni più del reddito richiesto, il suo stipendio non viene preso in considerazione dalle norme.

L'unica alternativa

 Quindi, per la famiglia anglo-italiana di Perugia l'unica soluzione sarebbe quella di separarsi: Sarah e i figli (che sono cittadini britannici) possono rientrare quando vogliono in patria, anche se lei è senza lavoro. Potrebbero vivere per sei mesi di sussidi statali, nonostante il reddito del marito potrebbe mantenerli tutti. Poi, trascorso tale periodo, potrebbero finalmente richiedere un visto di ricongiunzione familiare, il cui esito non è comunque scontato. Come ha raccontato Sarah Douglas al Guardian. "Questa politica sui visti ci porterebbe all'instabilità, perché saremmo separati e saremmo una famiglia monogenitoriale per almeno sei mesi. Potremmo venire in qualsiasi momento da soli nel Regno Unito e dipendere completamente dai sussidi statali, perché non ci è permesso portare mio marito, che invece potrebbe lavorare per mantenerci".

Le reazioni della politica

 La storia di Sarah e Matteo ha provocato reazioni nella politica britannica. "Ma noi ci sentiamo dimenticati, rifiutati. Non riusciamo a fare progetti concreti per il futuro", conclude Sarah Douglas. E Caroline Coombs, direttrice esecutiva di Reunite Families UK, l'associazione nata apposta dopo la Brexit per il ricongiungimento di coppie e famiglie interessate dalle norme sui visti per coniugi, ci ha aggiunto il carico: "Le voci delle famiglie sono state ignorate per troppo tempo. La politica ha causato danni incalcolabili a coloro la cui unica colpa è stata quella di innamorarsi di qualcuno nato all'estero. Con un impatto orribile sui bambini".

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