INTERVISTA A TGCOM24

Marky Ramone torna in Italia con lo spirito immortale del punk rock: "La musica dei Ramones è ancora attuale e unica"

Il batterista della leggendaria band americana sarà dal vivo al Circolo Magnolia di Milano

di Luca Freddi
08 Lug 2025 - 15:00
 © Fadil Berisha

© Fadil Berisha

Marky Ramone, batterista dei mitici Ramones, torna in Italia per un concerto. L'appuntamento è il 9 luglio al Circolo Magnolia di Milano con la sua band Marky Ramone's Blitzkrieg: un live che riproporrà i singoli iconici della band americana da "Sheena is a Punk Rocker" a "Rockaway Beach", da "Rock'n'roll high school" a "I wanna be sedated". Marky è entrato nei Ramones a partire dal 1978, con cui ha suonato oltre 1.700 concerti e inciso diversi album iconici tra cui "Road to Ruin", "End of the Century", "Pleasant Dreams", "Mondo Bizarro" e "Acid Eaters". A Tgcom24 il musicista ha raccontato la sua carriera dagli inizi e lo spirito immortale del punk rock che la leggendaria band ha irradiato nel mondo.

Raccontaci quando e come hai incominciato a suonare la batteria
Ho iniziato a suonare la batteria quando ero molto giovane, dopo aver visto i Beatles alla televisone. Loro erano completamente diversi, e la loro musica era fantastica. La batteria mi sembrava uno strumento molto figo da suonare ed è stato questo che ha dato il via a tutto. I Dust, una fantastica band hard rock, sono stati il mio primo gruppo nel 1968: abbiamo registrato due album. Nel 1973 ho militato negli Estus, e abbiamo fatto uscire un altro album. Tutto questo è accaduto prima del punk rock.

Agli inizi quali sono state le maggiori influenze tue e degli altri Ramones?
Mi hanno ispirato tutte le grandi canzoni e le grandi band. Chuck Berry, Little Richard, Buddy Holly, il suono Motown, la British Invasion, gli Who e così era per Johnny, Joey, DeeDee e Tommy.

Hai iniziato a suonare con i Ramones a partire dal 1978. In quali canzoni pensi ci sia maggiormente il tuo contributo alla musica della band?
Sono molto orgoglioso della scrittura di "Road to ruin", il mio primo album con I Ramones. "I wanna be sedated" e "I just want to have something to do" sono due grandi pezzi. Il mio stile batteristico era più duro di quello di Tommy, prima che mi unissi a loro. Come ho già detto, avevo suonato nei Dust, che era una band heavy metal e in seguito con Richard Hell and the Voidoids che erano più jazzy. Ma quando sono entrato nei Ramones ho cercato di seguire lo stile di Tommy, integrandolo con il mio contributo personale.

Quando suonavate, vi rendevate conto dell’impronta che avreste lasciato nel music-business?
Non ne avevo idea. In tutta onestà, abbiamo avuto un’ottima risposta quando siamo arrivati in Europa ma all’inizio non vendevamo una grande quantità di album e ciò era molto frustrante. Abbiamo realizzato che esercitavamo una grande influenza sulla scena musicale solo in seguito.

Per te che valore ha ancora oggi il punk rock che intanto è stato assorbito dall’establishment, diventando spesso moda?
All’inizio il punk rock era una rivoluzione musicale, specialmente negli Stati Uniti; in Gran Bretagna, alcune band hanno combinato la rivoluzione musicale con una rivoluzione nel vestire e nello stile di vita. Ma penso che le buone band abbiano continuato a fare buona musica e non si siano interessati all’estabilshment. Oggi il punk rock è più popolare, ma ora come ora il punk significa DYI (do it yourself). E questo accresce il tuo potere personale. Se aspetti le altre persone, potresti aspettare per molto tempo e forse nulla potrebbe accadere, quindi sii un punk e se sei un punk, rimani punk!

Quali gruppi attuali credi che abbiano raccolto l'eredità dei Ramones?
I Ramones sono unici! Credo che ci siano molte buone band che hanno tratto ispirazione dai Ramones, ma queste hanno la loro propria musica, ed è fantastico che ci menzionino. Ma se pensiamo a una eredità penso che il suono dei Ramones sia ancora attuale e unico e questo è il motivo per cui siamo ancora così popolari dopo così tanti anni.

I brani dei Ramones sembrano sempre legati alla gioventù. Pensi che i ragazzi siano cambiati da quando suonavate a oggi, da quello che vedi?
Credo che i giovani, cosi come gli anziani, vogliano vivere una vita felice piena di pace, amore e prosperità. Ma oggi internet può dare grande dipendenza, specialmente ai giovani e talvolta rende la loro vita molto triste e negativa; e qualsiasi dipendenza non è buona.

Che scaletta dedicata ai Ramones proponete dal vivo con Marky Ramone’s Blitzkrieg? Preferite suonare pezzi solo da alcuni album o cercate di includere materiale dalla maggior parte delle pubblicazioni?
Ovviamente a me piacciono tutti i vecchi classici dei Ramones, quindi ho una scaletta basata perlopiù sulle canzoni dal primo album fino a "End of the century" (album del 1980, n.d.r.); ma ho anche aggiunto molte canzoni degli anni 90 come "Pet Sematary" e "I belive in miracles" (dall’album "Brain Drain" del 1989, n.d.r.).

Con i Ramones avete raggiunto la fama mondiale grazie soprattutto agli oltre 2000 concerti che avete tenuto fino al 1996. Una scelta di vivere a stretto contatto con il vostro pubblico, un aspetto che continui a portare avanti. Ti dà ancora tanta soddisfazione ed emozioni?
Certamente! Ed è questo il motivo per cui sono ancora in tour. E’ grandioso suonare queste canzoni. La musica dal vivo è sempre un’esperienza meravigliosa con il pubblico che si diverte ballando e cantando le canzoni che amano con persone che condividono questa loro passione. I fan dei Ramones erano unici, e abbiamo dedicato loro un paio di nostre canzoni fantastiche. Per me è sempre un piacere incontrare tutti i vecchi fan e conoscerne di nuovi, tra I giovani.

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