Come ne "Il diavolo veste Prada"

Anna Wintour cerca un assistente, stavolta per davvero. E la paga non è nemmeno male

L'annuncio è stato pubblicato nella sezione "carriere" del sito di Condé Nast, il gruppo editoriale che pubblica Vogue e per cui Wintour ancora lavora. Ma la nuova collaboratrice avrà più fortuna di quella interpretata da Anne Hathaway nel fortunato film (dove c'era un'alter-ego della storica direttrice)?

10 Ago 2025 - 18:18
 © Italy Photo Press

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Il diavolo veste Prada è uno di quei rari esempi per cui forse l'adattamento cinematografico dell'opera supera il materiale originale. Niente "era meglio il libro", per una volta, anche se il bestseller scritto da Lauren Weisberger divenne comunque uno dei casi editoriali di inizio nuovo millennio. Questo nonostante soprattutto in America tante redazioni si rifiutassero di parlarne, principalmente per paura non tanto della casa di moda citata nel titolo quanto della reazione della donna cui si ispirava il personaggio di Miranda Priestley: Anne Wintour, l'allora iconica direttrice di Vogue America, la bibbia della moda di cui ha finito per tenere il timone per ben 37 anni. Tutti sapevano che dietro quell'alter-ego si nascondeva in realtà la Wintour, anche perché il volume era venduto come un resoconto romanzato dell'esperienza della stessa autrice.

Era insomma lei stessa la stretta collaboratrice del capo nel luogo dove tutti gli appassionati di moda sognavano di mettere piede. L'esperienza di Weisberger fu però tutt'altro che indimenticabile e si esaurì a cavallo tra il 1999 e il 2000, dando al ruolo di assistente della Wintour una nomea non proprio buonissima. Eppure, anche grazie al successo del film con Meryl Streep, tanti rimasero affascinati dalla figura di questa donna algida ma maledettamente interessante, sognando di ripercorrere le orme del personaggio interpretato da Anne Hathaway sullo schermo: quello della fidata spalla di Anna/Miranda. Un sogno che è sembrato per un po' quasi a portata di mano, a pochi clic.

L'annuncio su internet

 Cercasi candidato "estremamente organizzato, efficiente, rispettoso delle scadenze, in grado di essere multitasking". Questo il succo dell'elenco apparso quest'estate sullo spazio Carrers del sito di Condé Nast. Il ruolo è indicato come quello di "Executive Assistant to the Global Chief Content Officer and Global Editorial Director" ed è ancora online, anche se probabilmente già preso d'assalto da migliaia di candidature. Ma quali sono le qualità irrinunciabili per poter ambire a questa desideratissima posizione? Qualcuno avrà pensato forse che fosse mandatorio riconoscere subito il colore "ceruleo", al centro di uno dei monologhi più citati de Il diavolo veste Prada.

Beh, probabilmente sapersi destreggiare tra le varie tonalità di blu e azzurro tornare comunque molto utile anche se, nell'annuncio, si faceva riferimento soprattutto ad aspetti un po' più pratici. L'assistente ideale di Anna deve infatti essere un laureato con almeno uno o due anni di tirocinio o esperienza lavorativa alle spalle. Deve poi avere una provata esperienza nel supporto amministrativo, preferibilmente nell'industria digitale, dei contenuti o editoriale. Conclude infine la lista dei desiderata un classico "atteggiamento propositivo equilibrato da umiltà e volontà di imparare", almeno quanto la neofita Andrea Sachs al primo approccio col mondo della moda.

Location e paga non male. Ci vuole solo coraggio

 Va detto che per chi pescherà il "biglietto d'oro" (per dirla alla Roald Dahl) ci saranno anche altri benefit, oltre all'esperienza unica di stare a stretto contatto con una icona che ha cambiato l'editoria e la moda in generale. Intanto si parla di un posto di lavoro non banale, anche in termini di location: si dovrà infatti darsi da fare nel quartier generale di Condé Nast al World Trade Center di New York, fianco a fianco con colei che oggi ricopre il ruolo di Global Editorial Director di tutti i Vogue, ma anche in quello di Chief Content Officer di tutta Condé Nast.  Insomma un incarico di responsabilità ma comunque ben retribuito, addirittura fino a 125mila dollari. Va solo trovato il coraggio e la sfrontatezza di pensare di poter riuscire lì dove hanno fallito sia Lauren Weisberger che il suo alter-ego sullo schermo Andrea Sachs. Intanto anche il cinema si adegua e, mentre la Wintour cerca la sua assistente, Hollywood sta già pensando al sequel de Il diavolo veste Prada (in lavorazione proprio in questi giorni).

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