gravi ripercussioni

Il caldo colpisce anche il Mar Mediterraneo: fino a 5 gradi sopra la media | Allarme dei biologi: "Molti pesci sono a rischio"

L'ondata di afa marina riguarda anche il Mar Ligure che, come spiega il biologo Tony Di Natale, "sta evidenziando una grande anomalia termica dall'inizio della seconda settimana di giugno"

29 Giu 2025 - 10:30
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Nel Mar Mediterraneo è in corso un'ondata di calore marina. Una mappa realizzata dal Copernicus Marine Service mostra le anomalie della temperatura superficiale del mare registrate il 22 giugno 2025. Le aree in rosso scuro indicano temperature superiori di oltre 5 gradi alla media stagionale. Il riscaldamento più intenso è stato registrato nel bacino del Mediterraneo occidentale, compresi il Mar delle Baleari e il Mar Tirreno. 

Copernicus Marine Service fornisce dati marini gratuiti e ad accesso aperto a supporto del monitoraggio della salute degli oceani. "Monitorare le anomalie della SST (la Sea Surface Temperature, in italiano la Temperatura Superficiale Marina, ndr) è essenziale per comprendere meglio l'impatto dei cambiamenti climatici, anticipare eventi meteorologici estremi e gestire i rischi per la biodiversità marina e le comunità costiere", si legge su sito di Copernicus.

La situazione del Mar Ligure

 Come spiega il biologo ed ecologo marino, nonché segretario generale della Fondazione Acquario di Genova, Tony Di Natale, sulle pagine del Secolo XIX, "il 2025 si sta caratterizzando per una forte onda di calore nelle acque dell'intero Mediterraneo nel mese di giugno, che stavolta comprende anche il Mar Ligure che è stato caratterizzato da una bassa ventosità, e che sta evidenziando una grande anomalia termica dall'inizio della seconda settimana. Il picco massimo della temperatura di superficie di giugno sarà il 30, domani, con ben 29,36°C, seguito da un picco più alto l'1 luglio, con 29.43°C. Significa che questi picchi sono circa 7°C oltre la media, con una media mensile di circa 5°C oltre la media degli ultimi anni per il mese di giugno 2025. È una situazione assolutamente anomala, che implica una serie importante di effetti".

Gli effetti per il meteo

 "Innanzitutto - aggiunge Di Natale -, questa enorme superficie di acqua calda induce una evaporazione elevata, che porterà negli strati bassi dell'atmosfera massa umida. La climatologia è complessa e non sempre facile da prevedere, ma certamente la presenza di masse umide calde può generare fenomeni meteorologici più estremi e piogge più intense del solito".

Gli effetti per i pesci

 "I problemi maggiori sono prevedibili nel mare - sottolinea il biologo -. Mentre per i cetacei le correlazioni con i cambiamenti climatici si stanno attualmente studiando nell'ambito del progetto Promed condotto dalla Fondazione Acquario di Genova, insieme all'Università di Genova e altri partner, è certo che varie specie marine subiscono variamente una serie di impatti. Per i grandi pesci pelagici, quali tonno e pesce spada, le temperature eccessive oltre i 26°C comportano il blocco dell'attività riproduttiva, che ha solitamente il suo picco proprio nella seconda parte di giugno. Probabilmente si sposterà, se possibile, verso luoghi con temperature più basse. Le specie che compongono le varie parti delle catene alimentari pelagiche potranno o spostarsi orizzontalmente in aree più fresche o andare verso strati più profondi, ma anche la parte orientale del Golfo di Genova, a 30 metri di profondità, ha subito l'impatto di questa onda di calore. A quella profondità, solitamente la temperatura media a giugno è più bassa di 18°C, mentre il 30 giugno 2025, domani, sarà di 19,35°C e l'1 luglio è prevista a 19,43°C".

"Anche una leggera differenza di temperatura ha effetti maggiori. Questo significa che i pescatori potranno incontrare differenze nelle catture delle diverse specie, con maggiori presenze di specie che preferiscono acque calde e minori per le specie che solitamente preferiscono acque più fredde. Le tartarughe marine avranno probabilmente maggiori opportunità di deporre le uova nel Mar Ligure e nelle parti più settentrionali del Mediterraneo", conclude Di Natale.

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