Nell'East Sussex

Il cane di Johnny Depp sbrana due pecore: quando serve davvero l'addestramento?

Alcune razze, per istinto e forza, hanno bisogno di un percorso educativo mirato. Proprio come alcuni animali che provengono da rifugi e canili: ecco quello che c'è da sapere

23 Set 2025 - 11:22
 © Tgcom24

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Johnny Depp non immaginava certo che una semplice passeggiata con il suo cane potesse trasformarsi in un caso mediatico. E invece è successo: Bourbon, il bullmastiff adottato di recente da un rifugio, ha perso il controllo e ha aggredito due pecore in una fattoria dell’East Sussex. Pare che l'animale, affidato a un collaboratore di Depp, sia riuscito a liberarsi del guinzaglio e si sia lanciato contro le pecore, uccidendole. La notizia è stata riportata dal Sun, secondo il quale il divo del cinema è rimasto profondamente turbato dall'accaduto, al punto da chiedere aiuto a un addestratore. Una scelta che apre un tema universale: l’educazione dei cani non è un optional, ma uno strumento indispensabile per la sicurezza e per un rapporto equilibrato tra uomo e animale.

Vivere con un cane, quando rivolgersi a un addestratore

 Molti proprietari pensano che l’addestratore serva solo in casi estremi, ma la realtà è diversa. Come spiega l’American Kennel Club, il supporto professionale è consigliato già quando emergono segnali di aggressività, incapacità di rispondere ai comandi base o ansia che porta a comportamenti distruttivi. Intervenire presto significa prevenire problemi più gravi e garantire maggiore serenità sia al cane che al proprietario.

Il caso Johnny Depp e la razza del cane da non sottovalutare

 Alcune razze, per istinto e forza fisica, hanno bisogno di un percorso educativo mirato fin da cuccioli. I mastiff (come Bullmastiff, Mastino Napoletano, Cane Corso), i Rottweiler e gli Akita sono tra i cani che richiedono maggiore esperienza da parte del proprietario e un addestramento costante. Secondo The Spruce Pets, senza una socializzazione precoce e un controllo adeguato, questi cani rischiano di sviluppare comportamenti aggressivi o difficili da gestire. Non significa che siano razze “pericolose” di per sé, ma che necessitano di regole chiare, coerenza e un’educazione professionale per vivere in equilibrio.

Cani adottati dai rifugi: servono più attenzioni?

 Anche l’origine del cane può influenzarne il comportamento. Johnny Depp avrebbe adottato Bourbon da un rifugio, scelta che spesso porta con sé una storia passata difficile o poco chiara. Non tutti i cani provenienti da canili o associazioni hanno problemi, ma è frequente che abbiano vissuto traumi, carenze di socializzazione o esperienze di abbandono che possono tradursi in paure, ansia o reazioni aggressive. La Humane Society International sottolinea che in questi casi un percorso di addestramento è particolarmente consigliato: aiuta il cane a costruire fiducia, a imparare nuove regole e a stabilire un rapporto sicuro con il nuovo proprietario. Per chi adotta un animale da un rifugio, affidarsi a un professionista non significa “avere un cane cattivo”, ma garantire le condizioni migliori per una seconda vita più equilibrata.

Cosa offre un addestratore professionista

 Un addestratore non lavora solo sul cane, ma anche sulla relazione con il proprietario. La British Veterinary Association sottolinea che l’educazione deve coinvolgere entrambi: chi vive con il cane deve imparare a leggere i segnali, a gestire emozioni e a comunicare in modo coerente. Inoltre, i metodi basati sul rinforzo positivo, cioè sulla premiazione dei comportamenti corretti, raccomandati dalla Humane Society of the United States, hanno dimostrato di ridurre i comportamenti aggressivi e migliorare il benessere generale dell’animale.

Un percorso di addestramento professionale, dunque, offre vantaggi concreti: più sicurezza in pubblico, riduzione del rischio di incidenti, un cane equilibrato e un proprietario più consapevole. L’addestramento non è un lusso, ma un dovere: investire nella formazione significa proteggere l’animale, chi lo circonda e costruire una convivenza serena.

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