Il 24 giugno 1965 il Velodromo Vigorelli ospitava l’unica tappa milanese della band più rivoluzionaria del secolo. Tra cappelli da marinaretto, spaghetti e fuga dai fan, ecco cosa successe davvero
Il 24 giugno 1965 i Beatles arrivano per la prima volta in Italia. Tre le tappe previste: Milano, Genova e Roma. Ma è nel capoluogo lombardo che tutto comincia: due concerti in un solo giorno, un’accoglienza tiepida dai media ma esplosiva tra i fan, e una città colta di sorpresa da una rivoluzione musicale appena iniziata. Ecco dieci curiosità che (forse) non conoscete su quella storica giornata milanese.
Alle 17 davanti a circa 7.000 spettatori, e alle 21 con oltre 20.000 presenze, i Beatles suonano due volte. Nonostante la fama internazionale, il Vigorelli non fa registrare il tutto esaurito: la "Beatlemania" in Italia era ancora un fenomeno in divenire.
I prezzi variavano da 750 a 3.000 lire. Per fare un paragone: un caffè costava 60 lire, un quotidiano 50 e un 33 giri 1.800. Un lusso per adolescenti, un azzardo per i genitori.
I Beatles arrivano in Italia in treno, sul Trans Europe Express dalla Francia. Per evitare la folla, fu annunciato l’arrivo al binario 16 della Stazione Centrale, ma il gruppo giunse in silenzio al binario 3, uscendo da una scala secondaria e salendo su quattro auto in attesa.
Ad aprire i concerti, un parterre di artisti italiani scelti dalla casa discografica Carisch: Peppino di Capri, Fausto Leali e i suoi Novelty, Guidone e i suoi Amici, i Giovani Giovani e i New Dada con Maurizio Arcieri.
I Beatles salirono sul palco in giacca, cravatta e con John Lennon che sfoggiava un cappello da marinaretto. In scaletta dodici brani tra cui "Twist and Shout", "Ticket to Ride", "Can't Buy Me Love" e "Long Tall Sally". Durata: 40 minuti secchi, come da contratto con l’impresario Leo Wachter.
A mezzogiorno, conferenza stampa in hotel. Oltre a giornalisti e fotografi, si infilano nel salone decine di fan, molte delle quali giovanissime, riuscite chissà come ad accreditarsi. Segue una storica session fotografica sul tetto con le guglie del Duomo alle spalle.
Durante il soggiorno milanese, i Beatles alloggiano all’Hotel Duomo. Mangiano spaghetti (doppia porzione), bevono Coca-Cola, giocano a carte e si muovono solo scortati.
Dopo il secondo concerto, intorno alle 2 di notte, i Beatles vanno al locale Charlie Max in Piazza Diaz, dove si esibiscono Le Ombre. Restano fino all’alba, entusiasti della musica dal vivo. Fuori dal locale, decine di fan sperano in un autografo, ma invano.
Secondo il racconto di Rolando Giambelli, il decano dei beatlesiani italiani, i Fab Four – accompagnati anche da un giovane Gianni Minà – fecero un tragitto folle verso l’hotel: clacson impazziti, semafori rossi bruciati e un nugolo di vigili... "comprensivi". Nessuna multa. Solo stupore.
Durante il set fotografico sul tetto dell’hotel, il fotografo Farabola immortala i Beatles con il Duomo alle spalle. Quella foto finirà sulla copertina del 45 giri "She’s a Woman / Long Tall Sally", oggi considerato una rarità per collezionisti.
Dopo Milano, i Beatles proseguiranno a Genova (26 giugno) e a Roma (27 e 28 giugno). Un anno dopo avrebbero smesso per sempre di esibirsi dal vivo.