La sua idea di femminilità autonoma e coraggiosa. Il futuro della maison e gli scenari possibili dopo l'addio della stilista romana alla direzione creativa
Maria Grazia Chiuri (Courtesy of Dior, credit: © MARIPOL) © Ufficio stampa
Come sarà Dior dopo l'addio di Maria Grazia Chiuri? Nominata nel 2016, la designer romana è stata la prima donna a ricoprire la carica di direttrice creativa delle collezioni femminili della maison parigina. Nel suo comunicato ufficiale, dedicato alla fine del loro sodalizio, Avenue Montaigne ha specificato che è stata lei stessa a lasciare l'incarico ed espresso la sua "profonda gratitudine" dopo una "formidabile collaborazione" durata nove anni. Dopo John Galliano e Raf Simons, appena uscita da Valentino, è riuscita a imporre la sua visione della donna sin dalla prima sfilata, da allora sempre collaborando con artiste femministe.
"Dal suo arrivo ha svolto un lavoro straordinario con una prospettiva femminista stimolante e una creatività eccezionale - ha sottolineato nella nota ufficiale della maison Delphine Arnault, Presidentessa e Amministratrice delegata di Christian Dior Couture -. Ha scritto un capitolo chiave nella storia di Christian Dior, contribuendo alla sua notevole crescita". L'annuncio della fine della collaborazione è stato contestualmente dato anche dalla stessa Chiuri sui social: "Dopo nove anni, lascio la maison Dior felice della straordinaria opportunità che mi è stata data". La stilista 61enne ha ringraziato anche i suoi collaboratori: "Sono particolarmente grata per il lavoro svolto dal mio team e dagli Atelier. Il loro talento e la loro competenza mi hanno permesso di realizzare la mia visione della moda femminile "impegnata", in stretto dialogo con diverse generazioni di artiste. Insieme, abbiamo scritto un capitolo straordinario e di impatto, di cui sono immensamente orgogliosa".
La notizia circolava nell'ambiente della moda da diverso tempo. L'ultima sfilata a Roma, quella dedicata alla collezione Cruise 2026 che si è tenuta nel parco di Villa Albani Torlonia, è stata infatti salutata da alcuni come una sorta di "gran finale". Il primo "atto creativo" di Maria Grazia Chiuri a fare clamore risale alla sua prima sfilata per Dior, nell'ottobre 2016: una semplice t-shirt bianca con la scritta "We Should All Be Feminists" (Dovremmo essere tutti femministi) in lettere nere, frase presa in prestito dalla scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie. È arrivato poi tanto altro impegno, tante visioni da raccontare e una moda che si è fatta manifesto, profondamente dalla parte delle donne e dove il femminile è protagonista. Un approccio diverso verso il potere e il bene comune: "Se le donne governassero il mondo, ci sarebbe la violenza?". Domande che hanno sempre sollevato interrogativi e suscitato riflessioni. Il suo successore non è stato ancora annunciato ufficialmente. Circola il nome di Jonathan Anderson, nominato alla guida di Dior Homme ad aprile, in sostituzione di Kim Jones. Il designer nordirlandese diventerebbe il primo stilista a guidare sia le collezioni uomo che donna della casa di moda parigina.