A Frosinone un collezionista di carte dal valore di 24mila euro è stato raggirato da due giostrai. A Latina, un 31enne ha sparato a un coetaneo perché gli aveva "sottratto delle figurine". E in Giappone la criminalità le usa per riciclare denaro
© Istockphoto
Il collezionismo delle carte di Pokémon è diventato un affare milionario. Tanto da portare i più fanatici a rendersi protagonisti di truffe o persino sparatorie. Come a Frosinone, dove un collezionista di carte dal valore di 24mila euro è stato protagonista di un raggiro da parte di due giostrai itineranti. O ad Aprilia, in provincia di Latina, dove un 31enne ha addirittura esploso colpi di arma da fuoco indirizzati verso un'auto guidata da un 36enne perché convinto che gli avesse sottratto delle figurine. E in Giappone, patria di questi "mostriciattoli", la criminalità ha iniziato a usare le figurine per riciclare denaro.
Una collezione di carte di Pokémon, per un valore stimato di 24mila euro, è stata al centro di una lunga indagine condotta dalla polizia di Stato della Questura di Frosinone, in collaborazione con i carabinieri di Padova. Tutto è partito dalla denuncia di un collezionista romano che voleva vendere la sua preziosa serie di carte. Verso la fine di settembre, l'uomo ha raccontato ai poliziotti di Frosinone di essere stato raggirato durante l'incontro con due acquirenti. Stando alla denuncia, i due presunti truffatori avrebbero esaminato la collezione, accettato l'acquisto e convinto il collezionista a caricarla sulla loro auto, per andare poi in una ricevitoria ed effettuare il pagamento online. In realtà si sono allontanati a bordo della vettura portandosi con loro la collezione e facendo perdere le proprie tracce. Gli agenti della polizia di Stato hanno poi identificato i due autori del raggiro: sono due trentenni, entrambi giostrai itineranti, residenti in provincia di Padova. Su disposizione della Procura di Frosinone, è stata eseguita una perquisizione nelle loro case: qui i carabinieri hanno trovato l'intera collezione, poi restituita al legittimo proprietario. Ora i due giostrai dovranno rispondere del reato di truffa.
Nel primo pomeriggio del 7 ottobre i carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia sono intervenuti in località Fossignano, dove poco prima erano stati esplosi colpi di arma da fuoco indirizzati a un'auto guidata da un uomo di 36 anni. Giunti sul posto i militari dell'Arma hanno prontamente avviato gli accertamenti finalizzati a ricostruire l'accaduto, dai quali emergerebbe che la vittima, mentre era bordo della propria macchina, è stata raggiunta e affiancata da un'altra auto, da cui sono stati esplosi alcuni colpi d'arma da fuoco. L'uomo, in seguito alle ferite riportate a una gamba, dopo essere stato soccorso dal personale del 118 è stato trasportato in ambulanza all'ospedale di Latina. Sul posto sono intervenuti anche militari della Sezione Operativa per avviare le indagini ed eseguire i rilievi del caso. L'uomo che ha sparato, un 36enne, si era reso irreperibile, tanto da non essere presente neanche nella propria abitazione. Le ricerche sono proseguite senza interruzione per il resto della giornata, fino al momento in cui l'indagato, accompagnato da due legali, si è presentato al Comando Provinciale dei Carabinieri di Latina. Era convinto che gli avesse sottratto delle carte di Pokémon di valore.
Le Fiamme Gialle del Gruppo di Rimini, affiancate dai tirocinanti della Scuola Ispettori e Sovrintendenti di L'Aquila, hanno portato a termine una vasta e articolata operazione di polizia economico-finanziaria che ha consentito di smantellare un'imponente rete di stoccaggio e distribuzione di merci contraffatte e armi detenute illegalmente, di cui era diretto responsabile un 50enne asiatico. È stato così bloccato sul nascere un'ingente immissione sul mercato di 340mila articoli falsi e di oltre 3.200 tra coltelli a serramanico e tirapugni in acciaio. Per quanto riguarda la contraffazione invece particolarmente rilevante il sequestro di migliaia di peluche contraffatti, tra cui i noti "Labubu", "Pikachu" e "Stitch", privi di qualsiasi certificazione di sicurezza e realizzati con materiali scadenti, pericolosi soprattutto per i più piccoli. L'operazione, parte di un più ampio dispositivo che dall'inizio dell'anno ha già condotto al sequestro di quasi 1 milione di articoli irregolari, conferma l'impegno incessante della Guardia di Finanza di Rimini nel tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini, contrastando con fermezza ogni forma di illegalità economica.
Come racconta il Messaggero, c'è chi è disposto a pagare una fortuna per avere una carta rara. È il caso di Logan Paul, youtuber e wrestler, che ha comprato per 5,3 milioni di dollari la "Pikachu Illustrator Holo", la figurina più costosa al mondo, distribuita nel 1998 come premio a un concorso di disegno in Giappone. Ma il giro d'affari legato al brand Pokémon è estremamente più elevato: secondo i dati di Kings Research, citati dal quotidiano, nel 2022 sfiorava i 9,7 miliardi di dollari. Entro il 2030, stando alle stime, potrebbe crescere fino a 20 miliardi di dollari. E in Giappone, patria di questi "mostriciattoli", la criminalità ha iniziato usare le figurine per riciclare denaro.
I Pokémon sono creature immaginarie nate in Giappone nel 1996 dalla mente di Satoshi Tajiri e oggi divenute parte di un vasto franchise. Sono creature di varie forme e dimensioni, tenute in Poké Ball, che convivono con gli esseri umani e vengono catturate, allenate e fatte combattere dagli allenatori per divertimento o competizione. Le creature possono crescere, evolversi in forme più potenti e possiedono tipi diversi, come Fuoco o Acqua, ognuno con vantaggi e svantaggi in battaglia. Le prime bustine costavano 3.000 lire, fino a diventare un fenomeno mondiale. Alcune carte stampate in poche decine di copie, altre nate da errori di produzione diventati reliquie e arrivano a costare 500mila euro.
Nel 2016 è nato anche Pokémon Go, videogioco gratuito basato sulla realtà aumentata, sviluppato da Niantic, che permette ai giocatori di catturare Pokémon nel mondo reale utilizzando il Gps del proprio smartphone. Fino a casi estremi, come quello di Chen San Yuan, un gamer taiwanese di 70 anni, che ha montato sulla sua bicicletta una vera e propria postazione mobile fatta di ben 45 smartphone per massimizzare l'esperienza di gioco del suo Pokémon GO. Il nome di Chen non è estraneo al mondo videoludico, perché già lo scorso anno aveva testato una versione rudimentale del suo "scova-Pokémon" fatto di 11 telefoni. Le immagini della sua bici avevano fatto il giro del mondo e gli avevano fatto guadagnare l'appellativo di Pokémon Grandpa (nonno Pokémon).