IN MOSTRA AL "MEDIMEX" DI FOGGIA

Pattie Boyd: "Nelle mie foto la magia irripetibile dei Beatles nei loro momenti privati"

La mostra "Pattie Boyd and The Beatles" fa da anteprima all'edizione spring del Medimex, a Foggia, Tgcom24 ha parlato con la fotografa.

di Massimo Longoni
12 Apr 2019 - 10:28
 © pattie-boyd

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E' stata una testimone in prima persona dell'avventura dei Beatles, immortalandone alcuni momenti con i suoi scatti. Le fotografie di Pattie Boyd sono ora in mostra a Foggia in quella che è l'anteprima dell'edizione "spring" del "Medimex, International Festival & Music Conference". Il 6 aprile la Boyd sarà protagonista di un incontro pubblico a ingresso gratuito, mentre la mostra sarà aperta dal 7 aprile al 5 maggio.

I Beatles mai visti negli scatti di Pattie Boyd in mostra al "Medimex"

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© pattie-boyd
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"Pattie Boyd and The Beatles", a cura di Ono Arte Contemporanea, comprende quaranta scatti iconici attraverso i quali la fotografa inglese, nata nel Somerset e cresciuta in Kenya, racconta la sua relazione con i Beatles e i suoi primi due mariti, George Harrison ed Eric Clapton. Le foto, che sinora sono state esposte a Dublino, Sydney, Toronto, Mosca, Londra e Stati Uniti, coprono un arco temporale di oltre trent’anni. Dopo essere finita sulle copertine dei più famosi magazine del mondo come modella, con il suo stile up po’ collegiale e un po’ girly, la Boyd prese lei stessa in mano la macchina fotografica e iniziò ad immortalare ciò che le accadeva intorno. Negli scatti della mostra ci sono tutti i protagonisti della scena musicale di quegli anni, ma sono soprattutto le immagini della vita privata di Pattie Boyd a restituire momenti e ricordi impossibili da ritrovare in qualsiasi biografia o libro fotografico. "Li ho conosciuti mentre stavano girando il film "A Hard Day's Night" e siamo rimasti amici per tutto il tempo in cui loro sono stati i Beatles - spiega la Boyd a Tgcom24 -. Tra le foto in mostra ci sono immagini dai tour con loro e soprattutto quelle dell'esperienza di Rishikech, quando andammo per due mesi in India per immergerci nella spiritualità e nella meditazione con il Maharishi Yogi".

© -afp

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Che tipo di foto ha scattato in quell'occasione?
Durante quel periodo ho preso alcuni studi e alcuni loro ritratti, per il resto si tratta di fotografie casuali della vita nell'hashram. Era una situazione particolare, con tanta spiritualità, e non volevo disturbare nessuno con i miei scatti o con cose troppo studiate. Dovevo stare molto attenta quando scattavo le foto.

Quella fu un'esperienza piuttosto controversa, finita con qualche litigio e molta disillusione da parte dei componenti dei Beatles...
In realtà nessuno conosce la verità. Secondo qualcuno in realtà fu colpa di una turista americana che voleva attirare l'attenzione dei Beatles e per questo raccontò che il Maharishi ci aveva provato con lei. Quando lo raccontò a John lui andò fuori di testa. Quindi non sappiamo se la cosa fosse vera oppure no. La cosa che conta davvero è che noi siamo stati lì per due mesi per due moivi molto importanti.

Ovvero?
La prima era che volevamo imparare molto sulla filosofia indiana, sulla spiritualità e la meditazione. E la seconda che per la prima volta loro quattro si trovavano insieme al di fuori dello studio, in una situazione rilassata. E questo porto alla scrittura di una serie di canzoni incredibili che poi sarebbe finite nel "White Album", che hanno realizzato al loro ritorno. Se anche è stata un'esperienza finita male non è stata certo un'esperienza negativa.

La mostra copre quasi 30 anni di storia, cosa c'è di unico in quel periodo?
Noi avevamo il retaggio delle restrizioni della generazione dei nostri genitori, che avevano avuto a che fare con la guerra. Un periodo davvero duro. Noi siamo stati davvero molto fortunati perché abbiamo avuto la possibilità di emanciparci dai nostri genitori. Improvvisamente cambiò tutto e si diffuse una sorta di vento creativo che investì ogni ambito. Nella moda c'erano desginer meravigliosi come Mary Quant, in particolare a Londra fu una rivoluzione, anche per i ragazzi: bellissime camice, temi floreali, una vera esplosione di colori. E così nella musica, nelle arti figurative... tutte le arti iniziarono a fiorire insieme.

Oggi sarebbe possibile una simile rivoluzione culturale?
Non lo so. La situazione è molto complicata. I ragazzi oggi hanno tutto ma allo stesso tempo sembrano molto confusi su ciò che vogliono veramente, quasi persi. Molti vivono in funzione dei social media, condizionati dalla voglia di farsi accettare dagli altri. Credo che per loro oggi sia molto più difficile. 

Proprio grazie ai social media ormai le foto sono un elemento fondamentale della vita di tutti noi. Ma sono immagini destinate a durare poco. Lei ha scattato foto che 50 anni dopo sono il documento prezioso di un'epoca.
Ma in realtà anche quando le ho scattate io non l'ho certo fatto con un intento documentaristico. La stampa britannica non vedeva l'ora che i Beatles si sciogliessero, su alcuni giornali si parlava di continuo di quando il gioco sarebbe finito. Io quelle foto le ho scattate come ricordo di momenti passati insieme.

E quando ha capito che potevano essere importanti?
Ti dirò di più, mi sono dimenticata di averle scattate fino a quando non le ho ritrovate molti anni dopo. All'epoca fotografare non era il mio lavoro, non erano state fatte con un intento professionale e quindi le avevo scordate. Quando le ho ritrovate sono rimasta a bocca aperta, erano un vero tesoro.

I ragazzi cosa possono imparare da queste foto?
Non lo so cosa possano imparare. Sicuramente possono scoprire come erano i Beatles anche in un momento diverso dal solito, lontano dai riflettori, impegnati in una situazione spirituale, di meditazione.

INCONTRO D'AUTORE CON PATTIE BOYD
sabato 6 aprile (ore 19) a Foggia, Palazzo della Dogana

"PATTIE BOYD AND THE BEATLES"
7 aprile - 5 maggio a Palazzo della Dogana
Aperta tutti i giorni dalle 9 alle 19

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