Il racconto

Mauro Coruzzi, secondo ictus a febbraio: "Sono rimasto per terra per ore senza muovermi"

Il conduttore radiofonico racconta i nuovi momenti drammatici, è stato salvato dalla colf

10 Giu 2025 - 09:11
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Mauro Coruzzi, in arte Platinette, racconta dei nuovi momenti drammatici che ha vissuto per un altro ictus, che lo ha colpito a febbraio: "Per ore sono rimasto per terra, senza potermi muovere. Mi ha salvato la mia colf", ha confessato il 69enne al settimanale "DiPiù". Il primo grave attacco ischemico risale a marzo 2023 che lo aveva costretto a un lungo ricovero.

Salvo grazie alla colf

 "Le mie gambe non hanno retto, è stato come se non le avessi più. Sono caduto, ho sbattuto la testa, ma non ho perso conoscenza - ha proseguito Mauro Coruzzi - e non ci fosse stata la mia colf forse oggi non sarei qui". La donna ha chiamato subito i soccorsi: "Ricordo l’intervento dei medici, la corsa in ambulanza, l’arrivo in ospedale. Mentre dopo il primo ictus non riuscivo più a parlare, stavolta non riuscivo a muovermi ma ero cosciente". Adesso è ripartito con la riabilitazione: "Continuo a fare progressi e sono sicuro che, piano piano, tornerò come prima".

Il primo ictus

 Il primo ictus risale al 14 marzo 2023. In un’intervista a "Vanity Fair" aveva raccontato: "Ero con il mio personal trainer e quando era arrivato per lui il momento di andarsene, non riuscivo a salutarlo. Avevo perso improvvisamente la parola, ma non la coscienza. Mi venne da ridere. Ma lui, che è un fisioterapista e ha dimestichezza con questi problemi, ha capito immediatamente cosa mi fosse capitato". Il tempestivo intervento fu decisivo.

La riabilitazione

 La riabilitazione è stata lunga e impegnativa, come Coruzzi ha raccontato a "Verissimo": "Ritrovarsi a non saper parlare e non muoversi è stato difficile. Mi sono detto: 'Cosa faccio se non riesco a riprendermi?'. La comunicazione è sempre stata la mia vita, mi sono ritrovato perso, come un giocatore di calcio senza gambe. Il ricovero è stato lunghissimo, due mesi abbondanti, i primi giorni scrivevo e basta".

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