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Santarcangelo di Romagna: un festival di performances contemporanee

Un racconto multidisciplinare e polifonico sul presente con tanti artisti internazionali, anche al loro debutto italiano

Ufficio stampa

Il borgo medievale di Santarcangelo di Romagna ospita, da venerdì 8 a domenica 17 luglio, la 52esima edizione di Santarcangelo Festival, la più longeva manifestazione italiana dedicata alle arti performative contemporanee.

Can you feel your own voice è il titolo scelto dal nuovo direttore artistico Tomasz Kireńczuk, che ha deciso di coinvolgere numerose compagnie internazionali, alcune delle quali per la prima volta in Italia, con lo scopo di trasformare lo spazio dell’arte in un’enclave sicura in cui ritrovare la nostra voce e i nostri valori più intimi e profondi. Sono presenti oltre 40 artisti che danno vita a oltre 170 performance in dieci giorni di calendario.

Teatro, danza, musica, ma anche discipline trasversali che vanno dall’attivismo politico al documentario: parte all’insegna dell’impegno sociale e politico il triennio 2022-2024 condotto dal drammaturgo, critico teatrale e curatore polacco, che con Can you feel your own voice ha orchestrato un racconto polifonico sul presente che porta la firma di una moltitudine di corpi e voci: artisti molto differenti tra loro per linguaggi, estetica e tradizioni culturali, ma che ci invitano a sperimentare forme di convivenza sociale e confrontarsi con ciò che è nascosto, scomodo e dimenticato.  

 

Oltre 40 tra artisti, gruppi e compagnie per un totale di oltre 170 repliche: Can you feel your own voice offre per dieci giorni un programma ricco e articolato, in grado di restituire lo stato attuale delle performing art, attraverso le più innovative pratiche della scena emergente globale, con numerose presenze internazionali per la prima volta in Italia. Nelle prime date in calendario ricordiamo, tra gli altri, la coreografa portoghese Mónica Calle in Ensaio Para Uma Cartografia: tramite la ripetizione ossessiva di uno stesso passo di danza classica da parte di dodici corpi femminili, porta alla luce la tenacia delle donne, il loro bisogno di comunità e di ribellione contro il dominio dei modelli maschili e la dittatura della perfezione (8 e 9 luglio). In Violences la regista e performer franco-belga Léa Drouet ricorda la dolorosa esperienza di due bambine, tra cui sua nonna Mado, come emblema della violenza esercitata sulle donne delle classi emarginate, così spesso dimenticate (16 e 17 luglio). La performer mozambicana Marilú Mapengo Námoda è presente con Mom, I* am no longer Black, un rituale funebre di 9 ore in cui l’interprete offre il proprio corpo alla natura, ripetendo le medesime attività vitali in uno stato di trance, rinunciando così alle definizioni di identità ed etnia (16 luglio). 

 

A questi debutti assoluti si aggiungono diverse prime italiane: tra queste, per ricordarne solo alcune, GO GO OTHELLO della performer sudafricana Ntando Cele affronta sul palco di uno strano cabaret i temi di razzismo e postcolonialismo, servendosi del proprio corpo come strumento di emancipazione da rappresentazioni legate all'esotismo, al desiderio e allo sfruttamento, (14 e 15 luglio); la performer e coreografa austro-svizzera Teresa Vittucci presenta il suo ultimo spettacolo DOOM, seconda parte di una trilogia sul tema della vulnerabilità, in cui insieme al compositore e interprete Colin Self esplora le origini del concetto di femminile, esaminando le figure di Eva e Pandora, (12 e 13 luglio). 

 

Can you feel your own voice vede la partecipazione anche di artiste e artisti italiani. Tra questi, la  coreografa e danzatrice Annamaria Ajmone propone il suo nuovo lavoro La notte è il mio giorno preferito, una riflessione sul rapporto con l’Altro che indaga le rotte dagli animali selvatici nel tentativo di prenderne in prestito lo sguardo e intuirne le possibilità d’azione (8, 9 e 10 luglio). Con Dandelion II, la coreografa di stanza a Berlino, Rita Mazza, crea una nuova forma di poesia visiva, combinando il linguaggio dei segni con studi libanesi sul movimento, danza classica e il Visual Vernacular, forma d'arte legata al lessico gestuale (16 e 17 luglio). Questa edizione vede anche il debutto di due giovani performer italiani: Giovanfrancesco Giannini (14, 15 e 16 luglio) e Camilla Montesi (13 e 14 luglio).

 

Santarcangelo Festival è realizzato dall’associazione Santarcangelo dei Teatri grazie al Comune di Santarcangelo di Romagna e Comuni di Rimini, Longiano, Poggio Torriana, San Mauro Pascoli, sostenuto da Commissione Europea, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Regione Emilia-Romagna, Visit Romagna, Camera di Commercio della Romagna e dai partner Gruppo Hera, Gruppo Maggioli, Anthea Futura e Amir OF. 

 

Il Festival è realizzato in collaborazione con Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia, Goethe-Institut Mailand, Institut français Italia, Istituto Polacco di Roma, Performing Arts Funds NL e promosso dal Ministero Federale degli Affari Esteri della Repubblica Federale di Germania.

Info: www.santarcangelofestival.com 

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