Fim Fiom Uilm e Usb sollecitano un incontro urgente per aprire un tavolo unico e rivedere le misure previste dall'esecutivo
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Fim, Fiom, Uilm e Usb di Taranto e Genova hanno proclamato uno sciopero a oltranza a partire dalle 12 come protesta contro il piano illustrato dal governo per l'ex Ilva. La decisione, formalizzata in una comunicazione congiunta, mira a sollecitare un incontro immediato per l'apertura di un unico tavolo istituzionale a Palazzo Chigi, con l'obiettivo di ottenere il ritiro del documento e avviare "un confronto serio e costruttivo" sui temi che riguardano diritti, sicurezza e prospettive occupazionali. Nella nota, le organizzazioni definiscono la mobilitazione "un momento fondamentale per difendere i diritti di tutti i lavoratori e garantire stabilità e dignità".
A Genova il corteo dei lavoratori ex Ilva è entrato in autostrada: i manifestanti sono entrati al casello di Cornigliano dopo aver percorso le rampe di accesso, con uomini e mezzi sono arrivati sulla carreggiata della A10 in direzione centro città, fermando il traffico.
"La situazione negli stabilimenti rischia di degenerare, i lavoratori stanno scioperando a oltranza a Genova come a Taranto per chiedere al governo di intervenire immediatamente. Prima di tutto, l'esecutivo deve eliminare il piano di morte che ci è stato presentato e fare tutto ciò che è necessario per salvare la produzione di acciaio in Italia. Non vogliamo dividere cittadini e lavoratori, tutti vogliamo una fabbrica green con una vera decarbonizzazione. Questo è l'unico modo per salvaguardare ambiente, salute e occupazione". Lo ha dichiarato Rocco Palombella, Segretario generale Uilm. "Per queste ragioni abbiamo chiesto una convocazione urgente a Palazzo Chigi che si basa su alcune premesse, la prima è il ritiro del piano corto che ci hanno presentato all'incontro di novembre. La Meloni ci metta la faccia, questa vertenza è arrivata a un punto di non ritorno ed è per questo che serve la massima responsabilità di tutti", ha sottolineato Palombella.