Scende al +0,7% la revisione sul 2026: è una "frenata" determinata in particolare dalla caduta delle esportazioni
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"Penalizzata dal difficile contesto globale ed europeo, la crescita in Italia resterà bassa". È l'avvertimento del Centro studi di Confindustria, che all'appuntamento con le previsioni di autunno taglia ancora le attese sul Pil. Stima "un incremento annuo pari ad appena il +0,5% nel 2025, inferiore di 0,1 punti a quanto previsto nello scenario di aprile". "La crescita anemica del Pil attesa quest'anno e il prossimo rende necessario muovere l'Italia, intervenendo con le leve più efficaci a disposizione, anche sbloccando la ricchezza finanziaria dal parcheggio in depositi bancari improduttivi", sottolineano gli economisti di viale dell'Astronomia.
"All'impatto molto positivo del Pnrr, che è già all'opera ma che si concluderà nei primi mesi del prossimo anno, - sollecitano gli industriali - va affiancata una Manovra di bilancio che sapientemente prosegua sulla strada dello stimolo agli investimenti produttivi", "investimenti necessari per rilanciare la crescita del Paese".
"La crescita italiana è attesa accelerare di poco nel 2026, a +0,7%", rispetto al +1% stimato ad aprile, "tornando sui ritmi del 2024". È una "frenata" determinata in particolare "dalla battuta d'arresto nel secondo trimestre 2025, quando il Pil italiano è diminuito di 0,1%, a causa della caduta delle esportazioni".
Un ruolo cruciale per accelerare gli investimenti può avere la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane", rileva il Centro studi di Confindustria. "Questa ricchezza sta crescendo rapidamente e ha raggiunto valori enormi, pari a oltre 6.000 miliardi di euro nel 2024, alimentata in primo luogo dagli elevati risparmi degli ultimi anni. In particolare, i depositi bancari di famiglie in Italia sono arrivati a oltre 1.500 miliardi, circa un quarto del totale".