A Frosinone un collezionista di carte dal valore di 24mila euro è rimasto vittima di un raggiro da parte di giostrai. A Latina, un uomo ha sparato a un 36enne perché era convinto "gli avesse sottratto le figurine"
Il collezionismo delle carte di Pokémon è diventato un affare milionario. Tanto da portare i più fanatici a rendersi protagonisti di truffe o persino sparatorie. Come a Frosinone, dove un collezionista di carte dal valore di 24mila euro è rimasto vittima di un raggiro da parte di due giostrai. O ad Aprilia, in provincia di Latina, dove un uomo ha addirittura esploso dei colpi di arma da fuoco verso un'auto guidata da un 36enne perché "era convinto che gli avesse sottratto delle figurine di valore". E in Giappone, Paese dove sono nati i "mostriciattoli", la criminalità ha iniziato a usare le figurine per riciclare denaro.
Una collezione di carte di Pokémon, per un valore stimato di 24mila euro, è stata al centro di una lunga indagine condotta dalla polizia di Stato della Questura di Frosinone, in collaborazione con i carabinieri di Padova. Tutto è partito dalla denuncia di un collezionista romano che voleva vendere la sua preziosa serie di carte. Verso la fine di settembre, l'uomo ha raccontato ai poliziotti di Frosinone di essere stato raggirato durante l'incontro con due acquirenti. Stando alla denuncia, i presunti truffatori avrebbero esaminato la collezione, accettato l'acquisto e convinto il collezionista a caricarla sulla loro auto, per andare poi in una ricevitoria ed effettuare il pagamento online. In realtà si sono allontanati a bordo della vettura portandosi con loro la collezione e facendo perdere le proprie tracce. Gli agenti della polizia di Stato hanno identificato i due autori del raggiro: sono due trentenni, entrambi giostrai itineranti, residenti in provincia di Padova. Su disposizione della Procura di Frosinone, è stata eseguita una perquisizione nelle loro case: qui i carabinieri hanno trovato l'intera collezione, poi restituita al legittimo proprietario. Ora i due giostrai dovranno rispondere del reato di truffa.
Se a Frosinone ci si è "limitati" a un raggiro, in provincia di Latina si è addirittura impugnato un'arma. Nel primo pomeriggio di martedì 7 ottobre i carabinieri di Aprilia sono intervenuti in località Fossignano dove poco prima erano stati esplosi colpi d'arma da fuoco verso un'auto guidata da un 36enne. Dagli accertamenti condotti dai militari dell'Arma è emerso che la vittima, mentre era bordo della propria auto, era stata raggiunta e affiancata da un'altra vettura, dalla quale sono partiti alcuni colpi. Il 36enne, rimasto ferito a una gamba, è stato soccorso dal 118 e poi trasportato in ambulanza all'ospedale di Latina. Sul posto sono intervenuti i militari dell'Arma per le indagini ed eseguire i rilievi del caso. L'uomo che ha sparato, individuato dai carabinieri, non era presente nella propria abitazione. Dopo una giornata di ricerche, l'indagato ha deciso di presentarsi al Comando provinciale dei carabinieri di Latina accompagnato da due legali. Come scrivono le testate locali, l'uomo era convinto che la vittima "gli avesse sottratto delle carte di Pokémon di valore".
Non solo raggiri e spari per i Pokémon: a Rimini c'è stato anche un caso di contraffazione legato a uno dei "mostriciattoli" più famosi, Pikachu. La guardia di finanza ha portato a termine una vasta e articolata operazione di polizia economico-finanziaria che ha consentito di smantellare un'imponente rete di stoccaggio e distribuzione di merci contraffatte e armi detenute illegalmente, di cui era responsabile un 50enne asiatico. È stata così bloccata sul nascere un'ingente immissione sul mercato di 340mila articoli falsi e di oltre 3.200 tra coltelli a serramanico e tirapugni in acciaio. Per quanto riguarda la contraffazione, rilevante è stato il sequestro di migliaia di peluche contraffatti, tra cui i noti Labubu, Stitch e Pikachu, privi di qualsiasi certificazione di sicurezza e realizzati con materiali scadenti, pericolosi soprattutto per i più piccoli.
Come racconta il Messaggero, c'è chi è disposto a pagare una fortuna per avere una carta rara. È il caso di Logan Paul, youtuber e wrestler, che ha comprato per 5,3 milioni di dollari la "Pikachu Illustrator Holo", la figurina più costosa al mondo, distribuita nel 1998 come premio a un concorso di disegno in Giappone. Ma il giro d'affari legato al brand Pokémon è estremamente più elevato: secondo i dati di Kings Research, citati dal quotidiano, nel 2022 sfiorava i 9,7 miliardi di dollari. Entro il 2030, stando alle stime, potrebbe crescere fino a 20 miliardi di dollari. E in Giappone, patria di questi "mostriciattoli", la criminalità ha iniziato usare le figurine per riciclare denaro.
I Pokémon sono creature immaginarie nate in Giappone nel 1996 dalla mente di Satoshi Tajiri e oggi divenute parte di un vasto franchise. Sono creature di varie forme e dimensioni, tenute in Poké Ball, che convivono con gli esseri umani e vengono catturate, allenate e fatte combattere dagli allenatori per divertimento o competizione. Le creature possono crescere, evolversi in forme più potenti e possiedono tipi diversi, come Fuoco o Acqua, ognuno con vantaggi e svantaggi. Le prime bustine con le carte dei Pokémon costavano 3mila lire: col passare del tempo il fenomeno è diventato mondiale, e alcune figurine stampate in poche decine di copie o che presentano errori arrivano a costare 500mila euro.
Nel 2016 è nato Pokémon Go, videogioco gratuito basato sulla realtà aumentata, sviluppato da Niantic, che permette ai giocatori di catturare Pokémon nel mondo reale utilizzando il Gps del proprio smartphone. Un divertimento che si è spinto fino a casi estremi, come quello di Chen San Yuan, un gamer taiwanese di 70 anni, che ha montato sulla sua bicicletta una vera e propria postazione mobile fatta di 45 smartphone per massimizzare l'esperienza di gioco. Chen San Yuan, tempo prima, aveva anche testato una versione rudimentale del suo "scova-Pokémon" fatto di 11 telefoni. Le immagini della sua bicicletta speciale avevano fatto il giro del mondo, facendogli guadagnare l'appellativo di "Pokémon Grandpa", cioè "nonno Pokémon".