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Carlotta Sanzogni: "Avvicinare chiunque alla lettura è una sfida"

Carlotta Sanzogni, Digital Advisor e Social Media & PR di Libraccio, racconta la sua storia a Tgcom24

Carlotta Sanzogni, Digital Advisor & Head of PR di Libraccio

Carlotta, raccontami di te. Che bambina sei stata?
Sono stata una bambina molto fortunata e la figlia di due genitori molto attenti, aspetto di cui al tempo mi lamentavo ma del quale riconosco ora il grandissimo valore. Fin dalla più tenera età sono sempre stata curiosa e loquace (a volte anche troppo) e a scuola avevo ottimi risultati senza stare ore sui libri. Possiamo dire che, dopo essere stata una bambina a tratti “modello”, ho recuperato poi con un’adolescenza più ribelle, segnata anche dalla perdita di mio padre mentre finivo il liceo.


La lettura ti è sempre piaciuta…
Ho sempre amato leggere e sono nata in mezzo ai libri perché anche i miei genitori lavoravano nel settore editoriale, il che in realtà vuol dire tutto e niente, dal momento che mio fratello per esempio non ha sviluppato la mia stessa mania per lettura. Non ho mai considerato fino a tempi recenti la possibilità di farne un lavoro, ma i libri per me hanno sempre rappresentato uno spazio dove dare sfogo alla mia curiosità e dove trovare voci che mi facessero sentire meno sola. Inoltre, una regola di casa era che in fatto di libri potevo esprimere qualsiasi richiesta e quella sarebbe stata soddisfatta, oltre al fatto che potevo leggere praticamente tutto senza grandi censure: questo sentirmi grande e padrona dei miei gusti ha influito indubbiamente e mi ha motivato a leggere sempre di più.


Un interesse verso la moda che ha guidato la tua tesi.
In un certo senso, mi sono ritrovata per caso a lavorare nel mondo della moda. Durante gli anni universitari le mie idee erano un po’ confuse: ho scelto di parlare di fashion nella mia tesi perché durante gli studi già lavoravo nell’ufficio marketing di un’azienda di abbigliamento e volevo che il mio testo partisse da qualcosa che avevo sperimentato sul campo. Non avevo ancora delineato chiaramente il mio percorso professionale e le mie ambizioni, tanto meno era qualcosa che avevo pianificato o previsto. Tuttavia, ho imparato a vedere questa casualità come un'opportunità unica. La moda è un settore così dinamico e creativo, che mi ha permesso di esprimere la mia personalità e di sviluppare abilità che non avrei mai immaginato di possedere.

 
Dal mondo del fashion a quello del libro.
Il mio passaggio dal mondo della moda al settore dei libri è stato un percorso lungo e pieno di sorprese. Quando lavoravo nella moda, ho avuto l'opportunità di esplorare la creatività e l'estetica, ma nel tempo libero continuavo a coltivare i miei interessi riguardo alla letteratura e al settore editoriale, senza però ammettere davanti a me stessa che mi sarebbe piaciuto un giorno farne una professione. La transizione è stata un processo graduale che è passato attraverso lo svolgimento di due professioni intermedie prima che Libraccio mi chiedesse di collaborare ufficialmente. Sono stati anni in cui ho faticato per dimostrare agli altri (e forse anche a me stessa) che non solo potevo lavorare nel settore editoriale, ma potevo anche provare a rivoluzionarlo, un piccolo passo alla volta. 

 

Libraccio è un brand storico ormai: quali sono i valori fondanti (oltre al vantaggio economico) di questo successo?
Di sicuro lavorare per un’azienda che promuove il riuso dal 1979, ben prima che il tema della sostenibilità venisse portato all’attenzione di tutti, e che fa sì che la cultura sia più accessibile anche a livello economico per molte famiglie, mi rende straordinariamente orgogliosa. Un altro aspetto che amo di Libraccio è che si presta alla comunicazione che voglio fare sui libri ovvero quella che ritiene che non ci siano letture di "serie A" o di "serie B” ma che tutti i libri e tutti i lettori siano validi e preziosi.


Avvicinare i giovani alla lettura è una sfida.
Io credo che avvicinare chiunque alla lettura sia una sfida, una sfida che spesso non vedo accettata da chi lavora nel mondo dell’editoria e si ostina a fare libri e redigere piani di comunicazione che hanno come unico target chi legge già. In Italia il 39% delle persone legge almeno un libro oltre a quelli imposti dal proprio ciclo scolastico. Ebbene, a me interessa il 61% che ritiene di avere di meglio da fare.


Raccontami di ZeroSbatti, il club ideato per la Gen Z.
Da sempre mi interrogo su come convincere chi ancora non legge ad avvicinarsi al magico mondo dei libri. Nel tempo ho notato intorno a me tantissimi bookclub, nessuno dei quali però si rivolgeva a qualcuno che ancora non leggesse. Quando ho deciso di provare a fondarne uno io, mi sono chiesta quali fossero le principali barriere all’ingresso del mondo dei lettori ed è subito stato evidente che la mole di un volume, ovvero il suo numero di pagine, molto spesso contribuisce a renderlo respingente. Da qui l’idea del BookClub ZeroSbatti, un divertimento e non un impegno che si può seguire facilmente anche nel mondo di oggi dove abbiamo tantissimi stimoli e pochissimo tempo.


Nel tempo libero, a parte leggere, cosa fai? 
Sono appassionatissima di musica e adoro andare a concerti e performance musicali: mi commuovo sempre davanti a chi riesce a comunicare un messaggio insieme a una melodia. Sto cercando di studiare il mio primo strumento ovvero il basso elettrico, lo suono malissimo ma mi sento benissimo mentre ci provo. Consiglio a tutti gli adulti che incontro di provare ogni tanto a imparare qualcosa da zero, che sia suonare la chitarra o realizzare ceramiche. Il risultato è irrilevante ma la sensazione che si prova nel doversi concentrare su stimoli nuovi è una di quelle piccole cose che riesce nella magia di mantenerci giovani per sempre.

 

Programmi per il futuro?
Continuare a portare qualcosa di nuovo in un mondo editoriale sempre più dinamico, ma soprattutto cominciare a mettere sul tavolo qualche dato sulle donne nel settore in cui lavoro. Un settore dove le donne sono tante, anche se spesso non ricoprono ruoli di potere, neanche quando questi gli spettano per merito.

 

In ultimo: se fossi su un'isola deserta, quale libro porteresti con te?

Scelta difficile quella limitata a un solo titolo, anche se molto probabilmente approfitterei di un po’ di tempo libero per affrontare finalmente "La Recherche" di Proust.

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