PROGETTO DI ASI E TRE UNIVERSITA'

Moon-Rice, nasce in Italia il riso per le future basi spaziali

Allo studio grazie a un progetto dell'Agenzia spaziale italiana, condotto in collaborazione con tre università. Le piante adatte alla coltivazione nello spazio aiuteranno non solo il benessere psicofisico degli astronauti ma potrebbero essere utili anche sulla Terra

11 Lug 2025 - 17:51
 © Agenzia Spaziale Italiana

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Piccole, produttive e arricchite di proteine: sono le nuove varietà di riso che si stanno sviluppando per le future colonie sulla Luna e su Marte grazie al progetto Moon-Rice dell'Agenzia spaziale italiana, condotto in collaborazione con l'Università Statale di Milano, la Sapienza di Roma e l'Università Federico II di Napoli.

 I risultati preliminari ottenuti nei primi nove mesi dall'avvio del programma quadriennale sono stati presentati alla conferenza annuale della Society for Experimental Biology in corso ad Anversa, in Belgio. Una delle sfide principali nella coltivazione di vegetali per il sostentamento degli astronauti nelle missioni di lunga durata è rappresentata dalle dimensioni delle piante: le colture terrestri sono troppo grandi e le varietà nane spesso presentano difficoltà nella germinazione dei semi che le rendono meno produttive. 

 Per superare questo ostacolo, "i ricercatori dell'Università di Milano stanno isolando varietà di riso mutanti che possono raggiungere un'altezza di soli dieci centimetri, quindi sono davvero minuscole e questo è un ottimo punto di partenza", afferma Marta Del Bianco, biologa vegetale dell'Asi. "Allo stesso tempo, la Sapienza ha identificato geni in grado di alterare l'architettura della pianta per massimizzare la produzione e l'efficienza di crescita". Inoltre, per compensare la mancanza di carne fresca nello spazio, il team sta valutando la possibilità di arricchire il contenuto proteico del riso. Il tutto viene fatto sfruttando l'esperienza accumulata dall'Università Federico II di Napoli nelle colture spaziali. "Simuliamo la microgravità sulla Terra ruotando continuamente la pianta in modo che venga tirata uniformemente in tutte le direzioni dalla gravità", spiega Del Bianco. "È il meglio che possiamo fare sulla Terra perché, sfortunatamente, condurre esperimenti in condizioni di microgravità reale, cioè nello spazio, è complesso e costoso".

Avere piante adatte alla coltivazione nello spazio aiuterà il benessere psicofisico degli astronauti, che potranno rilassarsi facendo giardinaggio e allo stesso tempo potranno avere cibo fresco con cui arricchire la loro dieta. Ma le varietà spaziali potranno rivelarsi utili anche sulla Terra. "Se si riuscisse a sviluppare una coltura robusta per lo spazio, potrebbe essere utilizzata in Artico e Antartico, o nei deserti, o in luoghi con poco spazio al chiuso disponibile", conclude Del Bianco. 

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