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"Deve piacerti quello che fai, solo così puoi raggiungere i tuoi obiettivi"

Affascinata da arte e design, ma con la passione per la tecnologia: Emma Perrotta, Chief Marketing Officer di Switcho, si racconta a Tgcom24

Nella sua vita la parola d'ordine è sempre stata "libertà": Emma Perrotta, Chief Marketing Officer di Swicho, origini calabresi e una gran desiderio di fare esperienze nuove e conoscere luoghi diversi e stimolanti, ha lavorato a Londra, passando per Usa, Canada, Spagna e Albania, per poi tornare finalmente a Milano

Emma Perrotta, Chief Marketing Officer di Switcho

Ciao Emma, ti sto chiamando da casa: sono in smart working.
E io ti sto rispondendo da casa: sono in smart working anche io! A parte la situazione, trovo che sia estremamente produttivo.

 

Le interviste ai tempi del coronavirus! Ma cominciamo parlando di te.
Vivo a Milano, ma sono di origini calabresi. Mia mamma è ungherese - mio nonno, calciatore, militava nel Cosenza- , mentre mio padre è mezzo albanese; si conobbero frequentando l’università a Napoli e fu un grande amore, durato ben 35 anni.

 

Come mai la decisione di trasferirti a Milano?
Terminato il liceo, decisi di iscrivermi al Politecnico di Milano alla facoltà di ingegneria aerospaziale. L’idea era di fare l’astronauta, ma dovetti rinunciare: non ho le caratteristiche fisiche richieste, visto che sono miope. Decisi allora di optare per la facoltà di architettura e del resto numeri e geometria sono nel mio DNA, tenuto conto che la mia è una famiglia super razionale: mamma era insegnante di matematica, papà ingegnere.

 

So tuttavia che sei affascinata dal mondo dell’arte.
In casa ho sempre respirato l’aria artistica: i migliori amici dei miei genitori erano pittori, scultori, grafici. Sono cresciuta mescolando arte e razionalità: un bel connubio!

 

Non ti sei fermata a Milano, però.
Dopo la laurea ho frequentato un master in Marketing Management in USA, all’università di Wharton in Pennsylvania, per poi tornare nel Vecchio Continente e andare a Londra, città che ho molto amato e dove sono rimasta per molto tempo. Con questa città adesso ho però un rapporto conflittuale: nei primi anni di permanenza ne ho molto apprezzato la dimensione artistica, gli ambienti innovativi e per certi versi anche un po’ di “rottura”, poi però è diventata troppo commerciale e ho iniziato a sentirla eccessivamente faticosa. La dimensione enorme e così estesa, per esempio, rende difficili le relazioni. D’altronde, io amo le passioni forti e lì, ad un certo punto, dal punto di vista personale ne ho trovate ben poche.

 

Sei figlia unica: come hanno vissuto la tua lontananza i tuoi genitori?
Stare lontano non è mai stato un problema, al contrario i miei mi hanno sempre spronato con grande coraggio a seguire la mia strada. Anche quando non mi era ben chiaro cosa avrei fatto “da grande”, avevo un’unica certezza: l’idea di libertà, la vera e unica parola d’ordine della mia vita. La libertà non è solo non avere radici, ma anche riuscire ad essere me stessa e ad essere in grado di portare le mie idee e il mio modo di lavorare nel contesto aziendale. Inoltre, devo aggiungere che i miei sono sempre venuti a trovarmi, a Londra così come in Canada quando sono andata a lavorare a Vancouver: in fondo era una buona scusa per muoversi dalla Calabria!

 

Dopo Londra non ti sei fermata.
No, ho girato ancora. Una breve trasferta di qualche mese a Tenerife, isola che non mi ha particolarmente affascinato, ma dove l’esperienza professionale è stata interessante. Successivamente ancora Londra e poi un anno e mezzo a Tirana, in Albania. In questo caso devo ammettere che è stata un’esperienza difficile e ho fatto fatica ad adattarmi : le attività aziendali sono fortemente influenzate da una cultura del lavoro poco trasparente e da modalità di lavoro che non condivido, tra orari esagerati e nessuna etica. Era ora di tornare in Italia!

 

Milano, un rientro desiderato dunque.
Molto desiderato. Mi mancava l’Europa, mi mancavano i miei amici, i film, lo shopping. Avevo bisogno di tornare in una umanità sana: sono stata un cervello in fuga, ma era ora di rientrare a Milano, l’unica città possibile per me.

 

Carriera e vita privata: difficile?
Mantenere una relazione non è facile. Ho un matrimonio alle spalle con la persona con cui avevo anche fondato una start up a Londra, ma alla fine non ha funzionato: ci siamo separate, pur continuando a restare amiche. Adesso ho una relazione da un anno e mezzo, la mia fidanzata è molto più giovane di me e questo mi sta regalando serenità e nuovi stimoli. Bisogna avere al fianco una persona intelligente, che sappia supportarti e starti vicino; lei mi ha visto immergermi nel lavoro e ne ha approfittato per studiare, così che abbiamo potuto scambiarci esperienze e competenze rendendo il nostro tempo ancor più condivisibile. Il risultato? Io sono ringiovanita e allo stesso tempo lei è cresciuta, un bel traguardo.

 

Di Switcho cosa mi dici?
Sono sempre stata interessata all’ambito tecnologico e questa start up è molto sfidante; inoltre, sono l’unica donna con un team molto giovane. Si tratta di una app che consente di risparmiare nelle spese ricorrenti, per esempio le utenze, internet, ecc, facendo fare uno “switch”, cioè un cambio da un operatore ad un altro scegliendo sempre le tariffe più convenienti. Le famiglie possono arrivare a risparmiare fino diverse migliaia di euro all'anno, niente affatto male.

 

Parliamo di tempo libero.
Gioco a scacchi, sia online che dal vivo; sono anche una bevitrice di gin, adoro la cucina cinese e poi naturalmente viaggiare. Mi diverte lo shopping, ma anche prendermi cura di me: creme, maschere e massaggi. Ammetto che mi piaccio da morire, non mi cambierei niente: sono super vanitosa, passo ore davanti allo specchio. Posso anche confidarti che amo i tatuaggi, al punto che oggi ne ho dieci, tutti geometrici e disegnati apposta per me. 

 

Un suggerimento per chi vuole fare carriera? 
Bisogna essere molto determinati, molto intelligenti e molto appassionati: ti deve piacere quello che fai, solo così puoi raggiungere i tuoi obiettivi.

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