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Ivana Ciabatti: "La filiera dei metalli preziosi deve essere trasparente, inclusiva, rispettosa dell'ambiente e della dignità delle persone"

Ivana Ciabatti, CEO di Italpreziosi S.p.A., si racconta ai lettori di Tgcom24

di Carlotta Tenneriello
14 Lug 2025 - 05:00
 © Ufficio stampa

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Ivana, partiamo da te e dai tuoi inizi di carriera: so che hai iniziato avendo i viaggi come sogno nel cassetto…

Fin da giovanissima ho sempre avuto una grande curiosità per il mondo. I viaggi erano il mio sogno, il mio modo per conoscere culture, persone, modi diversi di pensare. E, in un certo senso, quel sogno si è avverato proprio grazie al mio lavoro: ho avuto la possibilità di girare il mondo, di entrare in contatto con realtà molto diverse tra loro, di scoprire luoghi meravigliosi ma anche contesti complessi, in alcuni angoli del pianeta emergono fragilità umane e un uso delle risorse naturali spesso poco sostenibile e responsabile. È stato proprio in quei momenti, davanti a certe ingiustizie, che è nata in me una vocazione profonda: costruire un’impresa capace di operare in modo diverso, con responsabilità, trasparenza e rispetto per le persone e per l’ambiente.

Quando e come è nata l’idea che ti ha portata a fondare Italpreziosi e a guidarla come CEO? C’è stato un momento chiave in cui hai capito che questa sarebbe stata la tua strada?

La visione, la determinazione e la passione per questo settore mi hanno spinta a costruire qualcosa di mio, con una visione chiara: creare un’azienda che fosse non solo un’eccellenza produttiva nel mondo in grado di combinare alta tecnologia e qualità, ma che fosse anche in grado di creare valore positivo attraverso il business. Quando penso al percorso di Italpreziosi, penso a quanto siamo cambiati, ma soprattutto alla determinazione con cui abbiamo scelto di cambiare. Le difficoltà sono state molte, ma ho sempre creduto nei valori che mi hanno trasmesso i miei genitori e che sono la mia vera ricchezza. Sono quegli stessi valori che mi hanno dato la forza di lottare e di realizzare i miei sogni. Il momento chiave? Non ce n’è stato uno solo. È stato un percorso fatto di tante scelte, spesso controcorrente, ma sempre guidate dalla convinzione di poter coniugare impresa e responsabilità. Ho sempre pensato di far sì profitto però con etica, morale e tanta energia. Fondare Italpreziosi è stato il naturale punto di arrivo di tutto questo. E oggi, guidarla come CEO significa per me portare avanti ogni giorno quella visione, con coerenza e responsabilità.

Essere donna e leader: in un settore storicamente dominato da figure maschili, quali ostacoli ha incontrato e come li ha superati? Essere donna ha rappresentato un freno o una leva distintiva?

Essere una donna in questo settore non è stato semplice. Ho dovuto dimostrare il mio valore con determinazione. Essere una donna in un settore dominato dagli uomini, come quello minerario e delle affinazioni, ha comportato ostacoli significativi. All'inizio la mia competenza non veniva sempre riconosciuta e spesso dovevo lottare per guadagnarmi il rispetto. Ad esempio, al primo appuntamento con un arabo, dopo che un interlocutore si è rifiutato di incontrarmi pensando che fossi un uomo, mi sono presentata per tre giorni consecutivi finché non mi ha accolto. Credo fermamente nel valore delle donne in tutti i settori, inclusi quelli più tradizionalmente maschili, come il nostro. La diversità di prospettiva arricchisce e promuove una crescita più sostenibile e pacifica. Le donne hanno competenze ed esperienze che possono contribuire enormemente, ma devono credere nel loro potenziale. È un cambiamento culturale che deve partire dalle aziende, con politiche di inclusione e supporto. Sono membro attivo di WimNET (Women in Mining Network) e di Women in Mining UK, che promuovono lo sviluppo delle donne nell’industria mineraria. Nel 2022 sono stata premiata come una delle top 100 donne più influenti del settore minerario. Questo riconoscimento dimostra che, nonostante le difficoltà, le donne stanno guadagnando terreno e trasformando il settore. Mi auguro che oggi il mio percorso possa essere d’ispirazione per altre donne e spero per i giovani che vogliono intraprendere strade simili.

Quali sono, secondo te, i punti di forza di Italpreziosi? In che cosa si distingue questa realtà nel panorama internazionale del mondo dei metalli preziosi?

Abbiamo da sempre investito in tecnologie all’avanguardia, e soprattutto, abbiamo fatto della sostenibilità sociale e ambientale non una voce di bilancio, ma una parte fondante della nostra identità. Diventare la prima affinazione a certificarsi B Corp nel mondo ne è stato una dimostrazione, una grande soddisfazione arrivata l’anno scorso per i 40 anni dell’azienda, e un punto di partenza per il continuo miglioramento. Oggi più che mai, in un mondo che chiede risposte urgenti e concrete, il nostro settore deve guardarsi allo specchio. La filiera dei metalli preziosi può – e deve – essere trasparente, inclusiva, rispettosa dell’ambiente e delle persone e della loro dignità economica e morale.  E noi dobbiamo essere protagonisti di questo cambiamento, non spettatori. Inoltre altri punti di forza fondamentali sono una forte squadra coesa e qualificata, ottimi prodotti, servizi innovativi e di alta qualità oltre a una grande reputazione che ci viene riconosciuta a livello internazionale.

Essere manager e imprenditrici e madri allo stesso tempo: come riesci a coniugare una carriera così impegnativa con la vita familiare?
Con tanta energia, buona organizzazione e un compagno che ti comprende.

Qualcosa su di te: c’è un gioiello, un oggetto prezioso al quale è particolarmente legata?
Sì, c’è un gioiello che porto sempre con me, anche se non è tra i più vistosi o preziosi in senso stretto. È una spilla antica che apparteneva a mia nonna. Era una donna straordinaria, forte, determinata, con uno sguardo che parlava prima ancora delle parole. Ogni volta che la indosso o anche solo la tengo vicina, sento una connessione profonda con lei, con le sue lotte, il suo coraggio, la sua saggezza semplice e potente. Quella spilla, per me, è molto più di un oggetto: è un simbolo. Mi ricorda da dove vengo, i valori che mi sono stati trasmessi nell’infanzia - il rispetto, la forza morale, il senso di giustizia. Nei momenti più difficili l’ho stretta nel palmo della mano per trovare la forza di andare avanti. È come se contenesse tutta l’energia di chi mi ha preceduta. Un piccolo oggetto, sì, ma con un valore infinito.

Un tuo suggerimento a una giovane imprenditrice o imprenditore che desidera muovere i primi passi nel mondo dell’oro, dei metalli preziosi, della finanza etica?
 
Direi di non avere paura di osare, ma di farlo con consapevolezza. Questo è un settore che richiede competenza, integrità e lungimiranza. Bisogna studiare, informarsi, circondarsi di persone valide e non smettete mai di imparare. Occorre avere coraggio, determinazione e tanta passione. Senza passione è difficile superare le varie difficoltà e mantenere la motivazione a realizzare i propri sogni. E soprattutto bisogna portate nel lavoro i propri valori: l’etica non è un limite, ma una guida e valore verso cui tendere. Oggi più che mai, il mondo ha bisogno di imprenditori coraggiosi e responsabili, capaci di costruire valore che duri nel tempo, non solo economico, ma anche umano e sociale.

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