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Venezia 2025, Bellocchio presenta il suo "Portobello": "Enzo Tortora antieroe innocente"

Presentati al Lido i primi due episodi della serie tv che ripercorre la vicenda giudiziaria del presentatore

02 Set 2025 - 10:06
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Non solo cinema a Venezia 2025, che ha ospitato in anteprima le prime due puntate di "Portobello", la serie tv Hbo diretta da Marco Bellocchio. Il regista ha raccontato com'è nata l'idea di ripercorrere la storia di Tortora, un personaggio molto distante da lui ma con una personalità straordinaria. "Era un antieroe lontano dal mio mondo, vittima di un'ingiustizia perpetrata troppo a lungo".

Marco Bellocchio porta la vicenda di Enzo Tortora a Venezia 82

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A Venezia 2025 l'omaggio di Bellocchio a Enzo Tortora

  "Mi attirava il fatto che non fosse un eroe, ma una persona comune con cui non condividevo nulla, neppure la dimensione estetica", ha spiegato. "L'essere poi un liberale dichiarato me lo rendeva del tutto estraneo, eravamo a quei tempi impegnati ideologicamente in altre direzioni e lo guardavamo così con un certo distacco chiedendoci: 'Chi si crede di essere mai questo intellettuale all'inglese?'".

Marco Bellocchio: "Ferita profonda per l'Italia"

 "Quando Tortora è stato messo dentro, essendo completamente innocente, ho sentito il desiderio di raccontare la sua storia come rappresentazione di un'ingiustizia perpetrata troppo a lungo. Tra l'altro lo spunto mi è venuto dalla lettura dal suo libro 'Lettere a Francesca' ovvero quello che lui ha scritto alla sua compagna, Francesca Scopelliti, dal carcere", ha continuato. "Quella vicenda fu una ferita che ha lasciato un segno profondo sulla sfondo di un'Italia che stava nel frattempo cambiando faccia".

"Enzo Tortora uomo di libertà totale"

  A interessarlo è stata soprattutto la personalità di Tortora, libera e fuori da ogni schema, "Iniziai ad appassionarmi a questa vicenda anche per capire come mai un personaggio cosi popolare avesse accumulato tanta antipatia. Un uomo poi comunque di una libertà totale nel prendere posizioni, uno che aveva scontato sette anni di esilio per aver criticato la Rai e la sua dirigenza e si batteva per le tv libere. In quegli anni scriveva cose di grande forza in un personaggio né democristiano, né comunista e massone".

Fabrizio Gifuni nei panni di Tortora

 A interpretare Tortora è Fabrizio Gifuni: "Mi ci è voluto un lungo tempo dì maturazione per entrare in questo personaggio cercando di partire da un dato emotivo interno. Cerco sempre di non partire dalle maschere, ma facendo così è come fare un salto nel buio. È una storia per certi versi kafkiana la sua, che ricorda molto 'Il processo'. Una vicenda terribile e molto complessa in cui pesa molto la casualità e poi c'è il fenomeno dell'odio della gente che dopo avergli decretato il successo non vede l'ora di sbranarlo".

La vicenda di Enzo Tortora

  Nel 1982 Tortora con il suo programma 'Portobello', raggiunge un pubblico di 28 milioni di spettatori in prima serata, guadagnandosi anche il titolo di commendatore della Repubblica da parte di Pertini. È il sovrano indiscusso della televisione degli anni '80. Giovanni Pandico (Lino Musella), uomo di fiducia del boss Raffaele Cutolo e assiduo spettatore di Portobello, dalla sua cella, decide di collaborare con la giustizia. Durante l'interrogatorio, fa un nome inaspettato: Enzo Tortora. Quando, il 17 giugno 1983, i carabinieri si presentano alla sua stanza d'albergo, Tortora è convinto che si tratti di un errore. La serie denuncia l'inefficienza della magistratura e le connessioni con una certa classe politica. Vengono poi esplorate anche questioni legate alla camorra e alla dissociazione dalla criminalità, evidenziando la latitanza della Rai di fronte all'arresto del conduttore.

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