Paese che vai, usanza che trovi

Natale nel mondo: tra scope, ravanelli e pattini a rotelle

Abitudini inconsuete da cui non lasciarsi sorprendere se trascorriamo le Feste all’estero

23 Dic 2025 - 06:00
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© Istockphoto  | Svezia: a Natale si nascondono tutte le scope
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© Istockphoto | Svezia: a Natale si nascondono tutte le scope

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Se trascorriamo il Natale all’estero può capitarci di entrare in contatto con usanze e consuetudini anche bizzarre, dalle quali possiamo rimanere sconcertati e confusi. Meglio saperlo prima, quindi, per adeguarci alla situazione e, magari, evitare gaffes e brutte figure, o al contrario per non perdere un’esperienza speciale da inserire nel nostro carnet di ricordi di una vacanza. Ecco allora qualche usanza davvero particolare, ai quattro angoli del mondo.

NORVEGIA: OCCHIO ALLE SCOPE! – Il folclore norvegese racconta che la Vigilia di Natale è un giorno in cui si aggirano streghe e spiriti maligni, specie al calar della sera. Dato che le streghe si spostano cavalcando i manici di scopa, le famiglie norvegesi a partire dal pomeriggio nascondono scope e affini nei ripostigli più segreti della casa, per impedire a questi esseri oscuri di impossessarsene. Perderne una, infatti, è segno di cattiva sorte per tutta la famiglia.

GALLES: I TESCHI DI CAVALLO CANTANO IL NATALE – Tutti sanno che nelle culture anglosassoni nei giorni che precedono il Natale ci sono piccoli gruppi di persone che vanno di casa in casa per cantare canzoni natalizie. Ebbene, in Galles potremmo essere visitati da un bizzarro gruppo con un personaggio avvolto da un lenzuolo bianco decorato con una campana, che regge il teschio di un cavallo. La tradizione, chiamata Mari Lwyd (“giumenta grigia”), vuole che il gruppo canti una canzone e poi sfidi il padrone di casa in una gara a colpi di insulti in rima in gallese, il cosiddetto pwnco. È consuetudine che al termine il gruppo venga invitato in casa per un piccolo rinfresco.   

I CATALANI E LA “CACCA” – In Spagna i prodotti intestinali hanno un gran successo a Natale. In ogni presepe catalano viene infatti introdotta, tra pastori e angioletti, la bizzarra figura del “Caganer” una statuina che raffigura un pastore con i pantaloni calati e intento… a vuotare l’intestino, come simbolo di buona sorte, fertilità e allegria, che fertilizza la terra per l'anno a venire. È anche un souvenir molto popolare a Barcellona. Ma non finisce qui: c'è poi il "Tió de Nadal", un ceppo di legno con occhi e bocca sorridenti, che i bambini "nutrono" nei giorni prima di Natale: alla Vigilia, è usanza colpirlo con dei piccoli bastoni per fargli "defecare" regali (dolcetti, piccoli giocattoli) mentre si canta una canzone tradizionale, in un momento di allegria familiare.  

I GATTI SVEDESI – In Svezia per Natale si consumano tipici dolcetti morbidi allo zafferano a forma di gatto, chiamati Lussekatter, tradizionali per la festa di Santa Lucia (13 dicembre), che simboleggiano luce e protezione dal diavolo. C’è però un’altra usanza, legata a un gatto molto meno amichevole: il Jólakötturinn, il "Gatto di Yule", di origine islandese, ma diffusa anche in Svezia. Questo crudele felino si aggira per le strade nella notte di Natale e divora chi non indossa almeno un indumento nuovo. Basta un paio di calzini per indicare che nel corso dell’anno abbiamo fatto il nostro dovere. Quindi, meglio non rischiare.

IN GERMANIA IL CETRIOLO DI NATALE - La tradizione natalizia tedesca del Weihnachtsgurke consiste nel nascondere il giorno della Vigilia un cetriolo, in vetro ma anche sottaceto, tra i rami dell'albero di Natale. Il bambino che lo troverà la mattina di Natale riceve un regalo extra e la promessa di tanta fortuna per l'anno nuovo. L'usanza si è diffusa anche negli USA come "Christmas pickle" a sguito dell'immigrazione dalla Germania, ma si pensa che l'origine risalga alla Guerra Civile e alle vicende di un soldato tedesco-americano che sopravvisse proprio grazie a un cetriolo.

IN MESSICO LA NOTTE DEI RAVANELLI - Cuore della festa è Oaxaca, dove il 23 dicembre si celebra "La Noche de Rabanos" (La notte dei ravanelli), un festival in cui commercianti e artigiani vendono ravanelli intagliati e composizioni a base di questo ortaggio che raffigurano cene della Natività, la animali e perfino architetture locali. Le sculture di ravanelli sono vendute e utilizzate come centrotavola natalizi, mentre alla composizione più bella viene attribuito un premio in denaro.

GUATEMALA: BRUCIARE IL DIAVOLO - Il 6 dicembre le famiglie del Guatemala celebrano La Quema del Diablo (“il rogo del diavolo”): ogni nucleo familiare porta in strada icone di Satana e le dà alle fiamme, per scacciare gli spiriti maligni. Un tempo a questo rogo veniva aggiunta spazzatura e oggetti vecchi di cui ci si voleva disfare. La consuetudine è via ancora oggi, ma in misura minore, per evitare rischi di incendio e danni ambientali: di solito si bruciano le piñatas a forma di diavolo e si consumano tradizionali ciambelle e punch a base di frutta. 

VENEZUELA: SI PATTINA FINO ALLA MESSA – Per andare in chiesa e assistere alla messa di Natale i venezuelani utilizzano… i pattini a rotelle. È un’abitudine così diffusa che a Caracas e in altre grandi città, fra il 16 e il 24 dicembre, viene vietato il traffico automobilistico, per permettere ai pattinatori di spostarsi in sicurezza, in un clima di fervore religioso e di grande allegria, a volte accompagnato da musica e fuochi d'artificio. 

GIAPPONE: IL POLLO FRITTO DI NATALE - In Giappone il piatto natalizio per eccellenza è il pollo fritto. Tutto a causa di una geniale operazione di marketing attuata negli anni Settanta dalla catena di fast food KFC, che lanciò lo slogan “Kurisumasu ni wa kentakkii!” (Kentucky per Natale), convincendo i giapponesi che gli americani mangiano pollo fritto a Natale. La notizia era falsa ma i giapponesi da allora ordinano con settimane di anticipo grandi porzioni di pollo fritto per la Vigilia di Natale. KFC registra il 10% delle vendite annuali solo durante le festività natalizie.