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Dumping fiscale: cos'è la pratica scorretta di cui ci accusa la Francia e quali sono le tasse davvero in vigore in Italia per gli stranieri

La polemica accesa dal premier francese François Bayrou ha riacceso i riflettori su un pezzo di questi giorni del Financial Times sull'attrattività di Milano per i manager stranieri

01 Set 2025 - 16:02
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Il premier francese François Bayrou, leader del partito centrista francese MoDem e alleato del presidente Emmanuel Macron, ha accusato l'Italia di attuare politiche di "dumping fiscale" per attrarre ricchi francesi. Secondo Bayrou, la normativa italiana starebbe danneggiando la Francia, un'accusa a cui la premier italiana Giorgia Meloni ha replicato seccamente: "Stupiscono le affermazioni totalmente infondate di Bayrou. L'economia italiana è attrattiva e va meglio di altre grazie alla stabilità e alla credibilità della nostra Nazione. L'Italia è piuttosto, da molti anni, penalizzata dai cosiddetti 'paradisi fiscali europei, che sottraggono alle nostre casse pubbliche ingenti risorse". Ma cosa si intende concretamente quando si parla di dumping fiscale e qual è il regime di tassazione riservato a cittadini con passaporto diverso da quello tricolore?

Cos'è il Dumping Fiscale?

 Il dumping fiscale è una pratica che consiste nell'abbassare le imposte per attrarre capitali, imprese e residenti fiscali da altri paesi. L'obiettivo è quello di rendere il proprio territorio economicamente più competitivo, a scapito di altre nazioni che mantengono una pressione fiscale più alta. Questo fenomeno può innescare una "corsa al ribasso" tra gli stati, con il rischio di erodere le entrate fiscali a livello globale.

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La norma italiana contestata

  La legge italiana finita nel mirino del premier francese è quella che, come riportato in un articolo del Financial Times dello scorso 29 agosto, attira facoltosi banchieri e dirigenti di private equity soprattutto a Milano. Si tratta di un regime che permette ai nuovi residenti fiscali stranieri di pagare una flat tax di 200mila euro all'anno su tutti i loro redditi e beni globali per un periodo massimo di 15 anni. Questa misura esenta inoltre i beneficiari dal pagamento delle tasse di successione sui beni non italiani.

L'agevolazione per i "neo-domiciliati" era stata introdotta in Italia nel 2017, durante il governo di Matteo Renzi cobn un tez, con l'obiettivo di attrarre investimenti e talenti stranieri. Questo regime è diventato famoso come "norma CR7" o "regime Ronaldo", dal momento che ha permesso al  calciatore Cristiano Ronaldo di trasferirsi alla Juventus pagando un'imposta fissa sui suoi ingenti redditi esteri.

Per i professionisti del private equity che non optano per la flat tax, l'Italia applica un'aliquota del 26% sulla maggior parte delle plusvalenze. Quest'ultima è considerata molto più vantaggiosa rispetto al Regno Unito, che ha recentemente aumentato l'aliquota sulla "carried interest" (la principale fonte di reddito per i dirigenti di buyout) dal 28% al 34%.

Curiosamente, la norma introdotta dal governo Renzi fu ispirata da un modello che esisteva già in Francia, il che rende paradossale l'accusa di Bayrou. Tanto più che il numero di super ricchi beneficiari della misura è basso: secondo i dati forniti dalla Corte dei Conti, nel 2023 circa 1.500 super-ricchi (di cui 425 familiari) hanno usufruito di questo regime, portando nelle casse dello Stato 117,6 milioni di euro. Guardando al quadriennio 2020-2023, i beneficiari sono stati 2.875 (più 1.108 familiari), per un incasso totale di 315,3 milioni di euro. La massiccia affluenza di ricchi espatriati ha causato un'impennata dei prezzi immobiliari, con un aumento dei prezzi delle case a Milano di quasi il 60% nell'ultimo decennio e dei canoni di locazione del 50% nello stesso periodo.

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Lo stesso Matteo Renzi, in un suo post sui social media, ha sottolineato l'ironia della situazione, affermando che il "dumping fiscale" di cui parla Bayrou altro non è che la politica introdotta dal suo governo nel 2016.

Le voci critiche e gli altri paesi che propongono paradisi fiscali

 Nonostante l'attrattiva del regime, la Corte dei Conti ha stigmatizzato la crescente affluenza di super-ricchi in Italia, sottolineando che non ci sono prove di benefici reali per il Paese. Questo ha alimentato il timore che l'Italia stia diventando un "paradiso fiscale" per i milionari. Una prospettiva esterna, fornita da un recente rapporto della società di consulenza Henley & Partners, conferma il fascino fiscale dell'Italia. L'analisi osserva che molti clienti hanno realizzato che l'Italia è "più conveniente del principato di Monaco", grazie alla combinazione di costi fiscali e abitativi. Per questa ragione, si stima che circa 3.600 milionari potrebbero trasferire la loro residenza in Italia entro l'anno, portando con sé un patrimonio di circa 21 miliardi.

Molti altri paesi europei hanno introdotto misure fiscali vantaggiose per attirare cittadini stranieri e aziende. Il Portogallo, per esempio, con il suo programma per i "residenti non abituali," ha attirato numerosi pensionati e professionisti con aliquote fiscali ridotte o esenti su redditi esteri per un periodo di dieci anni, anche se ultimamente sta perdendo appeal. L'Irlanda è da tempo considerata un paradiso fiscale per le multinazionali, grazie a un regime di tassazione molto favorevole. Altri paesi come Malta e Cipro offrono regimi fiscali competitivi per attrarre investimenti e individui ad alto reddito.

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