COSA SONO E PERCHÉ SONO IMPORTANTI

Rifugi climatici: oasi di sollievo nelle città bollenti

Si tratta di spazi aperti al pubblico in cui gli abitanti possono rinfrescarsi e proteggersi dal caldo, e sempre più città in Italia e all’estero li stanno organizzando in vere e proprie liste ufficiali

03 Lug 2025 - 12:21
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Ormai non si parla più di qualcosa di straordinario, di limitato a poche giornate all’anno. Le temperature sempre più alte saranno una costante delle nostre estati, è un dato di fatto. Ne sono dimostrazione le immagini e i dati che arrivano da tutta l’Europa, dove il riscaldamento globale sta facendo sentire i propri effetti non solo nell’area mediterranea, bensì anche in Paesi come il Regno Unito.

Cosa fare allora per proteggersi, soprattutto quando non si ha accesso ai principali mezzi di sollievo? Un aiuto può arrivare dalle stesse città bollenti, grazie ai rifugi climatici.

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Si tratta di spazi aperti al pubblico in cui gli abitanti possono rinfrescarsi, trovare dell’ombra e dell’acqua. Possono essere luoghi chiusi come musei o biblioteche o piazze coperte, o luoghi all’aperto, come parchi o piscine pubbliche.  

È la prima volta in Italia che diverse città stilano e diffondono delle vere e proprie liste di rifugi climatici. Uno strumento molto utile per tutti i cittadini, ma soprattutto per le persone senza fissa dimora o con meno possibilità economiche o semplicemente per i più fragili, come anziani e bambini.  

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Firenze conta 44 luoghi del genere, Bologna ne ha attivati 15. A Napoli la lista non è stata stilata dal comune ma da un’associazione, che ne ha individuati 28. Né Roma né Milano hanno ancora diffuso un elenco ufficiale, ma hanno avviato alcune iniziative. La Capitale offre ingressi gratuiti alle piscine comunali e trasporti dedicati agli anziani e alle persone con mobilità ridotta. Il capoluogo lombardo ha previsto l’apertura di biblioteche e centri civici come aree di sosta per refrigerarsi nelle ore più calde.

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I rifugi climatici ovviamente sono un modello adottato anche all’estero, già dagli scorsi anni. Barcellona è la città europea che per prima ha lavorato sul progetto e anche con maggiori risultati. Oggi può vantare 400 luoghi utili e ben il 98% della sua popolazione vive a meno di 10 minuti da almeno un rifugio.

Lione, in Francia, ha realizzato una mappa interattiva che suggerisce come muoversi minimizzando l’esposizione al caldo, oltre a indicare i luoghi più freschi della città in cui rifugiarsi.

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New York, che in questi giorni sta sperimentando una forte ondata di calore, ha attivato centinaia di “cooling centers” – degli spazi climatizzati – e offre sostegni economici alle fasce più esposte ai pericoli legati al caldo.

Tutte misure di emergenza rese necessarie dalle disuguaglianze che il caldo accentua. Sempre più spesso si parla infatti “cooling poverty”, la povertà da raffreddamento, che si verifica quando non tutti possono o riescono a difendersi dal caldo. Un fenomeno che intreccia le fragilità economiche e sociali a quelle ambientali.

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Per questo il ruolo delle città è fondamentale per assicurare a tutti una protezione. Un adattamento urbano che inizia con i rifugi climatici in estate, ma che dovrebbe proseguire tutto l’anno, incrementando il verde pubblico e ripensando le infrastrutture. Solo così si potrà garantire la salute pubblica a tutti i cittadini, senza alcuna differenza. 

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