Dopo l’omicidio il presunto killer scherzò in chat con un gruppo di amici: "È stato un mio sosia"
Tyler Robinson, il presunto killer dell'attivista di destra Charlie Kirk, ha scritto che aveva "l'opportunità di eliminare" l'influencer conservatore e "la coglierò al volo". Lo ha rivelato il capo dell'Fbi Kash Patel. Il messaggio è stato scritto prima dell'attentato di mercoledì, ha detto Patel a Fox News. Non è chiaro quale forma abbia assunto. Patel lo ha descritto sia come un "biglietto" sia come uno "scambio di messaggi di testo". Il capo del Bureau ha riferito che il testo è stato poi "distrutto" ma è stato recuperato dagli investigatori. Nel frattempo, l’omicidio ha avuto conseguenze anche sul fronte mediatico: Karen Attiah, editorialista afro-americana del Washington Post, ha annunciato il proprio licenziamento dopo aver pubblicato post sui social in cui criticava la facilità di accesso alle armi negli Stati Uniti e denunciava i “doppi standard morali” dell’America bianca. Secondo quanto riportato dalla stessa giornalista su Substack, i suoi messaggi — pur non celebrando l’uccisione — sono stati ritenuti “inaccettabili” dalla direzione del quotidiano.
Il Dna recuperato da un cacciavite e da un asciugamano, entrambi trovati insieme al fucile usato per uccidere Charlie Kirk, corrisponde a quello del 22enne Tyler Robinson", ha poi annunciato il capo dell'Fbi. La famiglia di Robinson ha riferito agli investigatori che aveva "aderito a un'ideologia di sinistra", ha aggiunto Patel.
Robinson, inoltre, seguì gli sviluppi del suo assassinio e scherzò freddamente e ripetutamente in una chat di gruppo di circa 20 amici sulla piattaforma Discord. Fino ad affermare che ad agire era stato un suo sosia o che a rispondere era lo stesso Charlie, il quale voleva lasciare la politica e aveva inscenato la sua morte. Lo rivela il New York Times, che ha pubblicato i messaggi condivisi da un coetaneo (protetto dall'anonimato per timori di ritorsioni) che aveva conosciuto Robinson alle superiori e aveva mantenuto i contatti con lui nella chat di gruppo ma ha detto di non averlo visto di persona da diversi anni.
Il giorno dopo l'uccisione di Kirk, quando l'Fbi aveva diffuso le foto del presunto killer, un conoscente di Tyler gli pose una domanda in chat. Menzionando l'username di Robinson su Discord, allegò le immagini e scrisse "wya" — "where you at?" (dove sei?) — con un'emoji a forma di teschio, suggerendo che somigliasse all'uomo ricercato. Robinson rispose nel giro di un minuto, scrivendo che il suo "sosia" stava cercando di "metterlo nei guai".
"Tyler ha ucciso Charlie!!!!", scrisse un altro utente, apparentemente per celia. Dopo che Tyler aveva scherzato dicendo che il sicario era il suo sosia, un altro utente suggerì che il gruppo avrebbe potuto denunciarlo per incassare la ricompensa di 100mila dollari offerta dall'Fbi. "Solo se mi date una parte", rispose scherzando Robinson. In un altro messaggio si legge: "Qualunque cosa tu faccia, non andare da un McDonald's a breve". Un riferimento all'arresto di Luigi Mangione, fermato durante la sua fuga in un locale della catena di fast food dopo l'omicidio del Ceo di una compagnia di assicurazioni a Manhattan. Robinson concordò e rispose con un'apparente battuta: "Meglio anche liberarmi di questo manifesto e della copia esatta del fucile che ho qui in giro".
Quando un altro utente suggerì che l'uccisione di Kirk avrebbe spinto il presidente Trump a mandare la Guardia Nazionale nello Utah, il sospettato rispose: "In uno Stato rosso (repubblicano, ndr)??? Nah, chiaramente il killer era della California". Tyler si mostrò anche attento alle indagini, che inizialmente avevano evocato il ritrovamento sui proiettili di incisioni legate all'ideologia transgender: "Ho sentito che sulle munizioni c'era qualcosa riguardo roba trans, ma non stanno diffondendo foto o citazioni precise, e poi l'affermazione non era supportata dall'agente dell'Fbi, solo da un tizio nella sala stampa". Pochi minuti dopo, un'altra macabra battuta: "In realtà io sono Charlie Kirk, volevo lasciare la politica così ho inscenato la mia morte, ora posso vivere la mia vita da sogno in Kansas".
L'omicidio di Charlie Kirk ha avuto ripercussioni anche nel mondo dell’informazione. Karen Attiah, editorialista afro-americana del Washington Post, ha dichiarato di essere stata licenziata dopo aver pubblicato post critici sulla diffusione delle armi e sui “doppi standard morali” dell'America bianca. I messaggi, pubblicati in seguito all’uccisione di Kirk, sono stati ritenuti “inaccettabili” dalla redazione.
Attiah ha specificato su Substack di non aver celebrato la morte di Kirk, ma di aver espresso moderazione, condannando odio e violenza. Ha inoltre citato alcune dichiarazioni passate dello stesso Kirk, in cui aveva messo in dubbio le capacità cognitive della giudice Ketanji Brown Jackson e dell’ex deputata Sheila Jackson Lee.
La sua uscita si inserisce in un più ampio riassetto voluto dal proprietario del quotidiano, Jeff Bezos, che ha imposto una linea editoriale focalizzata su “libertà personali e liberi mercati”. Anche altre testate hanno preso provvedimenti: MSNBC, ad esempio, ha licenziato l’analista Matthew Dowd per un commento espresso in diretta.