Venerdì 6 giugno esce "La vita è adesso - Il sogno è sempre", rivisitazione dello storico album "La vita è adesso" a 40 anni dalla sua uscita
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Esce venerdì 6 giugno "La vita è adesso - Il sogno è sempre", con cui Claudio Baglioni rivisita, a 40 anni dalla prima pubblicazione, il suo album dei record "La vita è adesso". Il cantautore romano si prepara a concludere, come aveva annunciato tempo fa, gli ultimi "mille giorni". Senza ripensamenti. "Appena ho annunciato che mi sarei fermato, ho pensato che stavo facendo una cazzata - dice durante una conferenza stampa a Roma -. Ma confermo quello che dissi. Penso di aver fatto bene: ho incorniciato tanti progetti che altrimenti sarebbero stati meno identitari. Mille è una cifra simbolica, magari si sfora, ma mi piace aver dato un senso a queste cose". Ma prima di salutare c'è tempo per un ultimo giro live: per l'estate 2026 Baglioni ha infatti annunciato un Grand Tour di 40 date.
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Oltre 4 milioni e mezzo di copie fisiche vendute, 27 settimane al numero uno in classifica. "La vita è adesso" è stato un album che ha davvero segnato un'epoca, incarnando i giorni e le speranze degli anni 80. Ora prende nuova vita con un remake in cui Baglioni reinterpreta, con sonorità e stili attuali, undici brani senza tradirne l’essenza originale e il senso artistico. Ogni traccia è stata risuonata e cantata in studio dal vivo, con arrangiamenti rinnovati e con la presenza contemporanea di tutti i musicisti e i cantanti in sala come a creare un filo narrativo diretto tra il progetto di allora e l’idea di oggi. Nel presentare il progetto il cantautore ha rivelato che il disco doveva intitolarsi "Un bar sulla città".
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"L'avevo immaginato e scritto seduto a un tavolino all'aperto dello Zodiaco accanto all'Osservatorio di Monte Mario - ha spiegato -. Ogni giorno per due mesi e mezzo con un gelato al cioccolato e doppia panna, una bottiglia d'acqua naturale e un buon caffè. Davanti c'era tutta la città da guardare. Una veduta aerea sul mondo sottostante e un milione di storie, teste, volti, cuori, voci. Intorno qualche coppia di giovani abbracciati si giuravano amore eterno di fronte al panorama. Salivo su dopo pranzo a buttar giù parole nuove per le canzoni di un album da finire in tempo in un tempo che era già finito. Restavo finché il sole non scendeva dietro e se avevo combinato qualcosa di buono mi offrivo un bicchiere di spumante. Fu così che, brindando con me stesso e tutta quella gente lontana e sconosciuta, mi venne da esclamare Evviva la vita! La vita è adesso".
Sul fronte live Baglioni ha annunciato un Grand Tour per l'estate 2026. Che avrà un'anteprima a Lampedusa, dove il 27 settembre il cantautore romano tornerà dopo essere stato per 10 anni il promotore di "'O Scià". Il Grand Tour, le cui date non sono state ancora svelate, sarà nei grandi spazi all'aperto (le prevendite a partire dal 29 settembre). "Dopo 15 anni torno agli spazi aperti - racconta Baglioni -, seguendo un itinerario parallelo oltre a quello musicale, per cercare di vedere come è messo oggi il nostro Paese". Il ritorno a Lampedusa porta con sé significati che vanno oltre la musica. "Sono contento di partire non da un luogo conosciuto per il bel teatro o per un parco naturale, ma da un'isola straordinariamente bella, anche per le vicende che ha avuto". E poi lancia una frecciatina ai colleghi impegnati "a ore" sui temi sociali. "Tutti quelli che si avvicinano a una causa, lo fanno per farsi perdonare il successo. Tanti firmano petizioni e costruiscono eventi di cui sanno poco: più che soldati sono trombettieri che suonano la carica. Per O' Scià non è stato così: 10 anni di festival con oltre 300 artisti. Lo portiamo nel cuore. Forse è il mio ultimo giro vero, e sono entusiasta che parta da qui". Ancora in forse la location: la banchina "o più probabilmente il campo sportivo vicino al porto nuovo: fu meta della prima visita pastorale di papa Bergoglio".