Donald Trump, da MAGA a Usa: i cappelli "parlanti" del presidente

È comunque MAGA mania. Chissà se Donald Trump sia stato ispirato anche da sua moglie Melania. Non passò, infatti, inosservato un outfit indossato dalla First Lady nel corso del precedente mandato del marito, nel 2018. Un parka verde, con una grande scritta bianca sulla schiena recitante: "I really don't care. Do you?" (letteralmente: "A me davvero non importa, a te?"), ancora disponibile per essere acquistato dai siti di ecommerce. Spiegò, in seguito, che era un messaggio contro le critiche rivoltole da una parte della stampa Usa. Ma il gesto ebbe nel frattempo ampia risonanza nel dibattito pubblico. Esperienza di cui il presidente degli Stati Uniti potrebbe aver fatto tesoro. 

 C'è un messaggio chiaro e un significato politico ben definito dietro gli acronimi riportati sui cappellini indossati dal numero uno della Casa Bianca. Sin dai tempi della sua prima campagna elettorale, nel 2016, e in seguito, dal 2024. Il più noto è MAGA - Make America Great Again (ovvero: "Rendiamo l'America di nuovo grande"). Il più recente, USA, riportato sul copricapo bianco che ha indossato al momento del suo arrivo a L'Aja per prendere parte all'ultimo vertice Nato. Si sono visti anche modelli dedicati al “Golfo d’America” e un “Trump was right about everything!” (tradotto: "Trump aveva ragione su tutto!").  

 Oltre alla sua valenza politica, l'acronimo MAGA viene usato anche per riferirsi più genericamente ai sostenitori del presidente Usa e al suo movimento. Reso di nuovo popolare dai tempi della prima campagna elettorale per la corsa alla Casa Bianca nel 2016, guardando alla storia politica statunitense risale agli anni Ottanta. Fu, infatti, Ronald Reagan a usare un'espressione analoga per suscitare un senso di patriottismo tra gli elettori nella sua campagna presidenziale del 1980: "Let's Make America Great Again" (ovvero: "Rendiamo l'America di nuovo grande"). Bill Clinton, in seguito, ha usato la frase nei discorsi durante la sua campagna presidenziale del 1992 e in uno spot radiofonico trasmesso durante quella di Hillary Clinton, nel 2008. Lo slogan è diventato nel corso del tempo un fenomeno della cultura pop, diffuso e utilizzato in diverse varianti in molti ambiti, inclusi arte e spettacolo.