Mentre si prevede un boom del mercato, la psicologa Marianne Brandom (Psychology Today) avverte: "I piccini devono continuare a giocare con i loro amichetti per mantenere vivo il pensiero creativo e il contatto con il mondo reale"
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L'Intelligenza artificiale sta per entrare anche nella vita dei bambini, con bambole che interagiscono attivamente e giocattoli capaci di dialogare e perfino di aiutare i nostri figli. Si parla dell'arrivo sul mercato dei primi giochi "intelligenti" già il prossimo Natale, e sull'inevitabile impatto che questi prodotti avranno sulla vita dei bambini arrivano i primi commenti degli esperti.
In particolare, a parlare dei rischi delle applicazioni dell'Intelligenza artificiale sull'infanzia è la psicologa Marianne Brandom, intervenuta su Psychology Today. L'allarme viene lanciato poche settimane dopo l'accordo siglato tra la Mattel e OpenAI per una "collaborazione strategica per supportare prodotti ed esperienze basati sull'Intelligenza artificiale e sui marchi Mattel".
I rivenditori di giocattoli, come la catena Usa Maziply Toys, spiegano che le bambine potranno dialogare con la Barbie come con un'altra bimba in carne e ossa: parleranno di cosa hanno fatto a scuola, degli amici con cui le piccole hanno giocato, e potranno anche fare i compiti insieme. Il successo dei giochi AI è assicurato: secondo gli esperti il business crescerà da 42 miliardi nel 2025 a 224 entro nove anni.
Brandom però avverte: "Immagina un mondo in cui Barbie non solo risponde, ma ricorda le tue storie preferite, ti aiuta per la scuola e non è mai in disaccordo con le tue idee più folli. Questo è il futuro imminente dei giocattoli, non una scena da film futuristico. Finora i bambini più piccoli sono stati tra le poche fasce d'età la cui vita quotidiana non è stata saturata dall'Intelligenza artificiale. Con l'arrivo dei nuovi giocattoli anche la prima infanzia, che comprende gli anni più neuroplastici e formativi, sarà plasmata dall'AI tanto quanto qualsiasi altra fase della vita".
La domanda della psicologa è: "Come stiamo già facendo con gli adolescenti, sacrificheremo ora la creatività, il pensiero critico e le capacità sociali dei nostri bambini sull'altare della comodità tecnologica?". E sottolinea come gli studi dimostrino che chi utilizza assiduamente l'AI mette meno impegno nella risoluzione autonoma dei problemi, fidandosi della macchina.
L'invito dell'esperta è quindi a integrare le soluzioni AI con i giochi tradizionali, i momenti di creatività e di collaborazione con gli altri bambini. Per non dimenticare, e non far dimenticare ai più piccoli, il mondo reale, l'interazione sociale, il gioco di squadra.