Sempre più utenti scelgono di condividere racconti che nascono dalla propria esperienza. Un nuovo codice comunicativo che trasforma Instagram & co in diari collettivi
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“È un viaggio bello ma tosto”, scrive Aurora Ramazzotti su Instagram aprendo il cuore ai suoi follower. Da quando è diventata mamma di Cesare, la figlia di Michelle Hunziker e Eros Ramazzotti racconta di aver imparato dieci lezioni fondamentali. Non sono massime filosofiche, ma pensieri quotidiani: l’importanza della pazienza, la riscoperta dei gesti semplici, la capacità di mettersi sempre in gioco. Aurora lo dice senza filtri, trasformando la sua esperienza personale in un messaggio raccontato agli utenti del web. Non solo una confessione personale, ma un invito a sentirsi più vicini attraverso la condivisione. È l’essenza dei “learning post”, il linguaggio dei social che sta diventando sempre più diffuso e che mette al centro le lezioni di vita, più delle immagini patinate.
Il post di Aurora è un esempio perfetto di quello che oggi viene chiamato “learning post”. Si tratta di contenuti in cui una persona, famosa o meno, mette nero su bianco ciò che ha imparato, le lezioni che la vita le ha regalato, spesso dopo esperienze intense o trasformative. Non c’è la ricerca della perfezione estetica o la voglia di stupire: c’è invece l’urgenza di condividere qualcosa che possa risuonare anche negli altri. È un linguaggio che segna un cambio di passo rispetto al passato, quando i social sembravano dominati solo da immagini patinate, filtri e vite apparentemente senza sbavature.
A funzionare è l’autenticità. I “learning post” offrono una nuova forma di comunicazione più vicina alla realtà. Come ha scritto il New York Post, la fine dell’era dell’influencer patinato è sempre più vicina e a guadagnare terreno sono i contenuti percepiti come genuini e credibili. E, proprio per questo motivo, i “learning post” sono diventati il nuovo trend social.
Non a caso, secondo diverse ricerche sui social, i contenuti percepiti come autentici ottengono un livello di engagement superiore rispetto ai post costruiti o sponsorizzati. La ragione è semplice: chi legge non cerca più modelli irraggiungibili, ma vuole riconoscersi in storie di vita reale. Per questo il racconto delle lezioni apprese, grandi o piccole che siano, è diventato un nuovo codice comunicativo che trasforma i social in diari collettivi.
Se Aurora Ramazzotti condivide le sue scoperte di madre, non mancano esempi simili anche tra persone comuni. È la democratizzazione dei contenuti: chiunque oggi può raccontare cosa ha imparato, con la stessa forza emotiva di una celebrità. La maternità, un viaggio di studio all’estero, una sfida professionale o un momento difficile: esperienze personali che diventano occasione di dialogo e connessione. E proprio perché non sono “perfette”, queste storie funzionano. Sono vere, dirette, e generano empatia.
Il successo dei “learning post” racconta un cambio più ampio: i social non sono più soltanto vetrine di bellezza e successo, ma anche spazi di condivisione emotiva e crescita collettiva. Raccontare ciò che si è imparato significa restituire un pezzo della propria vulnerabilità, senza paura di mostrarsi fragili. Ed è proprio questa fragilità a trasformarsi in forza. Il post di Aurora, con le sue dieci lezioni da mamma, non è solo uno sfogo personale: è un segno che i social, quando usati con sincerità, possono ancora essere luoghi di connessione autentica.