© Ufficio stampa | "Struttura 0.1 2025" di Mattia Strussiat
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In Carnia, il percorso fra natura e arte si arricchisce di 8 nuove opere
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A Paluzza, fra i più antichi e suggestivi paesi della Carnia (incontaminate montagne del Friuli Venezia Giulia al confine con l'Austria) l’arte contemporanea si intreccia con la natura e con la memoria dei luoghi, trovando nella land art un linguaggio privilegiato per raccontare il legame tra uomo, bosco e comunità.
UN AFFASCINANTE MUSEO A CIELO APERTO - Nella cornice suggestiva di Torre Moscarda - antico presidio difensivo, visitabile, che ancora oggi domina dall’alto i margini del paese e la vallata, custode silenzioso di secoli di storia e leggende - nuove opere artistiche si sono aggiunte a un percorso che va arricchendosi di anno in anno, trasformando il paesaggio in un affascinante museo a cielo aperto. Il progetto nasce dalla Residenza Artistica promossa dal Comune di Paluzza all’interno del Bando Borghi PNRR Il Bosco nel Borgo - Il Borgo nel Bosco, un’iniziativa di rigenerazione culturale e sociale che pone il legno al centro della narrazione, inteso non solo come materiale ma come simbolo identitario, memoria viva di un territorio che nel bosco ha sempre trovato risorse, protezione e ispirazione. Sotto la direzione artistica di Devid Strussiat, undici artisti provenienti da diverse esperienze hanno abitato il borgo per una settimana, vivendo a stretto contatto con la comunità, condividendo momenti di quotidianità e lavoro, ospitati nelle strutture dell’Albergo Diffuso Le Marmotte.
IL LEGNO PROTAGONISTA - In quei giorni sono state realizzate otto nuove opere, nate dall’incontro tra individualità e collaborazione: creazioni sviluppate sia da singoli che da piccoli gruppi, capaci di fondere competenze, immaginari e sensibilità. Alcune sono state costruite interamente in loco, utilizzando legname e potature derivanti dalla gestione forestale dell’area: sculture che sembrano emergere direttamente dalla terra, come se fossero cresciute spontaneamente fra i tronchi e le radure. Altre hanno integrato materiali naturali non presenti in Carnia, come il bambù e il salice, evocativi di altri mondi e altre tradizioni, eppure in grado di dialogare con sorprendente armonia con il contesto alpino.
UN PERCORSO ARTISTICO NEL BOSCO - Il risultato è un percorso artistico che si sviluppa fra radure e sentieri, dove ogni opera diventa stazione di un viaggio che invita alla contemplazione e alla scoperta. Le nuove installazioni si affiancano a quelle realizzate nel 2023 da Strussiat stesso, Simone Paulin, Michele Trevisan e Mattia Strussiat, dando vita a un itinerario che intreccia natura e arte, memoria e contemporaneità. Passeggiando fra i prati o nel fitto del bosco, ci si imbatte così in Struttura 0.1 2025 di Mattia Strussiat (con il supporto tecnico di Trevisan), un’opera che indaga l’equilibrio fra geometria e spontaneità; in Brutalibis di Marco Bogar, Denis Camuffo e Simona Cavatoni, che riflette sulla forza primordiale del legno; in Ali di Jacopo Sandrin, metafora di libertà e leggerezza; in Flying di Szabo Reka, che trasforma il movimento in scultura; nel Dinosauro di Devid Strussiat, ironico richiamo alla potenza arcaica della natura; in Tëdi di Stefano Devoti, che intreccia tradizione e gioco; nello Sbilf di Rodolfo Liprandi, evocazione delle creature leggendarie che popolano l’immaginario carnico; e infine ne La dama della Torre di Simone Paulin, che restituisce un volto poetico al baluardo medievale di Torre Moscarda.
OPERE IN SINTONIA COL PAESAGGIO - Ogni opera, pur nella diversità di linguaggi e stili, trova una sua intima armonia con il paesaggio, diventando parte integrante di un dialogo fra creatività umana e identità del luogo. Non sono monumenti imposti dall’esterno, ma presenze che sembrano emergere dal bosco stesso, come se la natura avesse scelto di raccontarsi attraverso la mano degli artisti. La selezione degli undici partecipanti è stata curata dall’associazione Ecopark, che ha raccolto e valutato le proposte artistiche, privilegiando quelle capaci di garantire autonomia nella realizzazione, durata nel tempo e integrazione nel contesto. Il risultato è un mosaico di esperienze e visioni che, pur diverse, concorrono a tessere un’unica narrazione: quella di un borgo che rigenera sé stesso attraverso l’arte, trasformando il paesaggio in un laboratorio creativo aperto, in cui la comunità e i visitatori possono riconoscersi e stupirsi.
ARTE STRUMENTO DI RIGENERAZIONE - Così, a Paluzza, l’arte diventa strumento di rigenerazione culturale e sociale: non semplice ornamento, ma forza viva che stimola riflessione, senso di appartenenza e nuova vitalità. In questo intreccio fra storia e natura, il bosco e il borgo si specchiano l’uno nell’altro, dando vita a un’esperienza estetica e spirituale che è al tempo stesso radicata nella tradizione e proiettata verso il futuro. Un esempio di montagna resiliente, che trae forza dalle sue radici e nell’arte, nella manualità, nella creatività trova stimoli per il futuro. E una bella esperienza la proporre ai turisti, invitandoli a una sorta di caccia al tesoro, in cui da scoprire c’è anche la bellezza e la forza rigenerante di un fitto bosco, ideale per praticare forest bathing.
Per maggiori informazioni: www.comune.paluzza.ud.it