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Nadef: il Pil frena nel 2023, dal deficit un "tesoretto" di 10 miliardi

La crescita del Pil per il 2023 è stata rivista al ribasso allo 0,6% dopo la precedente stima, mentre si prevede inoltre che il tasso d'inflazione inizierà scendere entro la fine dell'anno

Nadef: il Pil frena nel 2023, dal deficit un "tesoretto" di 10 miliardi - foto 1
-afp

Un'economia che cresce quest'anno più del previsto, ma che sarà in brusca frenata nel 2023.

Con il calo del debito, dell'inflazione e soprattutto del deficit, che consegna un "tesoretto" prezioso da 9-10 miliardi di euro per il nuovo governo. È la fotografia "tendenziale" che emerge dalla Nadef (Nota di aggiornamento al Def) e che l'esecutivo uscente di Mario Draghi consegna al prossimo. Si prevede inoltre che il tasso d'inflazione inizierà scendere entro la fine dell'anno. La crescita del Pil per il 2023 è stata rivista al ribasso allo 0,6% dopo la precedente stima, che ad aprile prevedeva un +2,4%. Diminuisce meno del previsto il deficit, che scende dal 7,2% al 5,1% del Pil. Il documento di aprile fissava invece l'asticella al 3,9%.

 

 

I prossimi passi del governo - Si tratta di un quadro aggiornato solo a legislazione vigente, che tuttavia evidenzia come, nonostante il "contesto difficile", ci sono spazi per superare gli obiettivi. Ed è da questa base che la coalizione di centrodestra guidata da Giorgia Meloni inizierà il proprio lavoro per determinare le scelte di politica economica. Terreno su cui il nuovo governo sembra intenzionato a cimentarsi in fretta, con un nuovo decreto energia possibile forse già prima della manovra, per garantire sostegno a famiglie e imprese.

 

La fotografia del 2022 - Il nuovo quadro macroeconomico fornito dalla Nadef, approvata dal Consiglio dei ministri, è insolitamente solo a metà. Vista la contingenza della nascita del nuovo governo, infatti, contiene solo la parte tendenziale e non quella programmatica, con gli effetti della Manovra di bilancio, che viene demandata al prossimo esecutivo. I numeri certificano un Pil che migliora quest'anno al +3,3% (dal +3,1% delle stime di aprile) grazie alla crescita superiore al previsto del primo semestre e nonostante la lieve flessione della seconda metà del 2022.

 

 

La previsione sul 2023 - A "subire gli effetti dell'indebolimento del ciclo internazionale ed europeo" sarà però il prossimo anno, con una brusca frenata al +0,6% (dal +2,4% nel Def). In discesa il deficit, che cala al 5,1%: un obiettivo inferiore di 0,5 punti rispetto al 5,6% fissato nel Def e già autorizzato dal Parlamento, che lascia uno spazio di manovra tra 9 e 10 miliardi al nuovo governo per un eventuale nuovo decreto. Cala anche il debito, che imbocca un percorso di discesa (145,4% del Pil quest'anno e 143,2% il prossimo) che lo portera' nel 2025 sotto quota 140% (al 139,3%). E nonostante la Nadef fotografi un rialzo del sentiero dell'inflazione, resta la previsione che il tasso comincerà "a scendere entro la fine di quest'anno".

 

"Contesto difficile, ma previsioni rassicuranti" - Le previsioni sono improntate a un "approccio prudenziale", spiega il ministro dell'economia Daniele Franco, che nella premessa alla Nadef usa per definire i dati un aggettivo sicuramente molto pesato: "rassicuranti". Già, perché non si nasconde che quello attuale è un "contesto difficile", ma si evidenzia anche che ci sono "margini" per fare meglio.

 

Rischi geopolitici ed energia - Davanti ci sono mesi "complessi", tra i rischi geopolitici e il probabile permanere dei prezzi dell'energia su livelli elevati, ma le risorse senza precedenti per rilanciare gli investimenti (si legga Pnrr) "potranno dar luogo a una crescita sostenibile ed elevata". A porre rischi è anche il rialzo di tassi e rendimenti, che se risparmierà il 2022, è destinato ad avere un importante impatto negativo sul Pil nel 2023 (con una spesa per interessi verso il 3,9%). Sulla base di queste previsioni, ora la palla passa alla coalizione di centrodestra, che non perde tempo.

 

Manovra, bollette e benzina - Per la Manovra ci sono già stati i primi contatti al Tesoro e si guarda già alle prossime mosse. A partire da un possibile nuovo Decreto energia, un'urgenza ancor più impellente alla luce delle ultime previsioni sull'aumento delle bollette (+60% per la luce nel prossimo trimestre secondo Nomisma). Solo per replicare a dicembre quanto fatto per ottobre-novembre sul fronte aiuti, servirebbero 4,7 miliardi di euro. Resta anche da prorogare lo sconto benzina (in scadenza a fine ottobre), che costa circa 1 miliardo al mese. Ma altri interventi potranno prendere forma. Lo spazio per farlo ora c'è.

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