Monica Gagliardi, Direttore Marketing e Ecommerce di OVS
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Dall'amore per le piante alla grande distribuzione: è la storia di Monica Gagliardi, Direttore Marketing e E-commerce di Ovs
di Carlotta Tenneriello© Ufficio stampa
Volitiva e testarda, ferma assertrice del pensiero positivo, e innamorata dei bambini, che adora: Monica Gagliardi si racconta a Tgcom24
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Ciao Monica, da dove mi stai chiamando?
Da Milano, sono in Show Room, anche se in realtà vivo a Mestre. Un bel cambiamento, visto che sono marchigiana di Ascoli Piceno.
Partiamo dall’inizio: mi racconti un po’ di te?
Volentieri! Quando ero bambina amavo trascorrere le domeniche in campagna forse ereditando queste passione dai miei nonni che erano dediti all’agricoltura e io sono sempre stata affascinata dalle piante e dagli animali. Il mio sogno era diventare etologa, poi ho pensato che mi interessava di più la fitopatologia, ovvero lo studio delle malattie delle piante: quello che avrei voluto più di ogni altra cosa era trasformare i deserti in foreste: un sogno ambizioso! Poi però quando mi sono iscritta all’università, ho scelto come sede Bologna, un po’ per tradizione, un po’ per vicinanza, e lì c’era la facoltà di agraria. Mi dedicai con passione alla stesura della mia tesi di laurea, un progetto sperimentale che intendeva trovare nuove tecniche di conservazione della frutta allungando i tempi ed evitando malattie o patologie.
Mi sembra molto interessante.
Lo era. Il fatto è però che dopo due anni di lavoro il mio professore decise di andarsene e io dovetti ripiegare su qualcos’altro per laurearmi in tempo. Ricordai con grande piacere la proposta del docente di Estimo e Contabilità, col quale avevo sostenuto un esame, che mi chiedeva di fare la tesi con lui. Decisi di accettare e in questo modo approdai al dipartimento di Economia. Scoprii una strada maestra, che mi condusse direttamente allo studio del Marketing e della Grande Distribuzione in un Master che si concluse con uno stage di un mese a Parigi. Si trattò di un’esperienza interessantissima in cui ebbi la possibilità di conoscere e studiare da vicino aziende che avevano già cambiato il loro modello di business, passando dal commercio tradizionale al retail e che avevano già affrontato l’evoluzione della grande distribuzione.
Mi pare che i risultati dei tuoi studi non si siano fatti attendere…
E’ così, infatti. Il mio obiettivo era lavorare nella più importante catena distributiva del food e così, dopo la Francia, decisi di proseguire nella mia formazione con un Master in Economia del Sistema Agroalimentare a Cremona. Fu un anno molto particolare, perché gli esami si sostenevano il lunedì, cosicché per noi studenti la domenica era dedicata allo studio, mentre i festeggiamenti slittavano al lunedì sera. Comunque, raggiunsi il mio obiettivo: dopo un periodo di stage, fui assunta proprio in quell’azienda occupandomi del marketing e delle promozioni. Da lì in poi iniziai la mia carriera nella Grande Distribuzione Organizzata.
Per una persona che lavora in questo mondo com’è andare a fare la spesa in veste di consumatore?
Per quello che mi riguarda, sono sempre così di corsa che non riesco nemmeno ad accorgermi di quello che mi circonda! Esco sempre tardi dall’azienda e sono anche piuttosto abitudinaria nella mia alimentazione, per cui finisco per comprare cibi pronti. Quello che più mi manca è il tempo e in questo credo che l’esperienza digitale possa fare una enorme differenza nell’esperienza di acquisto.
E’ un tema interessante: me lo spieghi meglio?
Io credo che l’esperienza digitale costituisca un miglioramento dell’offerta per il consumatore, che approfondisce e allarga la sua conoscenza e che può poi trasformarsi in un atto di acquisto: diventa shopping online. Per offrire il miglior servizio, occorre guardarsi intorno per capire cosa fanno gli altri, le best practise. Il consumatore oggi è molto più consapevole e sceglie di fare acquisti mirati; approfitta dell’offerta vastissima a sua disposizione e del tempo che vuole dedicare per comprare esattamente quel che desidera, azzerando le distanze. Siccome il tempo è sempre tiranno, il web ci consente di visitare virtualmente una infinità di negozi e poi di decidere il capo che fa per noi quando lo andiamo a provare di persona in negozio. Le statistiche ci dicono che ben il 65% dei clienti nel settore dell’abbigliamento prima di acquistare un vestito lo adocchia preventivamente online.
So che Ovs ha promosso un’iniziativa proprio per venire incontro a questa esigenza.
E’ così: noi desideriamo intercettare i bisogni degli utenti, a cui dobbiamo però dare risposte affinché aumenti il loro benessere. Abbiamo quindi pensato che il nostro cliente può scegliere comodamente dal nostro e-shop quello che più gli interessa e poi venire nel negozio a lui più comodo per provare quanto ha scelto e che gli sarà già stato preparato per essere indossato in camerino: un risparmio di tempo significativo e un’esperienza calda e accogliente, qual è quella che desideriamo offrire a chi si rivolge a Ovs.
Nella tua carriera hai avuto delle difficoltà?
Io non riesco mai a soffermarmi sugli ostacoli, preferisco focalizzarmi sulle opportunità. Se proprio vogliamo trovarne uno, direi che un ostacolo è la mancanza di tempo, perché oggi tutto è assolutamente accelerato. Nel fashion poi per anticipare le tendenze bisogna correre, così si genera l’ansia per avere tutto sempre perfetto. Ma a dirla tutta, io sono convinta che il maggior ostacolo per noi siamo proprio noi stessi quando ci limitiamo, quando non riusciamo a cogliere le possibilità. Bisogna fare cose in cui si crede, cimentarsi nelle sfide e questo ci rende più fortunati: credo fermamente nel pensiero positivo.
Le donne nel mondo aziendale: ci sono disparità?
Io non ho sperimentato disuguaglianze di trattamento, né in termini retributivi, né per quanto riguarda le posizioni che mi sono state via via offerte; in Ovs sono sempre stata valutata in base ai risultati che ho prodotto. Essere donna è un punto di forza per la dimensione spirituale e la passione che noi donne abbiamo. L’azienda per la quale lavoro poi ha nelle donne una vera risorsa: il 70% di noi è femmina ed esiste anche una iniziativa per promuovere l’empowerment femminile in collaborazione con Save The Children Onlus.
So che ti piacciono i bambini.
Io adoro i bambini! Ho due nipotini a cui sono affezionatissima: Clelia, dieci anni, e Niccolò, sei. Ogni volta che li vedo gioco tantissimo con loro, li ricopro di regali e li vizio tantissimo, quindi mi adorano! In passato ho anche svolto attività di volontariato in favore dei più piccoli, appoggiandomi a un’associazione che supportava i bambini a cui davo aiuto e sostegno nel fare i compiti appena avevo un po’ di tempo libero. Ero così felice che mi sarebbe piaciuto poter avere un affido temporaneo, ma il mio trasferimento a Mestre ha interrotto questo progetto, anche se mai dire mai…
Come ti definiresti?
Vengo rimproverata di essere troppo loquace e anche troppo testarda con la voglia di avere sempre ragione. Tuttavia, mi riconoscono un grande entusiasmo, passione e vitalità, ma anche che sono simpatica.
Tacco dodici o sneakers?
Sono in evoluzione: sono passata da anni di tacco a stiletto alla comodità delle stringate e degli stivaletti. Forse oggi non ho più bisogno di dimostrare di essere all’altezza…