Casa Bianca, Trump incontra Netanyahu: "Gaza per i palestinesi è un inferno"
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Trump a Netanyahu: "Controllo Usa della Striscia per ricostruirla". No del mondo arabo
di Redazione onlineLa guerra in Medioriente tra Israele e Hamas e che coinvolge Libano, Siria e Iran, è giunta al giorno 488. Il piano per Gaza di Trump prevede il controllo americano della Striscia per ricostruirla. Il presidente Usa ha sostenuto, per la prima volta, che il reinsediamento dei palestinesi sia permanente e che riguardi tutti i cittadini di Gaza. Trump, nell'incontro con Netanyahu alla Casa Bianca, ha ribadito infatti di essere convinto che Egitto, Giordania e altri Paesi "accetteranno" di accogliere queste persone sul proprio territorio. "Gaza sarà la rivière del Medioriente", ha promesso annunciando un viaggio nella Striscia. Bocciatura totale di Hamas del piano di Trump: "Ridicolo". No anche da parte del mondo arabo. Per il segretario generale dell'Onu Guterres, "qualsiasi pace duratura richiederà progressi tangibili, irreversibili e permanenti verso la soluzione dei due Stati".
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Il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi hanno avuto un colloquio telefonico durante il quale - riferisce l'Eliseo - i due hanno affermato che "qualsiasi sfollamento forzato della popolazione palestinese da Gaza e Cisgiordania sarebbe inaccettabile". "Ciò costituirebbe una grave violazione del diritto internazionale, un ostacolo alla soluzione dei due Stati e un importante fattore di destabilizzazione per Egitto e Giordania", aggiunge la nota francese.
"Qualsiasi pace duratura richiederà progressi tangibili, irreversibili e permanenti verso la soluzione dei due Stati, la fine dell'occupazione e la creazione di uno Stato palestinese indipendente, con Gaza come parte integrante". Lo ha detto il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, parlando alla sessione di apertura 2025 della Commissione per l'esercizio dei diritti inalienabili del popolo palestinese, dove ha invitato ad evitare qualsiasi forma di pulizia etnica.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è arrivato al Pentagono per una visita nell'ambito della sua missione a Washington. A riceverlo, il segretario alla Difesa Pete Hegseth.
Le forze di difesa israeliane affermano che oggi le truppe hanno sparato colpi di avvertimento per disperdere sospetti che si avvicinavano alle forze in diverse zone della Striscia di Gaza. Lo riporta Times of Israel. Diverse persone sospette, ha spiegato l'Idf, si trovavano a poche decine di metri dalle truppe e sono stati identificate come una "minaccia imminente". I soldati hanno aperto il fuoco su di loro. I media palestinesi riferiscono che quattro persone sono state uccise dal fuoco israeliano nella zona di Rafah.
"La Lega guarda con grande attenzione alle proposte di Donald Trump per Gaza e la riviera del Medioriente, auspicando possano concretizzarsi per aprire una nuova fase di pace e prosperità". Così una nota del partito di Matteo Salvini.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump vuole solo che i palestinesi se ne vadano temporaneamente mentre Gaza viene ricostruita: lo ha detto il segretario di Stato Marco Rubio ai giornalisti durante una visita in Guatemala. L'idea controversa di Trump "non era intesa come ostile. Era intesa, credo, come una mossa molto generosa: l'offerta di ricostruire e di essere responsabile della ricostruzione", ha detto Rubio.
Il presidente Donald Trump è impegnato per la "ricostruzione" di Gaza e il "ricollocamento temporaneo" delle persone che vivono nella Striscia. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, in un briefing alla stampa.
"I contribuenti americani non finanzieranno la ricostruzione di Gaza". Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, sottolineando che Donald Trump sta negoziando con i partner della regione per questo scopo.
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres metterà in guardia oggi contro la "pulizia etnica" a Gaza. Lo ha affermato il suo portavoce Stephane Dujarric dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha suggerito che i palestinesi potrebbero essere allontanati dalla Striscia. "Il segretario generale dirà che nella ricerca di soluzioni non dobbiamo peggiorare il problema. È fondamentale che restiamo fedeli ai fondamenti del diritto internazionale. È essenziale evitare qualsiasi forma di pulizia etnica. E, naturalmente, riaffermerà la soluzione dei due stati", ha detto ai giornalisti il portavoce di Guterres.
Israele seguirà la decisione degli Stati Uniti e si ritirerà dal Consiglio per i diritti umani dell'Onu. Lo ha annunciato il ministro degli esteri israeliano Gideon Sàar parlando di discriminazione nei confronti di Israele. Lo riporta Haaretz.
L'ambasciatore israeliano all'Onu Danny Danon sostiene il piano di Donald Trump per Gaza ma ritiene che i palestinesi non dovrebbero essere costretti ad andarsene senza il loro "consenso". "Penso che siamo tutti d'accordo che dovrebbe essere richiesto il consenso delle persone a lasciare il luogo in cui vivono e il consenso degli altri paesi a riceverle", ha detto alla Cnn.
"Il mio piano per Gaza piace a tutti". Lo ha detto Donald Trump alla Casa Bianca.
Le dichiarazioni di Donald Trump sulla proposta di occupazione Usa della Striscia di Gaza e sul trasferimento dei palestinesi che vivono lì sono "pericolose per la stabilità e per il processo di pace". A indicarlo è la portavoce del governo francese, Sophie Primas. "La Francia - ha proseguito la portavoce al termine del consiglio dei ministri a Parigi - è totalmente contraria allo spostamento delle popolazioni". "Noi manteniamo la nostra politica che è: nessuno spostamento delle popolazioni, ricerca di un cessate il fuoco temporaneo volto al processo di pace e soluzione a due Stati".
I palestinesi devono poter "vivere e prosperare" a Gaza e in Cisgiordania. Lo ha detto il ministro degli Esteri britannico David Lammy rispondendo ai giornalisti a margine della visita a Kiev. La dichiarazione del responsabile del Foreign Office arriva dopo quanto affermato dal presidente americano Donald Trump sull'ipotesi di mettere la Striscia sotto il controllo Usa.
L'avvenire di Gaza passa per "un futuro stato palestinese" e non dal controllo "di un paese terzo": lo si legge in una nota del Quai d'Orsay, secondo il quale la Francia "ribadisce la sua contrarietà a qualsiasi trasferimento forzato della popolazione palestinese di Gaza, che rappresenterebbe una violazione grave del diritto internazionale, un attacco alle aspirazioni legittime dei palestinesi, ma anche un forte ostacolo alla soluzione a due stati e un fattore di destabilizzazione per i nostri partner vicini che sono l'Egitto e la Giordania, oltre che l'insieme della regione".
La posizione della Russia riguardo una soluzione per il conflitto israelo-palestinese "è nota, può realizzarsi solo sulla base dei due Stati", ha dichiarato il portavoce presidenziale russo Dmitri Peskov commentando le dichiarazioni di Donald Trump sulla Striscia di Gaza. Il Cremlino, ha detto, ha ascoltato queste dichiarazioni e quelle, contrarie, di Paesi mediorientali.
Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, respinge "fermamente" il piano di Donald Trump di occupare la Striscia di Gaza e le sue ripetute richieste di trasferimento forzato dei palestinesi che vi abitano. "Non permetteremo che i diritti del nostro popolo vengano calpestati", ha sottolineato Abu Mazen.
"Gaza è la terra dei palestinesi gazawi e questi devono continuare a restare a Gaza". Lo ha detto il ministro degli Esteri spagnolo, Unione Europea e Cooperazione, José Manuel Albares, in linea con la posizione sostenuta da Madrid negli ultimi giorni, dopo che il presidente statunitense Donald Trump ha proposto un piano che prevede il trasferimento della popolazione di Gaza in Egitto e Giordania. "Gaza è parte del futuro Stato palestinese, sul quale punta la Spagna, e che deve convivere e coesistere garantendo prosperità e sicurezza allo Stato di Israele, per il quale vogliamo anche una normalizzazione completa delle sue relazioni con i paesi arabi", ha detto il capo della diplomazia spagnola, in una conferenza stampa a Madrid, assieme al segretario generale iberoamericano, Andrés Allamand. Madrid ha riconosciuto lo Stato di Palestina in funzione della soluzione del due Stati.
Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha definito inaccettabile la proposta del presidente americano Donald Trump riguardo a una presa del controllo da parte degli Usa di Gaza con l'idea che i palestinesi dovrebbero lasciare la Striscia. "La questione della deportazione è una situazione che né noi né la regione possono accettare. Persino pensarci è una perdita di tempo, è sbagliato addirittura aprire una discussione" su questo argomento, ha affermato Fidan, durante un'intervista con l'agenzia turca Anadolu.
"Nel corso della visita" di domani in Israele "incontrerò nuovamente il ministro Sa'ar per discutere del consolidamento del cessate il fuoco e del rilancio del processo politico verso la soluzione a due Stati". Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani in audizione alle commissioni Affari esteri di Camera e Senato. "Hamas non può tornare a controllare la Striscia. La popolazione di Gaza ha pagato un prezzo troppo alto per la sua follia terroristica. Per questo siamo in prima linea nel sostegno all'Autorità palestinese nel suo processo di riforme".
Un piano "razzista", volto a "sradicare la causa palestinese": Hamas ha definito così il piano del presidente statunitense Donald Trump su Gaza. Nel corso di una conferenza stampa con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, Trump ha affermato che "gli Stati Uniti prenderanno il controllo di Gaza" e che "i palestinesi dovrebbero lasciare Gaza per sempre". Il presidente Usa ha inoltre detto che "Gaza sarà la rivière del Medio Oriente".
Il movimento islamista palestinese Hamas è pronto a stabilire contatti e tenere colloqui con l'amministrazione degli Stati Uniti del presidente Donald Trump. Lo ha dichiarato all'agenzia di stampa russa "Ria Novosti" Mousa Abu Marzouk, membro dell'ufficio politico del gruppo palestinese, che si è recato in visita a Mosca. "Siamo aperti a colloqui con tutti gli attori internazionali", ha affermato Abu Marzouk. L'esponente di Hamas ha anche sottolineato che i negoziati con gli Stati Uniti sono diventati una sorta di necessità per il movimento palestinese.
Nel prossimo mese di giugno si svolgerà una conferenza internazionale sul Medio Oriente a New York. Lo ha detto alla Tass l'ambasciatore palestinese a Mosca, Abdel Hafez Nofal. "In generale, è necessario fare qualcosa non solo per fermare la guerra, ma per fermare la guerra in generale. Ciò dovrebbe avvenire sulla base di un accordo su due Stati. E molti Paesi sono favorevoli a questo problema, compresa la Russia" ha aggiunto il diplomatico.
"Le dichiarazioni di Trump sul suo desiderio di controllare Gaza sono ridicole e assurde, e qualsiasi idea di questo tipo può infiammare la regione". Lo ha dichiarato all'agenzia Reuters Sami Abu Zuhri, funzionario di Hamas. Hamas ha così risposto alle dichiarazioni di Trump di volere che gli Stati Uniti "prendano il controllo" di Gaza per ricostruirla dopo che è stata distrutta negli ultimi 15 mesi di guerra.
Donald Trump non esclude lo schieramento di truppe americane per a Gaza. "Faremo ciò che è necessario", ha risposto in conferenza stampa con il premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Non ci sarà alcuna "normalizzazione" delle relazioni con Israele senza la creazione di uno Stato palestinese indipendente. Così l'Arabia Saudita, attraverso il proprio ministro degli esteri, ha replicato alle affermazioni del presidente Usa Donald Trump durante la conferenza stampa con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Il ministro ha ribadito che la posizione del regno rimane "ferma e incrollabile". "L'Arabia Saudita continuerà i suoi incessanti sforzi per creare uno Stato palestinese indipendente con Gerusalemme Est come capitale, e non stabilirà relazioni diplomatiche con Israele senza di ciò", ha dichiarato su X.
"Gaza sarà la rivière del Medioriente". Lo ha detto Donald Trump.
Donald Trump ha annunciato che visiterà "Gaza e altri luoghi del Medioriente".
"Dall'attacco del 7 ottobre stiamo combattendo i nostri nemici e cambiando il volto del Medio Oriente. Abbiamo devastato Hamas, abbiamo decimato Hezbollah". Lo ha detto il premier israeliano Benjamin Netanyhau. "Israele non è mai stato così forte ma per assicurare il nostro futuro dobbiamo finire il lavoro", ha aggiunto Netanyahu, precisando "Israele finirà la guerra vincendola. La vittoria di Israele sarà la vittoria dell'America".
Donald Trump, nella conferenza alla Casa Bianca, con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha sostenuto che gli attacchi di Hamas del 7 ottobre "non sarebbero mai accaduti" se lui fosse stato il presidente degli Stati Uniti in quel momento. "Abbiamo discusso - ha spiegato Trump - su come possiamo lavorare insieme per garantire l'eliminazione di Hamas e riportare la pace in una regione molto travagliata".
Negli ultimi due anni l'alleanza tra Usa e Israele è stata "messa a dura prova, ma il legame è indistruttibile e presto sarà più forte che mai". Lo ha detto Donald Trump nella conferenza stampa congiunta alla Casa Bianca con Benjamin Netanyahu.
"La volontà dei palestinesi di vivere a Gaza deve essere rispettata". Lo ha detto l'ambasciatore palestinese all'Onu Ryand Masour, in riferimento alle parole di Donald Trump di dislocare i palestinesi nei Paesi vicini alla Striscia.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, nello Studio Ovale della Casa Bianca, insieme al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, nella conversazione informale con i giornalisti, ha rilanciato il suo piano di ricollocare i palestinesi, spostandoli da Gaza. Alla domanda su dove trasferire i palestinesi, ha detto che potrebbero essere "in Giordania, Egitto o altri posti". E potrebbero essere più di due".