Il colosso americano potrà continuare a pagare terzi per essere il motore di ricerca di default, ma dovrà condividere con le rivali i dati e non siglare accordi esclusivi
© sito-ufficiale
Google scampa il peggio. Il giudice Amit Mehta ha respinto la richiesta di "spezzatino" da parte del Dipartimento di Giustizia per risolvere l'accusa di monopolio nei confronti di Mountain View. Il colosso tech potrà mantenere Android e Chrome e potrà continuare a pagare terzi per essere il motore di ricerca di default, ma dovrà condividere con le rivali i dati e non siglare contratti esclusivi.
Nel 2024 il giudice Mehta aveva dato ragione al Dipartimento di Giustizia e affermato che Mountain View ha agito illegalmente per mantenere un monopolio nella ricerca online.
"Nonostante il loro potere, i tribunali devono affrontare il compito di elaborare rimedi con una sana dose di umiltà. Questo tribunale lo ha fatto", ha detto il giudice Amit Mehta che, con la sua decisione, ha offerto un primo "manuale" da seguire per i tribunali americani che stanno perseguendo le altre Big Tech.
La sentenza sul monopolio di Google è infatti la prima del suo genere nell'era moderna di internet e la maggiore riguardante la Silicon Valley dal caso Microsoft di 20 anni fa. Per Google la decisione è un sospiro di sollievo evidente anche a Wall Street, dove i titoli sono volati fino al +6,2%. Nonostante il risultato soddisfacente, Mountain View non intende mollare e ha assicurato che farà ricorso.
Per il governo americano la decisione è invece un duro colpo agli sforzi di regolamentare il settore Big Tech. Sia l'amministrazione Biden sia quella Trump avevano chiesto alla giustizia rimedi ben più estremi in merito a Google, così da inviare un segnale all'intero settore. La giustizia americana aveva aperto un'indagine contro Google nel 2020, durante la prima amministrazione Trump. Nel 2024 è poi arrivata la storica sentenza, in cui Mountain View era ritenuta una monopolista nella ricerca online. Il governo aveva presentato una lista di rimedi severa, ed era stato aspramente criticato da Google. La decisione del giudice Mehta rimuove l'incertezza e sembra in grado di rassicurare anche gli altri colossi della Silicon Valley.
Intanto continua l'indagine su Google da parte delle istituzioni europee. "Nessuna decisione è stata adottata", ha scritto la portavoce della Commissione europea, Arianna Podestà, interpellata sulle notizie riportate da Mlex secondo le quali Bruxelles avrebbe ritirato all'ultimo minuto una multa sull'indagine relativa all'adtech al colosso americano nell'ambito delle tensioni commerciali Ue-Usa.