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Regifting: riciclare i doni è un'arte (anche green)

Il ri-dono fatto con intelligenza è una consuetudine sdoganata e amica della sostenibilità

Regifting: riciclare i doni è un’arte (anche green) - foto 1
Istockphoto

L’arte del regifting, ovvero riciclare i doni poco graditi, doppi o semplicemente non di nostro gusto, è un’arte sottile che, se condotta con intelligenza, può risolvere una serie di problemi e proporsi in perfetta consonanza con la sostenibilità ambientale. Non si tratta solo di liberarsi di supellettili e oggetti non in linea con i nostri gusti, ma anche di destinare qualcosa che non apprezziamo a una seconda persona che invece ne sarà felice.

Si può riciclare praticamente tutto: abiti di taglia sbagliata e che non possono essere cambiati, suppellettili non in stile con la nostra casa, libri, quadri e così via. L’unica accortezza da tenere sempre ben presente è evitare di offendere il donatore.

NON SENTIAMOCI IN COLPA – Se abbiamo appena aperto un dono e già ci chiediamo come possiamo fare per liberarcene, non sentiamoci in colpa: siamo per lo meno in buona compagnia, dato che fa questa fine circa un regalo su quattro secondo i dati di Codacons riferiti al Natale dell’anno passato. Subito dopo le Feste, tra l’altro, le app e i siti di vendita di oggetti di seconda mano registrano un vero e proprio boom di vendite: liberarci in questo modo  di regali “sbagliati” è anche un buon modo per non occupare inutilmente spazio in casa e finanziare l’acquisto di qualcosa che realmente desideriamo e che nessuno a pensato di regalarci. 

 

FARE CAMBIO – Se abbiamo ricevuto un libro che abbiamo già letto, un capo di taglia sbagliata o non di nostro gusto o un soprammobile che fa a pugni con lo stile del nostro salotto, il primo passo sta nel recarsi nel punto vendita in cui è stato acquistato e cercare di cambiarlo. In questo caso, occorre però consevare integra la confezione ed esibire lo scontrino, senza il quale il cambio di solito non viene fatto. Per questo quando acquistiamo un oggetto da regalare, è utile chiedere lo scontrino-regalo, cioè il ticket che comprova l’acquisto ma non indica il prezzo. Il ricevente, in questo modo, non conoscerà il prezzo da noi pagato, ma non gli è preclusa la possibilità di effettuare un cambio. 

 

I PRODOTTI GASTRONOMICI – In questi ultimi anni sono uno dei doni più graditi, per cui difficilmente sentiremo il bisogno di riciclarli. Se dovesse capitare di ricevere un alimento per il quale dovessimo avere un’intolleranza o del quale proprio non amiamo il sapore, sarà facile trovare un parente o un amico che lo riceverà con piacere. In caso contrario possiamo donarlo a un ente di beneficienza, un’associazione di volontariato o a un centro d’aiuto per i bisognosi. 

 

IN CASO DI VENDITA – Se decidiamo di mettere in vendita il nostro “regalo-mostro”, seguiamo attentamente le indicazioni di caricamento riportate sulla app: verifichiamo il valore dell’oggetto e a quale prezzo vengono proposti articoli simili al nostro, specifichiamo che si tratta di un esemplare nuovo, fotografiamolo da più angolature e imballiamolo con cura in modo che non si danneggi durante la spedizione. 

 

LE REGOLE DEL REGIFTING – Qualunque sia il dono che vogliamo “girare” a qualcun altro, ci sono alcune regole precise da seguire, per evitare figuracce e situazioni di grande imbarazzo. 
-    Quando si scarta il regalo – Se la il donatore è presente, si sorride e si ringrazia. Non serve fingere un entusiasmo che non proviamo, ma è indispensabile nascondere accuratamente la delusione
-    Se intuiamo o abbiamo il sospetto che il regalo potrebbe non piacerti, apriamo la confezione con delicatezza, per non romperla o danneggiarla: avremo maggiori probabilità di poter rendere l’oggetto in negozio o di “passare” il regalo a qualcun altro. 
-    Il primo donatore e l’ultimo ricevente non devono conoscersi: il rischio è incorrere in figuracce memorabili.
-    Se rimandiamo il regifting a un secondo momento, prendiamo nota del nome del donatore e dell’occasione del dono, sempre per evitare gaffes. Riponiamo l’oggetto con cura, per non rovinarlo e per non danneggiare la confezione.
-    Personalizzazioni e dediche – Attenzione a far sparire cartellini, biglietti di auguri o dediche dal frontespizio dei libri che tradirebbero immediatamente il carattere di dono di seconda mano. Occhio anche alle serigrafie e alle personalizzazioni con iniziali o con il nome del ricevente, molto di moda in questi ultimi anni: se è così, è praticamente impossibile riciclare il regalo, a meno di trovare un nuovo ricevente che abbia il nostro stesso nome di battesimo o le stesse iniziali.
-    Se sappiamo con certezza che un regalo per noi sgradito potrà fare la gioia di qualcun altro, non facciamoci scrupoli nel “girargli” il dono, anche confessando serenamente che si tratta di un regifting: si tratta di un dono a tutti gli effetti di cui non ci si deve vergognare. 
-    E se proprio è qualcosa di inguardabile.. – ricordiamoci che esistono le riffe, le lotterie e le pesche di beneficienza. Si può anche destinare questo tipo di oggetti a un vecchio gioco spiritoso: ciascuno porta il regalo più brutto che ha ricevuto, naturalmente ben confezionato, si mischiano i pacchetti e poi se ne sceglie uno a caso. Potremmo essere fortunati e pescare qualcosa che non ci dispiace. In ogni caso, assicurarci una serata divertente in compagnia, magari assicurandoci la palma per aver ricevuto il dono … più orribile dell’anno.

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