A "Verissimo" l'ex calciatore racconta il dramma familiare vissuto da ragazzo: "L'ha uccisa con un'accetta mentre lavava i panni"
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"Mio padre non voleva che giocassi a calcio". Ospite a "Verissimo" l'ex attaccante Andrea Carnevale racconta per la prima volta il legame difficile con il padre, affetto da disturbi mentali, e il dramma familiare vissuto, insieme ai suoi sei fratelli nella loro casa di Monte San Biagio (Latina), quando aveva 14 anni.
"Era ossessionato dall'idea che mia madre lo tradisse e secondo me si poteva fare qualcosa per evitare quello che è poi successo perché le serate in casa Carnevale erano a dir poco drammatiche", afferma l'ex sportivo che poi ripercorre l'uxoricidio commesso dal padre nel settembre del 1975. "Mi ha portato via la mamma e l'ha fatto in una maniera che non riesco nemmeno a immaginare perché l'ha uccisa con un'accetta mentre lavava i panni al fiume".
Carnevale racconta come qualche anno dopo abbia visto il padre togliersi la vita davanti ai suoi occhi. "Non ho mai provato odio nei suoi confronti e quando giocavo con l'Avellino sono andato a trovarlo al manicomio criminale dove era internato", dice l'ex calciatore. E aggiunge: "Quando è uscito e ha saputo che avrebbe dovuto sottoporsi a dei controlli mi ha scaraventato con un cazzotto a terra, si è diretto al secondo piano e si è lanciato nel vuoto".