Harry d'Inghilterra porge a sorpresa un ramoscello d'ulivo al padre re e a tutti i Windsor. Dopo la sentenza che gli ha definitivamente negato la scorta
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Harry d'Inghilterra si è detto pronto a una "riconciliazione" con la famiglia reale britannica. E ha rivelato che suo padre Carlo non gli parla da mesi. Aggiungendo di essere preoccupato perché non sa quanto tempo resta da vivere al re, operato di tumore un anno fa. Il principe 40enne ha rilasciato un'intervista alla Bbc dalla sua lussuosissima villa a Montecito, in California, nel giorno in cui la Corte d'Appello di Londra gli ha definitivamente negato la scorta "automatica" nel Regno Unito.
Harry ha detto che "ci sono stati così tanti disaccordi tra me e alcuni membri della mia famiglia", ma ora li ha "perdonati. Alcuni membri della mia famiglia non mi perdoneranno mai di aver scritto un libro", ha continuato, facendo riferimento alla sua autobiografia Spare. E ha anche rivelato di essere stato isolato da suo padre, re Carlo III: "Non mi parla per via di questa questione della sicurezza", ha detto. Per poi aggiungere di essere preoccupato per questa situazione, visto che "non so quanto tempo gli resti da vivere". Lo ha detto in una intervista alla Bbc nel giorno in cui la Corte d'Appello di Londra ha definitivamente stabilito che lui, sua moglie Meghan Markle e i loro figli Archie e Lilibet non hanno diritto a una scorta "automatica" quando tornano nel Regno Unito. Una sentenza per la quale il principe 40enne si è detto "sconvolto" nella stessa intervista alla Bbc.
Dunque niente scorta per il "ribelle" Harry d'Inghilterra. E nemmeno per la sua famiglia. Lo ha confermato la Corte d'Appello di Londra, che ha rigettato il ricorso presentato dal principe contro la decisione assunta a suo tempo dal ministero dell'Interno britannico di revocare a lui e alla sua famiglia il diritto automatico alla tutela di polizia durante le visite nel Regno Unito. La decisione era giustificata dal fatto che Harry aveva rinunciato al ruolo attivo di membro senior di casa Windsor. Gli avvocati del secondogenito di re Carlo III e della defunta Lady Diana Spencer avevano evocato una possibile discriminazione rispetto ad altri reali. Ma ora l'intervista di Harry alla Bbc sembra riaprire uno spiraglio per ricucire lo strappo e la "fuga" negli Stati Uniti del 2020.
Il dispositivo è stato letto in diretta tv da sir Geoffrey Vos, presidente di un collegio giudicante formato da tre giudici, alla presenza dei team legali delle due parti. Il duca di Sussex, che aveva presenziato alle due udienze d'appello di aprile, questa volta è rimasto invece negli Stati Uniti, nella sua lussuosissima villa a Montecito. Vos ha riconosciuto le ragioni di Harry da un punto di vista umano e individuale, sottolineando come lo status relativo alla protezione del principe cadetto sia stato in effetti modificato in forma inedita dall'organismo del ministero dell'Interno (l'Home Office) chiamato a occuparsi della tutela dei reali. E ha riconosciuto anche che Harry è stato relegato a un trattamento inferiore rispetto ad altri familiari del suo rango reale. Tuttavia, il giudice ha aggiunto che queste motivazioni non bastano a sostenere la contestazione legale del provvedimento, in seguito alla decisione dello stesso Harry di abbandonare la residenza permanente nel Regno Unito e alla conseguente rinuncia agli impegni pubblici attivi di rappresentanza della monarchia.
Tanto più che il ministero dell'Interno ha già assicurato comunque che la tutela gli verrà garantita caso per caso, sulla base di una propria valutazione di eventuali pericoli, tutte le volte che il duca deciderà di rientrare in patria, da solo o con la consorte Meghan e i figli Archie e Lilibet. Di qui la conferma dei precedenti verdetti favorevoli alle ragioni dell'Home Office, emessi in primo grado a livello amministrativo e poi da un giudice dell'Alta Corte che aveva già addebitato al principe il pagamento delle spese giudiziarie.
Il duca di Sussex aveva sostenuto che questa della scorta era una "questione di principio. Il Regno Unito resta casa mia ed è cruciale come parte del retaggio dei miei figli; ma non è possibile frequentarlo senza tutele certe". Il tema sicurezza è da sempre un pallino del principe 40enne: nella sua autobiografia Spare ha raccontato di aver ricevuto minacce di gruppi terroristici come Al Qaida, che lo incolpano di aver combattuto in Afghanistan. E ha anche rivelato di essere rimasto traumatizzato fin da bambino quando selve di fotografi inseguivano mamma Lady Diana, fino al tragico epilogo del tunnel dell'Alma, a Parigi, quando la madre perse la vita proprio inseguita dai paparazzi.