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Francesca Micheli: "Bisogna veicolare le energie verso la valorizzazione di sè" 

Francesca Micheli, Communication e PR Manager di Panasonic, racconta la sua storia a Tgcom24

Francesca Micheli, Communication e PR Manager di Panasonic

Empatica e carica di energia, Francesca Micheli ama il settore della comunicazione di cui si occupa in Panasonic, azienda giapponese leader mondiale nell’elettronica di consumo.

Ciao Francesca, non ti conosco, ma sento che sprizzi energia anche al telefono!
Mi fa piacere che si senta, cerco sempre di essere carica, ma ovviamente all’inizio della settimana è più facile.

 

Mi racconti un po’ di te? 
Per cominciare, io sono nata a Genova, figlia unica di un papà ingegnere e di una mamma psicologa. Un contesto familiare molto esigente con alcuni punti fermi: la consapevolezza dell’importanza di conoscere le lingue straniere, di essere attiva, di applicarmi con impegno in ambito scolastico ed anche nello sport. In questo senso, ho provato un po’ di tutto: nuoto, vela, equitazione, sci, tennis, pattinaggio. L’obiettivo dei miei genitori, infatti, è stato quello di fare in modo che potessi conoscere e fare esperienze diverse per poi trovare la mia strada. Mia madre, più presente di mio padre spesso lontano da casa per motivi di lavoro, mi ha sempre accompagnato senza tuttavia mai sovrapporsi, anche se, a onor del vero, io non ho mai dato ai miei genitori particolari grattacapi.

 

So che hai frequentato la scuola tedesca: un’esperienza formativa importante.
In prima elementare i miei decisero di iscrivermi alla Deutsche Schule Genua, la scuola tedesca appunto, un istituto molto impegnativo con un ambiente selezionato, ma non esclusivo. Si trattò di un esperimento, in realtà, perché normalmente si poteva accedere alla scuola elementare solo avendo frequentato due anni di scuola materna ed avendo sostenuto un esame di ammissione in tedesco. Fu un inserimento complicato, legato non solo al fatto che non conoscevo la lingua e che la comunicazione in classe avveniva esclusivamente in tedesco, ma anche perché si trattava di iniziare un percorso in un contesto già costituito ed io, da piccola, ero piuttosto timida. Data la difficoltà del tedesco, i miei genitori mi affiancarono fin da subito una ragazza madrelingua che mi supportò quotidianamente e, dopo la prima pausa per le festività natalizie, ripresi a frequentare con rinnovata energia superando gli ostacoli e scoprendo, al contempo, di avere una naturale inclinazione per le lingue straniere.

 

Si è trattato dunque di una esperienza positiva.
Sì, è una scuola che mi sento assolutamente di consigliare non solo per la qualità dell’insegnamento e per la disciplina, ma anche perché mi ha permesso di sviluppare capacità di resilienza ed apertura mentale. Venendo a contatto con mentalità e culture diverse, ho maturato una buona disponibilità ad accogliere le novità e le idee altrui ed ho acuito una sensibilità alle diversità che mi ha reso una persona più empatica. Empatia e sensibilità sono comunque fortemente legate all’esperienza personale e per me è stato determinante l’ambito familiare, soprattutto attraverso la formazione di mia mamma che, in quanto psicologa, mi ha sensibilizzato verso le dinamiche dell’essere umano.

 

Terminato il liceo come è andata?
Dopo la maturità scientifica pensai di seguire le orme materne ma, confrontandomi con la mia famiglia, decisi di fare il test per l’ammissione all’università Bocconi e quindi mi iscrissi alla facoltà di economia aziendale, trasferendomi a Milano. Ammetto che fu un percorso che allora non trovai particolarmente interessante e che alcune discipline come statistica, contabilità e diritto non mi risultarono affatto stimolanti, mentre mi affascinarono da subito marketing e comunicazione. Subito dopo la laurea, ho lavorato per un anno nel trade marketing in una multinazionale del largo consumo in cui si respirava un clima aziendale competitivo, ma molto allegro. 

 

Dopo questa esperienza sei arrivata in Panasonic.
Si, sono entrata a far parte del mondo Panasonic, intraprendendo un percorso di crescita trasversale dal Marketing alle PR, fino alla Comunicazione nel suo complesso. E’ una realtà aziendale in cui vigono buona educazione, coinvolgimento, collaborazione ed orientamento al risultato. Per quanto mi riguarda, mi è stata accordata grande fiducia, tanto che a soli 32 anni ero già responsabile della Comunicazione di Panasonic Italia. Il fatto che l’azienda abbia deciso di investire su di me, e che continui a farlo, è fonte di grande soddisfazione e motivazione. 

 

E’ vero che la cultura aziendale giapponese sia poco sensibile alla parità di genere?
La cultura tradizionale giapponese effettivamente concede ancora molto spazio agli uomini, ma Panasonic non è una realtà discriminatoria nei confronti delle donne. Per esempio, Michiko Ogawa, da pianista Jazz, ha incominciato a lavorare nel laboratorio di ricerca acustica di Technics, il nostro marchio di audio Hi-Fi, contribuendo personalmente allo sviluppo di nuovi dispositivi di successo. Anche in Panasonic Italia non ho avvertito discriminazioni o pregiudizi ed ho capito che educazione, rispetto e comprensione di usi e costumi nipponici sono particolarmente apprezzati, a prescindere dall’identità di genere. 

 

Lavoro e famiglia: che mi dici?
Mio marito Davide ed io ci siamo incontrati 20 anni fa e non ci siamo più lasciati. Siamo molto uniti e col tempo siamo cresciuti entrambi nella stessa direzione. Lui ha sempre appoggiato ed apprezzato il mio impegno nel lavoro ed ha contribuito a formare la serenità familiare che è fondamentale per avere la tranquillità emotiva necessaria per affrontare al meglio il mio lavoro.

 

Parliamo di tempo libero.
Pandemia a parte, nel tempo libero sono molto attiva dal punto di vista fisico e mi piace andare in palestra tre o quattro volte alla settimana, in modo da tenermi in forma e scaricare le tensioni. Nel weekend non facciamo nulla di speciale: il sabato mattina, quando Davide è al lavoro, se posso leggo qualche manuale di tecniche pubblicitarie per rimanere aggiornata sul mondo della comunicazione, che è molto dinamico. Poi trascorriamo le giornate in famiglia o con gli amici, ci rilassiamo. A volte approfittiamo del bel tempo per trascorrere qualche fine settimana in Liguria, al mare. Direi che mio marito ed io conduciamo una vita piuttosto semplice, ma non monotona: siamo capaci di accontentarci e dare valore anche alle piccole cose.

 

Un suggerimento alle donne che vogliono intraprendere un percorso aziendale? 
Ritengo importante cercare di veicolare le energie verso la valorizzazione di sè, senza mai smettere di studiare. Può capitare che le donne siano messe più frequentemente in discussione rispetto ai colleghi uomini, ma la dimostrazione della propria professionalità e competenza è molto più efficace rispetto ad innescare conflitti di genere che non conducono da nessuna parte. 

 

Un prodotto Panasonic dedicato alle signore che ti piace particolarmente?
Panasonic ha appena lanciato una nuova, rivoluzionaria gamma per l’hair styling, composta da tre phon ed una piastra. Sono prodotti progettati per contrastare l’effetto crespo, al primo posto tra i problemi di salute dei capelli riscontrati dalle donne italiane, me compresa. La gamma di phon e piastre Panasonic è volta proprio a reidratare i capelli secchi, rendendoli più sani e quindi anche morbidi e luminosi: l’esclusiva tecnologia Nanoe emette particelle elettrostatiche di dimensioni nanometriche, in grado di penetrare realmente nelle cuticole e di idratare i capelli mille volte di più rispetto ai normali prodotti a ioni.

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