Riccardo Scamarcio al cinema in "Alla vita", storia di amore e libertà
L'attore protagonista con Lou De Lage del film di Stephane Freiss, in sala dal 16 giugno: Tgcom24 offre una clip esclusiva
Arriva nei cinema il 16 giugno "Alla vita", esordio alla regia di Stephane Freiss, che vede protagonisti Riccardo Scamarcio e la giovane attrice francese Lou de Laâge.
Il film racconta dell'incontro tra la ragazza di una famiglia francese ebrea ortodossa in vacanza in Puglia, e un gallerista che, dopo la morte del padre, si è dovuto occupare delle sue terre. Tgcom24 vi offre una clip esclusiva.
Ogni estate i Zelnik, una famiglia ebrea ultra-ortodossa di Aix-Le-Bains, passa un breve periodo nel Sud Italia, per raccogliere cedri, frutti che, secondo un’antica leggenda, Dio aveva sparso in questa regione. A ospitare la numerosa famiglia nella sua tenuta è Elio De Angelis, un gallerista che ha iniziato a occuparsi della sua azienda dopo la morte improvvisa del padre, e che proprio per questo è stato lasciato dalla moglie.
In questo terreno brullo e arso dal sole avverrà l’incontro tra Elio ed Esther Zelnik, ventenne ormai stanca delle costrizioni imposte dalla sua religione. Bloccata tra l’affetto per i parenti e il desiderio di emanciparsi, Esther sta tentando di abbandonare la dottrina ortodossa. Sarà proprio attraverso il rapporto con Elio che la ragazza riuscirà a capire l’importanza della libertà e intraprendere la sua strada e, allo stesso modo, grazie a lei, Elio riuscirà a trovare la pace che aveva perso da tempo.
“Ciò che unisce me e il personaggio di Elio è il legame con la terra. Nel suo caso, un rapporto quotidiano. Nessuno nella mia famiglia ha fatto l’agricoltore, per me è una scelta di vita, mi piace definirmi zappattore. Produco vino e olio biologici, ormai la mia è una piccolissima realtà consolidata", ha raccontato Scamarcio al Corriere che spiega: "È anche un modo per capire dove va il mondo: se vuoi fare la rivoluzione devi partire dalla terra". Sulla scelta di questo ruolo rivela: "Alla Vita è un film che si muove in punta di piedi su cose delicate: rapporti familiari, l’incomunicabilità e anche impossibilità di Esther, il personaggio di Lou, di scegliere la propria vita. Il film si muove inoltre su un piano di critica costruttiva a dinamiche punitive ma con attenzione ai valori della cultura di un popolo".
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