Israele attacca Sanaa, si alzano le fiamme dalla capitale dello Yemen dopo la risposta dell'Idf
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I fondamentalisti della Striscia confermano i colloqui con gli Usa per tregua e aiuti a Gaza. Trump: "La liberazione dell'ostaggio è un primo passo per la fine del conflitto"
di Redazione onlineLa guerra in Medioriente tra Israele e Hamas e che coinvolge Libano, Siria, Iran e Yemen, è giunta al giorno 584. Nuovi raid israeliani nel nord della Striscia, sul campo profughi di Jabalia, hanno provocato almeno 15 morti. Fonti di Hamas hanno riferito che sono in fase di definizione i dettagli finali di un accordo relativo al rilascio dell'ostaggio americano-israeliano Edan Alexander, unico prigioniero americano ancora in vita a Gaza. Secondo Donald Trump, la liberazione "è un primo passo per la fine del conflitto". Il premier israeliano Benjamin Netanyahu non muta comunque i piani di Israele e avverte: "Il rilascio non porterà a una tregua, intensificheremo i combattimenti". Sempre Hamas sta tenendo colloqui diretti con gli Stati Uniti sulla tregua a Gaza e ripresa degli aiuti umanitari. "Abbiamo proposto ai mediatori un accordo globale con Israele, secondo il quale la Striscia di Gaza sarà amministrata da un organismo tecnico e indipendente con pieni poteri", ha detto un membro dei miliziani. Intanto, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar ha dichiarato che "Israele sostiene pienamente l'iniziativa americana di distribuzione di aiuti umanitari nella Striscia, che non prevede la partecipazione diretta dello Stato ebraico". Lo stesso Saar ha poi affermato: "L'Iran è il regime più pericoloso del mondo".
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L'inviato statunitense per il Medioriente Steve Witkoff arriverà in Israele oggi in vista del rilascio dell'ostaggio israelo-americano Edan Alexander. L'obiettivo, scrive the Times of Israel, Edan Alexander venga rilasciato all'inizio di questa settimana.