È USCITO "Libertà negli occhi"

Niccolò Fabi: "Non sono capace di fare canzoni solo per costruirmi lo studio in casa"

Il cantautore romano ha pubblicato il nuovo album "Libertà negli occhi", registrato con un gruppo di musicisti durante un periodo di isolamento in una baita in montagna. Tgcom24 lo ha incontrato

di Massimo Longoni
17 Mag 2025 - 11:45
 © Arash Radpour

© Arash Radpour

Dieci giorni di isolamento in una baita di montagna, con un pugno di musicisti amici, per trovare un'atmosfera unica e creare ancora una volta musica che avesse un senso donare al pubblico. È da qui che è nato "Libertà negli occhi", il nuovo album di Niccolò Fabi in uscita venerdì 16 maggio. Un lavoro prezioso e originale, a partire dal formato con cui esce prima ancora dell'approdo sui servizi in streaming: in vinile, ma soprattutto in cd, che è contenuto in un vero e proprio libro fotografico che racconta quello che per il cantautore romano prima ancora che un album è stato un vero e proprio viaggio artistico.  

La scelta di uscire inizialmente solo in formato fisico ha uno scopo ben preciso, come ci spiega lo stesso Niccolò durante un incontro negli uffici della sua casa discografica, la Bmg. "Credo che nella semplice sequenza delle canzoni su una piattaforma streaming ci si potrebbe gustare la musica ma si perderebbe il senso del viaggio che abbiamo fatto. Quando senti le canzoni per la prima volta e insieme leggi cosa ho scritto nel libretto e guardi le foto a quelle canzoni dai un'altra ambientazione, forse le capisci meglio. È la prima volta che sento che il contenitore assomiglia molto al contenuto". 

© Ufficio stampa

© Ufficio stampa

Non è la prima volta che Niccolò Fabi opta per una situazione di isolamento per realizzare un disco. La volta precedente era stata in occasione di "Una somma di piccole cose", lavoro del 2016. E anche in quel caso ne era uscito un vero gioiello. Il collegamento tra i due lavori è scoperto, pure nell'impostazione grafica della copertina, anche se questa volta la situazione è stata un po' diversa, perché se là l'isolamento era servito anche per scrivere, in questo caso la "reclusione" in una baita di montagna circondati dalla neve è servita soprattutto per dare forma a canzoni che erano in buona parte già pronte. "Il disco è stato suonato e registrato in Trentino, ma a livello compositivo era di fatto già nato in buona parte - spiega -. La scrittura è un processo che ovviamente si è depositato nel tempo. La canzone che dà il titolo al disco è effettivamente nata in Trentino ed è forse la canzone che più rispecchia sia a livello sonoro sia a livello artistico, secondo me, quel viaggio in cui c'è tanta musica e poche parole, dove c'è un modo forse di affrontare in maniera ancora più estrema una cosa che a me piace sempre molto: dare molto spazio alla musica per far sì che le persone ascoltando una canzone a un certo punto non sentano più la mia voce e, dopo che io ho dato una premessa, una piccola traccia, si possano concentrare sulla propria o su quello che emerge dalla propria".

In Trentino Niccolò Fabi si è portato un gruppo di amici con cui dare corpo alla musica che aveva in mente: Roberto Angelini, cantautore e suo ventennale compagno di musica; il cantautore Alberto Bianco e il batterista Filippo Cornaglia, con cui condivide il palco e collabora da quasi 10 anni; Emma Nolde, nuova perla del cantautorato italiano; Cesare Augusto Giorgini, cantautore e producer conosciuto grazie all’esperienza presso Officina delle Arti Pierpaolo Pasolini. "Era un equipaggio da scegliere con cura - afferma - perché sarebbe stata una sorta di vacanza quasi come si fosse in barca, perché era una convivenza diciamo forzata dentro un luogo molto piccolo". In quel luogo Niccolò ha messo a disposizione del gruppo quello che aveva scritto, per vedere come poteva evolvere e prendere forma. "Avevo da parte queste quattro canzoni che secondo me più o meno funzionavano già come erano impostate - spiega -, le abbiamo risuonate insieme, si sono arricchite di ulteriori code strumentali, di idee, di arrangiamento, però nella sostanza erano un po' quello. E poi mi ero portato, tipo cuoco, una serie di spezie: cioè parole smozzicate, senza già una loro destinazione, dei giri di chitarra o di pianoforte che mi piacevano ma che non avevano parole, e ho detto buttiamoli in mezzo e vediamo chi abbocca, cioè tra loro chi ne tira fuori qualcosa. Ed effettivamente devo dire che così è stato, alcune cose si sono proprio trasformate con loro, altre sono nate con loro".

© Arash Radpour

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Dal precedente album di inediti sono passati sei anni, un tempo decisamente lungo, come mai era capitato prima nella carriera di Fabi. Lui spiega questa cosa affidandosi alla metafora della fertilità. "Se uno facesse uno spermiogramma a 56 anni vedrebbe come i suoi spermatozoi, ammesso ce ne siano ancora, si muovono in maniera molto più lenta, sono per quantità e qualità molto diversi rispetto a quelli che c'erano a 18 anni - dice -. La stessa cosa vale per la creatività artistica. Inoltre per quanto continui a guardare le canzoni con tenerezza proprio perché hanno raccolto tante nostre confidenze, sono in un momento della vita in cui non penso alla canzone come l'unico confidente possibile". Forse è per questo che nel testo che il cantautore ha scritto per il libro che accompagna l'album, dice apertamente che "al centro di questo disco non sono le canzoni". Il senso è in uno sguardo più ampio che Niccolò richiede anche a chi ascolta. "Il senso di questo album non è in una sequenza di canzoni che tu trovi su una piattaforma - spiega -, da sole non potrebbero rendere il racconto di un viaggio che questo lavoro è. Quelle parole destinate all'ascoltatore sono una sorta di guida d'ascolto del mio stato d'animo quando ho deciso di fare questo viaggio. Per me ha significato vivere un'esperienza bellissima, un regalo che avevo pensato di farmi tanto che avevo pensato fin dall'inizio che sarebbe uscito il giorno del mio compleanno".

Giunto a questo punto della carriera Niccolò Fabi ha avuto modo anche di ragionare sul suo essere cantautore e sulla necessità di fare una scelta tra sperimentazione e fedeltà a se stessi. "Da artista spesso mi faccio il problema di dovermi inventare necessariamente qualcosa,  aggiungere, trasformare per provare a percorrere sentieri anche sonori diversi - sottolinea -. Poi però da ascoltatore penso che se uno dei miei artisti preferiti facesse una cosa totalmente fuori dalle sue corse, magari l'apprezzerei però in quel caso forse ci sarebbero cose migliori da ascoltare. Soprattutto se uno non è più giovanissimo ha lasciato una traccia di un suono di cui è in qualche modo responsabile. Forse è già un miracolo che ci sia qualcuno che mi chiede di essere quello che sono, e quindi sono arrivato a una sorta di accettazione di quello che si è anche con i propri limiti". 

Accettazione dei propri limiti non significa chiudere gli occhi sui propri pregi, per nascondersi dietro una falsa modestia. E così Niccolò ci tiene a sottolineare la propria specificità rispetto a molti suoi colleghi coetanei. "Ammetto molto presuntuosamente che tra i miei coetanei non trovo molte persone che facciano come - dice -, non tanto per la qualità di quello che scrivo ma per l'approccio che ho nei confronti di quello che faccio. La maggior parte dei cantautori della mia età tendenzialmente ha come scopo quello di farsi lo studio di registrazione sotto casa perché è più comodo. E ti decantano anche le meraviglie del poter passare dal salotto di casa allo studio con grande semplicità. Ecco per me quella è la bomba che mette fine alla creatività. Io invece ho un po' un'ossessione per continuare a mettermi in difficoltà, trovare nella scomodità il principio della creatività". E dei cantautori di oggi, per cui sembra esserci un grande ritorno cosa ne pensa? "Questo ritorno è più una necessità mediatica che una cosa attinente alla realtà - spiega -. Quel linguaggio non racconta la nostra realtà: era perfetto fino agli anni 90 per raccontare la temperatura di quel periodo, ma rispetto ai ragazzi di 18 anni di oggi è un linguaggio stantio. Oggi se dovessi iniziare sarei in un eremo, non farei il cantautore". Ma il cantautore romano non fa sconti nemmeno alle nuove generazioni. "Dovremmo aspettarci una nuova forma di racconto che rispetto a ciò che si sente io mi auguro possa essere un po' più magico, meno esplicito e fotografico rispetto alla grammatica della maggior parte dei nuovi artisti - sottolinea -. C'è tanta voglia di descrizione della realtà e poca descrizione del sogno. Per questo i ragazzi sono innamorati di questa narrazione. Tutto sommato i ragazzi di oggi mi sembrano discretamente paraculi: la sanno più lunga, sanno cosa va per la maggiore e sono ottimi venditori di se stessi, più smaliziati".   

Le date dell'Instore tour

"Libertà negli occhi” verrà presentato al pubblico nelle città d’Italia: occasioni per approfondire e conoscere il disco, momenti di chiacchiera e confronto diretto tra Niccolò Fabi e il suo pubblico. Le presentazioni, realizzate in collaborazione con Feltrinelli Librerie, si terranno venerdì 16 maggio, a Roma (Monk - ore 18:00); sabato 17 maggio, a Bologna (Feltrinelli Ravegnana Galleria - ore 18:00); il 18 maggio a Firenze (Conventino - ore 18:00); il 19 maggio a Milano (Base - ore 18:30); il 20 maggio a Torino (Circolo dei Lettori – ore 21:00); il 21 maggio a Catania (Feltrinelli Libreria via Etnea - ore 18:00); il 22 maggio a Palermo (Arci tavola tonda ai cantieri cultuali della Zisa - ore 18:00); il 23 maggio a Napoli (Foqus Fondazione Quartieri Spagnoli - ore 18:00); il 24 maggio a Bari (Feltrinelli Libreria Via Melo - ore 18:00); il 25 maggio a Taranto (Spazioporto - ore 19:00); il 28 maggio a Venezia (Combo - ore 19:00) e il 31 maggio a Cagliari (Exma - ore 17:00). Per info e modalità di accesso: www.niccolofabi.it 

A giugno concerto speciale in Trentino

 Dopo gli incontri di presentazione, sabato 14 giugno in Val di Sole Niccolò Fabi presenterà per la prima volta live al pubblico le nuove canzoni con un concerto speciale immerso nella natura, vicino ai luoghi in cui l’album ha preso vita. L'appuntamento è alle ore 15:00 a Vermiglio (TN), Località Palù (ore 15:00 - ingresso gratuito)

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