Icone di stile e eleganza

Chi erano Alice e Ellen Kessler, le gemelle che hanno riscritto la televisione

Dalla fuga dalla Germania Est alla consacrazione nei grandi varietà

17 Nov 2025 - 19:05

Addio a Alice e Ellen Kessler, simbolo della tv del dopoguerra, le gemelle che hanno rivoluzionato il modo di stare sul palco con eleganza, sincronismo e modernità, morte a 89 anni insieme.
Arrivarono in Italia quasi in punta di piedi, con la grazia di due ballerine cresciute tra disciplina, studio e un sogno che andava oltre i confini della loro Germania. Alice ed Ellen Kessler non erano solo un duo coreografico: erano un simbolo di modernità in un Paese in piena trasformazione, un fenomeno che intrecciava danza, musica e televisione quando il varietà diventava un appuntamento collettivo. Con i loro sorrisi sincronizzati, le gambe lunghissime e un’eleganza magnetica, entrarono nel cuore del pubblico e contribuirono a definire un nuovo linguaggio televisivo fatto di ritmo, ironia e spettacolo. La loro presenza fu un ponte tra ciò che la tv italiana era e ciò che stava per diventare: un mezzo capace di accogliere influenze internazionali senza perdere il calore della tradizione.

Addio ad Alice e Ellen Kessler, le foto della loro carriera

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Tra Germania dell'Est e Germania dell'Ovest

  Nate il 20 agosto 1936 a Nerchau, nella Sassonia (che all’epoca era parte della Germania nazista, poi della DDR) fin da bambine si dedicano alla danza, in cui trovarono una forma di libertà personale: già a sei anni iniziano gli studi, ed a undici entrano nel programma del Teatro d’Opera di Lipsia. L’adolescenza nella Germania Est impose loro regole rigide e poche prospettive artistiche. Così, raggiunta la maggiore età, decisero di attraversare il confine e cercare una nuova vita nella Germania Ovest, spinte da una determinazione che avrebbe segnato tutta la loro carriera. Negli anni immediatamente successivi si esibiscono in Europa come ballerine: tra il 1955 e il 1960, ad esempio, fanno parte del corpo di ballo delle “Bluebell Girls” al Lido di Parigi. La loro precisione millimetrica e la naturale armonia scenica catturarono rapidamente l’attenzione. Il periodo al Lido di Parigi fu decisivo: qui affinarono lo stile che avrebbe conquistato il pubblico italiano. Quando arrivarono per la prima volta in Italia, il loro modo di stare sul palco apparve immediatamente diverso, contemporaneo, quasi rivoluzionario per gli standard dell’epoca.

Il salto in Italia e l’affermazione televisiva

 Il vero punto di svolta arriva con la loro affermazione in Italia, che diventa la nazione dove raggiungono la massima popolarità. Nel gennaio del 1961 prendono parte al programma televisivo "Giardino d’inverno" sulla Rai, con un’esibizione che attira l’attenzione. Poco dopo entrano nel cast del celebre varietà Studio Uno (diretto da Antonello Falqui), che fu una delle trasmissioni più importanti della televisione italiana dell’epoca. Qui presentano brani come "Da‑da‑un‑pa" (1961) e "La notte è piccola" (1965) che diventano simboli insieme alle loro coreografie e al loro stile. 

Caratteristiche di uno stile inconfondibile

 Le gemelle Kessler incarnano in quegli anni una forma di spettacolo leggero ma raffinato: sincronia perfetta, eleganza, gambe lunghe in evidenza (le loro gambe misuravano circa 105 cm) e una presenza scenica che avvicinava la televisione italiana alle tendenze internazionali. Il loro fascino risiedeva nella loro capacità di apparire identiche e complementari allo stesso tempo. Le movenze perfettamente sincronizzate, i costumi scintillanti, la cura quasi maniacale per l’estetica del dettaglio crearono un’immagine che divenne presto iconica. Le loro esibizioni non erano mai soltanto numeri musicali: avevano la forza di piccoli racconti visivi, costruiti su eleganza, humor e una leggerezza che sapeva accendere la scena. 

 

Tra cinema, teatro e spettacoli tv

 Pur restando identificate soprattutto con la televisione, Alice ed Ellen si mossero con naturalezza anche tra palcoscenico e set cinematografico. Parteciparono a musical, commedie e spettacoli teatrali, portando ovunque la loro cifra artistica. La loro immagine, così riconoscibile, divenne un tratto distintivo anche in campagne pubblicitarie e in progetti che richiedevano una forte componente visiva. La tv, però, rimase il loro habitat naturale: il mezzo che più di ogni altro seppe valorizzare la loro presenza scenica.
Negli anni settanta diradano le loro apparizioni televisive, recitando in teatro in commedie musicali di Garinei e Giovannini e ancora in televisione come attrici in telefilm come K2 + 1 diretta da Luciano Emmer, accanto a Johnny Dorelli. Nel 1974 sono invitate al varietà del sabato sera "Milleluci", condotto da Mina e da Raffaella Carrà. Nello stesso anno, poco dopo, accettano di posare per l'edizione italiana del periodico Playboy, che tocca in quell'occasione il picco massimo di copie vendute fino ad allora.
Nel 1990 fanno parte della seconda edizione del varietà estivo di Canale 5 Una rotonda sul mare come cantanti in gara, e si cimentano per l'ultima volta come conduttrici nel 2004 per il varietà comico di Italia 1 Super Ciro.

Gemelle Kessler, 80 anni per le gambe più belle della tv

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Vita privata e scelte fuori dal palcoscenico

 Nonostante una carriera vissuta quasi come un corpo unico, le sorelle Kessler hanno sempre mantenuto una dimensione privata sobria e lontana dagli eccessi. Nessuna delle due si è mai sposata né ha avuto figli, una scelta più volte descritta come naturale conseguenza di una vita interamente dedicata al lavoro e alla reciproca complicità. Pur condividendo per anni la stessa casa, hanno poi scelto di vivere in appartamenti separati ma vicini, continuando a coltivare un legame personale e professionale inscindibile.

Un’eredità che parla ancora al pubblico

 A distanza di decenni, il nome “Kessler” continua a evocare un immaginario preciso: leggerezza, stile, televisione in bianco e nero che profuma di eleganza. Le gemelle hanno lasciato un’eredità fatta di professionalità, ironia, cura del dettaglio e innovazione artistica. Il loro contributo non appartiene soltanto al passato: è un riferimento per chi studia l’evoluzione del varietà e della cultura pop italiana. In un’epoca che cambia rapidamente, la loro storia resta un promemoria di come due artiste possano trasformare, con grazia e disciplina, il volto di un mezzo di comunicazione.