Dopo oltre 19 mesi di prigionia, il 21enne è stato rilasciato oggi a Gaza. La sua storia personale e il ruolo della diplomazia americana nel suo ritorno a casa
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Edan Alexander, 21 anni, è nato a Tel Aviv da genitori israeliani, Adi e Yael, ma è cresciuto a Tenafly, nel New Jersey. Dopo il diploma, ha deciso di tornare in Israele per arruolarsi volontariamente nelle Forze di Difesa Israeliane (IDF). Il 7 ottobre 2023, durante un attacco di Hamas, è stato catturato mentre prestava servizio al confine con Gaza.
Durante i 583 giorni di prigionia, Hamas ha diffuso diversi video di Alexander, l'ultimo dei quali mostrava il giovane con il volto segnato e un messaggio rivolto al governo israeliano. La sua famiglia ha costantemente fatto appello per la sua liberazione, partecipando a manifestazioni e incontri pubblici.
Il 12 maggio 2025, Hamas ha consegnato Alexander al Comitato Internazionale della Croce Rossa a Khan Younis, nel sud di Gaza. Il rilascio è avvenuto senza condizioni apparenti, ma è stato interpretato come un gesto di buona volontà in vista di possibili negoziati per un cessate il fuoco. La diplomazia americana, con il coinvolgimento diretto del presidente Donald Trump e del suo inviato speciale Steve Witkoff, ha giocato un ruolo cruciale nella liberazione.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ringraziato gli Stati Uniti per l'impegno diplomatico, sottolineando che la pressione militare su Hamas continuerà. La madre di Edan, Yael Alexander, ha espresso gratitudine per il ritorno del figlio, ma ha ricordato che altri 58 ostaggi sono ancora detenuti a Gaza. La liberazione di Alexander potrebbe rappresentare un punto di svolta nelle trattative per il rilascio degli altri prigionieri e per una possibile tregua nel conflitto in corso.
La liberazione di Edan Alexander è stata il risultato di intense trattative diplomatiche guidate dagli Stati Uniti. L'inviato speciale del presidente Donald Trump, Steve Witkoff, ha confermato che Hamas ha accettato di rilasciare Alexander come gesto di buona volontà per facilitare i negoziati su un cessate il fuoco e l'accesso agli aiuti umanitari a Gaza. La decisione è stata annunciata poco prima della visita di Trump in Medio Oriente, sottolineando l'importanza strategica del rilascio nel contesto delle relazioni USA-Hamas.
Edan Alexander era l'ultimo ostaggio americano ancora vivo detenuto da Hamas. Oltre a lui, altri cittadini con doppia cittadinanza, tra cui israeliani-americani, sono stati catturati durante l'attacco del 7 ottobre 2023. Secondo le autorità israeliane, circa 59 ostaggi rimangono nelle mani di Hamas, con solo 21 di loro ancora vivi. La liberazione di Alexander potrebbe aprire la strada a ulteriori negoziati per il rilascio degli altri prigionieri con doppia cittadinanza.
La liberazione di Alexander è vista come un possibile catalizzatore per la ripresa dei colloqui di pace tra Israele e Hamas. Hamas ha dichiarato che il rilascio è un passo verso un cessate il fuoco e la fine delle ostilità. Tuttavia, Israele ha ribadito la sua intenzione di continuare le operazioni militari fino alla completa smilitarizzazione di Gaza. La comunità internazionale osserva con attenzione, sperando che questo gesto possa portare a una soluzione diplomatica del conflitto.
Qatar ed Egitto hanno svolto un ruolo cruciale nella mediazione tra Hamas e Israele. Entrambi i paesi hanno facilitato le comunicazioni tra le parti, contribuendo a creare le condizioni per il rilascio di Edan Alexander. La loro mediazione è stata fondamentale anche in precedenti accordi di cessate il fuoco e scambi di prigionieri. La collaborazione continua di Qatar ed Egitto è considerata essenziale per eventuali progressi futuri nei negoziati di pace.