trend in aumento tra i giovani

È la giornata mondiale del veganesimo: ecco come frutta e verdura incidono sul nostro stile di vita

I ristoranti vegani italiani rispetto al 2024 sono cresciuti del 18%. L'impatto ambientale di questa dieta che può evitare 15 milioni di morti all'anno

01 Nov 2025 - 08:19
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Oggi si celebra la giornata mondiale del veganesimo. Questo movimento fonda le sue radici in Inghilterra nel 1944 con la nascita della Vegan Society, in rottura con la Vegetarian Society, per promuovere uno stile di vita che escludesse i prodotti di origine animale. È una filosofia che è riuscita a diffondere nuove consapevolezze sull’alimentazione. Negli ultimi decenni il veganesimo è diventato un fenomeno globale, spinto anche dai movimenti ambientalisti e da una maggiore attenzione sulla crisi climatica e allo spreco delle risorse. 

Benefici

 Questo stile di vita è per sua natura divisivo. Da quando si è sviluppato si sono create due fazioni contrapposte: i detrattori e i promotori, chi ritiene che sia un'alimentazione dannosa e chi ne promuove i benefici. Secondo il rapporto 2025 della EAT-Lancet Commision l'adozione su scala globale della Dieta della Salute Planetaria (un modello alimentare flessibile, basato su cibi vegetali come cereali integrali, frutta, verdura, legumi e noci, con un consumo limitato di prodotti animali) potrebbe ridurre del 27% il rischio di morte prematura, evitando fino a 15 milioni di decessi all'anno, e diminuendo fortemente il rischio di malattie croniche, come cancro, diabete di tipo 2 e problemi cardiovascolari. Non solo, la dieta avrebbe anche un forte impattato ambientale e farebbe scendere le emissioni di carbonio legate alla produzione di cibo di oltre il 15% rispetto al 2020. 

La dieta

 L'obiettivo della Commissione è quello di proporre una dieta salutare e sostenibile per il Pianeta, analizzando diversi sistemi alimentari e individuandone il migliore. Quello che si consiglia è una dieta ricca di cereali integrali, frutta, verdura e legumi, con un apporto molto moderato di proteine animali. Il problema sollevato dalla Commissione riguarda la sua applicabilità su scala globale, considerando che secondo le ultime stime la popolazione dovrebbe raggiungere i 9,6 miliardi di persone nel 2050. Serve una gestione migliore delle risorse per rispondere a questa crescita esponenziale che ci apprestiamo a vivere. Per raggiungere l'obiettivo in termini di fabbisogno mondiale, la produzione di legumi dovrebbe aumentare fino al 190% e quella di verdure del 42-48%, mentre la produzione animale dovrebbe diminuire del 22-27%. 

Veganuary: il bello e il buono della cucina veg

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© Istockphoto  | La cucina senza carne è seguita da numeri importanti di persone: circa l'8 per centro dei nostri connazionali
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© Istockphoto  | La cucina senza carne è seguita da numeri importanti di persone: circa l'8 per centro dei nostri connazionali

© Istockphoto | La cucina senza carne è seguita da numeri importanti di persone: circa l'8 per centro dei nostri connazionali

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Valori e principi

 La salute e una dieta sana ed equilibrata sono centrali, ma ci sono altre motivazioni dietro la scelta di questo stile di vita. L'attenzione alla condizione degli animali e la lotta contro gli allevamenti intensivi ne sono una naturale conseguenza. Circa il 90% della produzione di alimenti di origine animale proviene da allevamenti intensivi, dove gli spazi vitali non vengono garantiti e spesso gli animali subiscono un'alterazione del proprio corpo in nome di un profitto più alto. L'altro aspetto critico degli allevamenti intensivi è rappresentato dal notevole impatto ambientale. Essi sono responsabili, secondo dati Ispra, del 75% di tutte le emissioni di ammoniaca in Italia e la seconda fonte di formazione di polveri sottili. Nell’intero comparto dell’agricoltura, il 79% delle emissioni di gas serra si deve agli allevamenti di animali destinati al consumo umano, che generano circa il 40% delle emissioni globali di metano.

Un trend in aumento

 I vegani restano una nicchia, ma dei segnali che questo movimento sia in crescita ci sono. Secondo l’ultimo rapporto pubblicato da Eurispes nel maggio scorso, il 9,5% della popolazione italiana dai 18 anni in su non mangia carne, con i vegani che rappresentano il 2,7% della popolazione, con un lieve aumento dello 0,6% rispetto al 2024. Percentuali che sono rimaste più o meno stabili nell’ultimo anno ma, che hanno visto quadruplicare i loro numeri tra il 2014 e il 2024. In generale si può dire che ci sia più attenzione alla salute alimentare, i dati di vendita dei prodotti vegan lo dimostrano, facendo segnare un aumento. Sempre più persone rifiutano i cibi "tradizionali", scegliendo alimenti senza lattosio, senza glutine e senza zucchero. Un ulteriore segnale di questo sviluppo arriva dai ristoranti vegani italiani: nel 2024 le prenotazioni sono aumentate del 54%. . 

La storia della giornata mondiale

 L'istituzione di una giornata mondiale dal veganesimo risale al 1994 e i meriti vanno ancora una volta all'Inghilterra, che potremmo definire come patria del movimento. L’attivista vegana per i diritti degli animali Louise Wallis era alla ricerca di una ricorrenza adatta per celebrare il 50° anniversario della Vegan Society. Wallis ha fissato il 1° novembre come data, poiché cade esattamente tra il 31 ottobre, che è Halloween, e il giorno dei morti, che cade il 2 novembre. Da poco più di trent'anni l'istituzione di questa giornata è un'occasione per promuovere il veganesimo in tutte le sue forme, mettendo in evidenza le criticità del modello attuale di sostenibilità alimentare. 

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