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"Tgcom24Tour", mercati e banche centrali: la sfida dell'inflazione

Hanno partecipato il senatore Guido Castelli, Commissario straordinario ricostruzione sisma 2016; Stefano Caselli, Dean SDA Bocconi, e Alessandro Decio, AD Banco Desio

La tappa di Milano di "Tgcom24Tour" si è conclusa con una tavola rotonda - "Mercati e banche centrali: la sfida dell'inflazione" - in cui si è continuato parlare delle sfide economiche per le imprese.

Hanno partecipato il senatore Guido Castelli, Commissario straordinario ricostruzione sisma 2016; Stefano Caselli, Dean SDA Bocconi, e Alessandro Decio, AD Banco Desio.

 

Pnrr e ritardi - "Sulla capacità di spesa rispetto al Pnrr e al Fondo complementare Sisma ha detto e scritto tutto la Corte dei Conti, che con il rigore proprio di questa istituzione ha chiarito come le cose stiano esattamente come ha riferito il ministro Fitto, nel senso che rispetto anche alla situazione anteriore al 31 dicembre del '22 una parte considerevole di quelle che erano le attese di spesa non sono state rispettate. Sappiamo anche che c'è stata un'indicazione specifica da parte della Corte dei Conti rispetto alle ragioni di questa difficoltà - dichiara Castelli -. Credo che il governo abbia il merito di non aver riservato un atteggiamento dogmatico al Pnrr, ma flessibile e orientato al raggiungimento del risultato: il miglioramento del Pil. Noi ci crediamo".

 

"I 200 miliardi del Pnrr sono una cifra straordinaria su cui sia l'Italia che l'Europa si giocano tanto. Il boost sarebbe pazzesco e lo sarà - dobbiamo essere positivi - perché sono soldi che atterrano direttamente sull'economia italiana, creando un effetto straordinario sul Pil e un altro moltiplicativo. Nel senso che se vai a investire in infrastrutture questo genera degli effetti di ritorno, quindi miglioramento dei servizi per i clieni, attività con i fornitori, miglioramento della competitività del sistema italiano. Sicuramente c'era da aspettarselo che ci sarebbero stati dei ritardi: è un progetto estremamente complesso. Il nostro Paese non deve abbassare la guardia, perché vorrebbe dire utilizzare meno risorse e poi a un certo punto dover ritornare a fare debito pubblico, sarebbe un peccato. Se fossimo in grado - e mi auguro che sia così - di utilizzare bene i soldi che l'Europa ci sta dando e fossimo in grado di saper individuare qualche riforma corretta, il nostro Paese potrebbe volare e preformare in modo straordinario", spiega Caselli.

 

"Stiamo vedendo complessivamente una situazione delle imprese ancora ragionevolmente positiva e migliore rispetto alle aspettative, specie quelle che si sono create l'anno scorso a valle del picco dell'incremento dei costi dell'energia. Quello che abbiamo visto verificarsi è una grande capacità delle imprese di ribaltare l'incremento dei costi e di trasformarlo in incremento di redditività. Abbiamo visto delle analisi di recente che dimostrano come anche l'incremento dei tassi di interesse - e quindi il costo di finanziamento - è più che ampiamente assorbito dall'incremento dei margini della redditività delle imprese. Evidentemente, un segno del fatto che in questo contesto inflattivo le imprese hanno approfittato per fare azioni di repricing. Quindi, il quadro dal nostro punto di vista è positivo, ma questa positività dipende da tutta una serie di fattori. Sicuramente, il Pnrr è uno dei punti di vista fondamentale. Infatti, questo trend di crescita dipende anche dalla capacità del nostro Paese di continuare a investire ed è importante che ci sia la componente pubblica così come la componente di investimenti privati", afferma Decio.

 

"L'Italia è un Paese che deve imparare a giocare anche in attacco" - "Le nostre imprese hanno sempre la capacità di saper giocare in difesa e poi in contropiede. Però, l'Italia è un Paese che deve imparare a giocare anche in attacco, deve essere in grado di andare sul mercato internazionale e generare crescita. Per fare questo, accanto alle pmi – che sono l'asse portante del Paese -, abbiamo bisogno anche di qualche grande impresa in più perché è con quelle che si fa innovazione e si compete veramente ad armi pari con le grandi piattaforme internazionali", aggiunge Caselli.  

 

"Ritengo che seppure a un passo più rallentato ci sarà ancora un trend di rialzo dei tassi" - "C'è stato un chiaro segnale di allarme per quel che riguarda l'impatto dell'incremento dei tassi sulla stabilità finanziaria con quello che abbiamo visto accadere nel sistema bancario, non italiano o europeo, nel corso delle ultime settimane. Credo che questo abbia segnalato un giusto campanello di attenzione. Detto questo, personalmente, ritengo che seppure a un passo più rallentato ci sarà ancora un trend di rialzo dei tassi fino a quando non si vedrà un rallentamento della curve inflection", sottolinea Decio.

 

"Noi, come governo, siamo attenti a queste dinamiche, ma le criticità non hanno impedito al sistema pubblico di prevedere comunque un andamento virtuoso della discesa del rapporto debito-Pil e più in generale una gestione oculata dello stesso deficit. Quindi siamo attenti e scrupolosi, ma non impediamo al sistema di avvantaggiarsi di un trend che resta positivo, se è vero che la nostra crescita è stata rivista in aumento", conclude Castelli.

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