L'indagine condotta da ESA rivela che i videogiochi aiutano ad alleviare lo stress e a mantenere i legami con gli altri durante e dopo il servizio militare
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I videogiochi sono diventati un mezzo terapeutico, utile a superare i traumi sorti durante e dopo periodi di forte stress psicologico o di lunga degenza ospedaliera. In campo militare, infatti, si sono moltiplicati gli studi per svelarne i benefici tra ex soldati o veterani di guerra: l'ultimo sondaggio condiviso da ESA conferma che i videogiochi possono avere un impatto positivo sulla vita dei veterani statunitensi.
L'ente Entertainment Software Association (ESA) ha pubblicato i risultati di un sondaggio che evidenzia i benefici dei videogiochi per i veterani statunitensi, in cui il 77% dei veterani ha dichiarato di ritenere che i videogiochi abbiano un impatto positivo sulla loro esistenza.
Il sondaggio, condotto tramite la piattaforma YouGov, è stato esteso anche ai videogiocatori che usano PC e console per capire l'impatto e il ruolo dei videogiochi nella vita dei veterani statunitensi. La dimensione del campione è stata di 1.096 videogiocatori veterani e 508 videogiocatori non veterani, in entrambi i casi di età compresa tra i 22 e i 50 anni.
La stragrande maggioranza degli intervistati ha indicato che i videogiochi forniscono uno sfogo salutare per lo stress e l'ansia (86%), aiutano a superare i momenti difficili (81%), offrono un valido mezzo per rimanere in contatto con gli altri (77%) e che le comunità di videogiochi hanno un impatto positivo sul loro benessere mentale ed emotivo (74%).
Allo stesso modo, quando è stato chiesto loro di riflettere sul periodo trascorso in servizio, hanno indicato che giocare ai videogiochi li ha aiutati a rilassarsi e a sfuggire allo stress della vita militare (85%), ha aumentato il morale e rafforzato il cameratismo (78%) e ha fornito uno strumento efficace per promuovere il lavoro di squadra e la cooperazione (73%).
"Da tempo vediamo i benefici dei videogiochi al di là dell'intrattenimento, e questi nuovi dati offrono un esempio particolarmente convincente del potere del gioco", ha dichiarato Stanley Pierre-Louis, presidente e amministratore delegato del gruppo ESA. "Siamo molto orgogliosi dell'impatto positivo dei videogiochi nel sostenere la salute mentale, favorire i legami sociali e migliorare il benessere generale, ed è profondamente gratificante sapere che questi benefici sono percepiti da chi ha servito il nostro Paese".
Oltre all'impatto e al ruolo dei videogiochi nella vita dei veterani statunitensi, l'indagine ha analizzato anche i soggetti giocanti, il loro modo di giocare e le preferenze di gioco. È emerso che, in media, i veterani videogiocatori sono maschi 37enni con un'istruzione universitaria che, dopo essere stati arruolati e aver prestato servizio per una media di sei anni, hanno ora un impiego a tempo pieno e una famiglia con figli.
La stragrande maggioranza (79%) gioca con altri giocatori su base settimanale: il campione di riferimento preferisce giocare su console (74%) rispetto a PC (63%) e smartphone (62%) e si diverte a giocare a un'ampia varietà di generi. Alla domanda sui videogiochi utilizzati più frequentemente, la preferenza si è diretta specialmente sugli sparatutto d'azione (55%), sui giochi di ruolo e sui MOBA (39%), mentre una percentuale più bassa ha detto di preferire i giochi sportivi (31%) e quelli d’azione e avventura (28%).