Nel Paese del Sol Levante in arrivo nuove regole per i genitori
Pikachu © Ufficio stampa
Il Giappone introduce nuove regole sull’anagrafe. Vietati nomi come Pikachu, personaggio più riconoscibile e amato nel franchise Pokemon, o Winnie the-Pooh della Disney. Tale scelta del governo nipponico è dovuta per porre fine alla confusione causata da nomi bizzarri nelle scuole, nei servizi pubblici come gli ospedali e nelle istituzioni governative.
Meno confusione - La revisione della legge sul registro di famiglia non vieta i kanji, un sistema di scrittura giapponese che utilizza caratteri cinesi, ma mira a fermare l’uso di nomi kirakira (che significano brillanti o luccicante), diventati popolari negli ultimi anni tra i genitori che cercano un approccio creativo nel chiamare i propri figli. Spesso, però, quegli stessi nomi sono stati causa di grattacapi amministrativi alle autorità, oltre anche a essere oggetto di scherno dei coetanei.
Le nuove regole - I genitori saranno ora tenuti a notificare alle autorità locali la lettura fonetica del nome dei loro figli e il perché della loro scelta, se non sono scritti nel modo convenzionale. Nel caso la pronuncia dovesse essere ritenuta inaccettabile, verrà chiesto ai genitori di trovare un nome alternativo.
La discussione dei nomi kirakira è in corso dagli anni ’90, quando iniziarono ad apparire letture insolite dei kanji.
Tra i nomi di personaggi o marchi famosi vi troviamo: Pikachu (famoso per i Pokemon), Kitty (dal nome del felino immaginario Kitty Chan), Naiki (marchio Nike), Pū, che richiama il celebre personaggio Winnie-the-Pooh della Disney. Altri nomi, invece, hanno fatto clamore non tanto per la loro originalità, ma per la loro impudenza come Akuma (Diavolo).
Il precedente - Un esempio di questa vicenda che ha suscitato scalpore è Seiko Hashimoto, ex pattinatrice di velocità e ciclista su pista olimpica. L’ex atleta ha chiamato i suoi figli Girishia (Grecia) e Torino (Torino), perché nati nell’anno delle Olimpiadi in quelle città. Avendo scelto personalmente i kanji, Hashimoto sapeva come pronunciarli correttamente, ma non gli altri. I genitori, in loro difesa, hanno appoggiato le loro scelte come dimostrazione di talento individuale in una società in cui il conformismo è caratteristica predominante.