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L’incanto senza tempo del Lago Maggiore

Montesquieu lo definiva il luogo più bello del mondo: paesaggi, parchi fioriti, ville e isole amate da artisti di tutta Europa.

01 Apr 2021 - 06:00
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© Istockphoto | Lago Maggiore

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Arturo Toscanini, George Bernard Shaw, Alessandro Manzoni, i reali d’Inghilterra, Antonio Rosmini, Giovanni Verga e Gabriele D’Annunzio furono solo alcuni degli ospiti illustri che visitarono il Lago Maggiore e s’innamorarono della sua bellezza ammaliante.  Un paradiso che non può mancare tra i luoghi da visitare alla fine del lockdown

Isole Borromee - Nel medioevo ospitavano presidi militari e conventi, ma nel Seicento furono trasformate dai Borromeo che fecero dell’isola Bella un’isola-palazzo, dell’isola dei Pescatori un’isola-rustica, dell’isola Madre un’isola-giardino. Raggiungibili da Stresa, sono fra i  luoghi maggior fascino del lago. Ad amarle sono stati amate da intellettuali e teste coronate, dal maestro d’orchestra  Arturo Toscanini a Ernst Hemingway, dallo scrittore George Bernard Shaw ai reali d’Inghilterra. 

Isola Bella - La prima in cui si approda è l’Isola Bella, così chiamata in onore di Isabella d’Adda, moglie del conte Carlo III Borromeo, che per primo -nel 1632- diede inizio ai lavori dell’imponente palazzo che, ancor oggi, costituisce l’attrazione dell’isola. Il palazzo è circondato da uno spettacolare giardino, sviluppato su dieci terrazze degradanti, ornato di statue e fontane. Dall’Isola Bella si raggiunge l’Isola dei Pescatori, così chiamata perché un tempo era il maggior centro di pesca del lago. Ora i suoi abitanti (un centinaio circa) si dedicano al turismo e riescono a mantenere intatto il fascino del luogo, fatto di semplicità, ritmi lenti, architetture rustiche. 

Isola Madre - Infine, l’isola Madre, la più grande e forse la più affascinante delle tre, con il suo imponente palazzo e, soprattutto, uno splendido giardino botanico, famoso per la sua fioritura primaverile di azalee, camelie, rododendri. Nel palazzo si visitano gli interni, con mobili e suppellettili d’epoca. Per approdare sull’isola senza fare tappa nelle due precedenti, ci si può imbarcare a Pallanza

Rocca Angera - L’imponente Rocca Borromea domina con le sue alte torri non solo la cittadina di Angera ma l’intero bacino meridionale del Verbano. Posta a guardia della parte meridionale del lago -  con quella gemella di Arona sulla riva opposta - fu innalzata nel 1200 e ampliata più volte, fino al 1600: ne fanno parte quattro edifici disposti attorno ad un cortile centrale, racchiusi da un possente recinto merlato. Fra le parti più interessanti dal punto di vista storico artistico c’è sicuramente l’ala viscontea, fatta costruite alla fine del 1200 da Ottone Visconti, con la sala della Giustizia decorata con un pregevole ciclo d’affreschi, fra i migliori esempi di pittura profana medievale del Nord Italia. Il castello- da cui si ha una stupenda vista sul lago- passò nel 1449 sotto i Borromeo, a cui tuttora appartiene. Al suo interno si trova il Museo della bambola, uno dei maggiori in Europa fra quelli dedicati ai giocattoli.

Santuario di Santa Caterina del Sasso - E’ una delle mete più conosciute del lago Maggiore: su una rupe a strapiombo su lago, in un’incantevole posizione panoramica da cui la vista spazia sulla riva opposta, con il golfo Borromeo e il Mottarone, il santuario è composto da una serie di edifici costruiti in epoche successive. A fondarlo, narra la leggenda, fu nel XII secolo un mercante che, in segno di ringraziamento per essersi salvato dalla tempesta, decise di darsi alla penitenza e alla preghiera. La prima comunità di monaci ad abitare il luogo furono i Domenicani: in un primo tempo vi sorgevano tre cappelle, dedicate a S. Caterina, alla Madonna e a S. Nicola di Bari, che furono unificate all’inizio del’300 con la costruzione di un’unica facciata, tuttora esistente. All’interno il complesso conserva opere d’arte con le quali fu abbellito soprattutto fra il’400 e il’600, fra cui spiccano gli affreschi della sala capitolare. 

I Giardini di Villa Taranto - Passeggiare tra i fiori: i Giardini di Villa Taranto- sul promontorio della Castagnola, a Pallanza- sono uno dei parchi botanici più importanti del mondo. Su 20 ettari di superficie, raccolgono oltre 20 mila varietà di fiori di tutti i continenti, raccolte in trent’anni di appassionato lavoro dal capitano scozzese Neil McEacharn, che aveva  acquistato la villa e il parco (successivamente ampliato)  nel 1931. La bellezza di questi giardini è data, oltre che dall’enorme varietà delle loro piante, anche dalla loro armoniosa disposizione, equilibrato connubio fra i giardini ”naturali” all’inglese e quelli, più geometrici, all’italiana. La visita dura almeno due ore, ma chi vuole scoprirli con calma vi può passeggiare tranquillamente per una mezza giornata. Per ogni stagione, all’entrata vengono indicati i percorsi migliori per ammirare le varie fioriture.

Il Giardino Alpinia - Quarantamila metri quadrati di balcone naturale dove passeggiare e ritemprarsi nella natura, godendo di un panorama ineguagliabile sul lago. Si trova ad Alpino, lungo i pendii del Mottarone, la montagna di Stresa. Ad un’altitudine di 800 metri, il giardino si affaccia su una amplissima vista panoramica sul Verbano: la panoramica più bella si ha dalla Capanna Belvedere. Oltre 700 le specie diverse di piante che vi crescono rigogliose: la maggior parte sono alpine, ma è possibile trovare specie provenienti anche dall’Oriente e dall’America. Il suo simbolo è la Genziana, fiore alpino dal caratteristico colore blu violaceo, piccolo e a campana, raro e meraviglioso. Il percorso di Alpinia è circolare, con i due sentieri iniziali che si congiungono: a sinistra si passa prima per il bosco, mentre a destra dal giardino principale fiorito si accede direttamente alla vista panoramica. Durante il percorso, a metà giardino ci si imbatte in una sorgente di acqua naturale proveniente dalla vetta del Mottarone (1.492 m), purissima e rinfrescante.

Per maggiori informazioni: www.distrettolaghi.it 

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