Lady Diana, quella visita in moschea con gambe nude e pedicure rossa

Che Lady Diana abbia riscritto le regole dei cerimoniali non è certo una novità. Ma la riflessione che si rinnova a pochi giorni dal 28esimo anniversario dalla sua scomparsa - il tragico incidente stradale che le costò la vita, a soli 36 anni, avvenne a Parigi il 31 agosto 1997 - è legata a quanto sia stata in grado di anticipare tempi, linguaggi e trend.

 Più vicinanza e naturalezza: la prima moglie di re Carlo ha aperto la strada a un nuovo modo di comunicare la monarchia. La nuora Kate Middleton è, in questo senso, una dimostrazione lampante di questa sua eredità, pure agli occhi di chi non segua con assiduità i royals. Diana Frances Spencer, conosciuta anche come Lady D, ha rivoluzionato il protocollo reale inglese e la sua rigidità anche con le scelte dei suoi outfit, ha dettato la linea in fatto di make up e hair look, ha anticipato comportamenti che oggi definiremmo sostenibili e consapevoli. È stata sicuramente tra le icone di stile più influenti di tutto il XX secolo. 

 Tra gli aneddoti legati a episodi pubblici che la videro protagonista, e destarono clamore, c'è la sua visita alla moschea imperiale Badshahi di Lahore, in Pakistan, nel settembre 1991. Una delle più grandi del mondo. La principessa del Galles aveva allora da poco compiuto trent'anni. Scelse di indossare un wrap dress, un abito a portafoglio chiuso lateralmente, con scollatura a V. Maniche lunghe, verde - colore sacro per l'Islam -, grandi bottoni dorati. Très chic. A fare notizia fu la lunghezza della gonna, al ginocchio: per la maggior parte dei pakistani era infatti la prima volta che si vedeva una donna camminare in una grande moschea a gambe scoperte, e alcuni religiosi si espressero dicendo che avrebbero preferito che indossasse i pantaloni. Una volta all'interno, tolte le scarpe, Lady D rivelò anche una pedicure con smalto colorato, nei toni del rosso.