Il cantautore pubblica il nuovo album "Sono un grande", il primo di una nuova fase che lo ha visto cambiare casa discografica, produttori e management
© Andrea Bianchera
L'attesa è finita. Esce venerdì 24 ottobre, "Sono Un Grande", il nuovo album di Tiziano Ferro. Un lavoro senza filtri in cui ha racchiuso i suoi due ultimi anni di vita a partire dal divorzio dal marito Victor Allen, per trasformarli in grande musica, capace di arrivare dritta al cuore dell'ascoltatore. Un lavoro che coincide con una rivoluzione, professionalmente parlando, essendo il primo con la Sugar Music e con un management e produttori diversi dal passato. Un cambio di passo per raccontarsi con verità anche se può fare male: "Bisogna raccontare la propria storia anche se non conviene", spiega l'artista.
"Io davanti al foglio bianco - sottolinea Tiziano Ferro - sento una responsabilità, non puoi avere quel privilegio e sprecarlo con una rimetta: o calchi la mano o non serve a niente e nessuno, bisogna assolutamente alzare la voce, è importante raccontare le cose come stanno, senza filtri. Bisogna raccontare la propria storia anche se non conviene in quel momento. Chiunque non facesse così facendo il mio mestiere dovrebbe essere licenziato".
È un disco che parla di insicurezze, sottolinea Ferro: "È il frutto di tutto quello che è accaduto nella mia vita, la consapevolezza che se sono riuscito a superare tutte le tempeste è perché forse qualcosa di buono l’ho fatto e un futuro felice me lo merito". D'altro canto lo ha messo nero su bianco nel testo della canzone che dà il titolo all'album: "Se sono ancora vivo / se non sono ancora morto / sarà per caso / per torto, magari / invece perché sono un grande / e non me ne sono mai accorto".
Insieme all'album viene lanciato anche il singolo "Fingo&Spingo", dove invece Tiziano Ferro parla della sottile linea di separazione tra chi sei e quello che fai: "L'importante è rimanere in contatto con quello che sei. Senza dover inventare una versione B. È una delle cose più belle di come gestisco la mia vita e il mio lavoro: non esistono due versioni di me. Ne esiste una. Magari fa schifo. Però è una. Ed è una meraviglia vivere così".
Anche per questo, quando è scaduto "come il latte" il contratto con Universal, Tiziano ha deciso di cambiare tutto, perché "questo mestiere va fatto senza sicurezza, on the road. Non ho litigato con nessuno. Non ho licenziato nessuno - tiene a precisare -. Ma avevo bisogno di sentirmi dire cosa andava cambiato, andava fatto meglio".
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La sincerità non è solo nelle canzoni: alla domanda "come stai?", Tiziano non può fare a meno di dire la verità: "Faccio una vita che un po' mi sento di subire. Mi chiedono in molti dell'America. Io l'America non l'ho scelta. L'America è arrivata per amore. Poi sono arrivati i figli. E quando è finita la relazione ahimè uscire fuori dall'America è diventato un po' complesso. Ho questa custodia. Però sono anche una persona che ha un cuore. Quindi non vorrei prendere questi bambini e portarli via, anche se potrei. E questo mi porta a vivere in un luogo alienante nel quale non ho punti di riferimento. Però anche quello provo a trasformarlo in una strofa".
O in un video, come "Cuore Rotto", dove rompe tutto perché "quando spacchi tutto fai anche rumore e la musica adesso deve essere un po' quello". Anche se poi ammette che pur avendo fatto un gran lavoro su di sé, ancora "non vedo il cambiamento. Mi piacerebbe ci fosse già il finale felice, ma ho fatto sempre una scelta sola: la sincerità, anche quando scomoda. Non ho mai avuto la smania di apparire al top, perfetto, ho sempre mostrato le mie asperità, le complicazioni e chiesto alle persone di provare ad andare d'accordo con le parti di se stesse che non amano. L'autoanalisi c'è: faccio il cantautore, mi sento sempre obbligato a guardarmi dentro, anche se non posso dire di essere cambiato ed è - riflette - una delle realizzazioni più amare di quando diventi padre, che però abbracci anche con un po' di ironia. Ed è quello che porta al titolo del disco".
Una consapevolezza che si nutre "di una bellissima droga, la verità: appena te ne rendi addicted non ne esci più vivo, perché capisci che fai molta meno fatica ad avvicinarti agli altri e non esiste più il concetto di giusto e sbagliato. La mia storia è la mia. Se non ti piace, per carità, però è intoccabile. Da quando ho capito che parlare di me in maniera trasparente è più facile non si torna indietro". Così in "1, 2, 3" affronta a viso aperto gli attacchi di panico e per quanto riguarda la salute mentale pensa che "oggi c'è qualcosa di molto peggio dello stigma, l'ipocrisia perché, il tema va di moda".
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