Il comandante Sumeet Sabharwal, veterano con oltre 15mila ore di volo, e il giovane copilota Clive Kunder erano ai comandi del volo precipitato ad Ahmedabad. La loro storia personale è ora al centro delle indagini
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Chi erano i due uomini ai comandi del volo Air India 171, schiantatosi pochi minuti dopo il decollo? Il comandante Sumeet Sabharwal e il copilota Clive Kunder erano due figure molto diverse per esperienza e vita personale, ma unite da una stessa passione per il volo. Ora, i loro profili privati sono al vaglio degli investigatori, nel tentativo di comprendere cosa sia accaduto davvero in cabina.
Aveva 56 anni, 15.600 ore di volo all'attivo e quasi tre decenni di servizio in Air India. Sumeet Sabharwal era uno dei piloti più esperti della compagnia, con oltre 8.600 ore solo su Boeing 787. Amava il volo, ma negli ultimi tempi aveva iniziato a parlare di pensionamento: "Uno o due voli ancora, poi starò a casa ad aiutare mio padre", avrebbe confidato a un collega. Era basato a Mumbai, ma la sua vita ruotava tutta attorno al genitore anziano, ex funzionario dell'aviazione civile. Vivevano insieme a Powai, e la sua dedizione alla famiglia era nota in compagnia. Colleghi lo descrivono come "meticoloso, silenzioso, mai sopra le righe. Uno che sapeva sempre cosa fare".
Dopo la morte della madre nel 2022, Sabharwal affrontò un periodo difficile. Prese congedi per lutto e pause per motivi di salute. Era tornato idoneo al volo nel settembre 2024, ma secondo alcune fonti interne, non era più lo stesso: "Mi hanno detto che soffriva di depressione e stanchezza mentale", ha dichiarato un ex collega. Non ci sono prove ufficiali di condizioni mediche incompatibili con il volo, ma i suoi dossier clinici sono al vaglio delle autorità. L'inchiesta punta a ricostruire anche il suo stato emotivo nei giorni precedenti il volo. A bordo, Sabharwal aveva lanciato un mayday: "No thrust… losing power", un ultimo tentativo di salvare vite a terra. Non risulta sposato, da solo si occupava dell'anziano padre.
Aveva solo 32 anni ma già 3.400 ore di volo, di cui oltre mille su Dreamliner. Nato in Karnataka, cresciuto a Mumbai, Clive Kunder aveva studiato al Bombay Flying Club prima di proseguire la formazione negli Stati Uniti. Figlio di una ex assistente di volo Air India, era entrato in compagnia nel 2017. Chi lo conosceva lo descrive come "brillante, disciplinato e riservato". Amava il suo lavoro e mantenne sempre un profilo basso, anche dopo il passaggio a lungo raggio. Viveva tra l'India e l'Australia, dove risiedevano i genitori e la sorella.
Clive aveva in programma di sposarsi nei prossimi mesi. Era fidanzato da anni e si manteneva molto legato alla famiglia, con cui parlava spesso in videochiamata. Il cugino Vikrant Massey, attore noto in India, ha dichiarato: "Clive era una persona straordinaria. Siamo devastati". La sua storia è quella di un giovane pilota in ascesa, senza ombre note. L'Air India lo aveva selezionato per le rotte intercontinentali proprio per la sua affidabilità e crescita professionale costante.
Secondo il rapporto preliminare, i motori si sono spenti pochi minuti dopo il decollo per l'attivazione involontaria dei comandi di "cut-off" del carburante. In cabina si sentono frasi confuse: "Why did you cut off?", segno di disorientamento o scontro. Gli esperti sono divisi: c'è chi parla di errore umano, chi sospetta un gesto volontario. Gli investigatori ora esaminano anche le relazioni tra i due piloti: c'era collaborazione? C'erano segnali di tensione? L'analisi della black box sarà decisiva. Intanto, la figura di Sabharwal - con il peso di una vita privata complessa e di un ruolo di comando - è sotto osservazione più di ogni altra.